Politicamente corretto? No, grazie!

Politicamente corretto? No, grazie!

Politicamente corretto? No, grazie!

Politicamente corretto? No, grazie!

Insetti da vetrino, credit Antiche Curiosità©

 

Politicamente corretto? No, grazie!

Angelo Giubileo & Mary Blindflowers©

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Gli uomini inventano storie e lo fanno quasi di continuo, oltre le esperienze vissute personalmente. Ma la storia non insegna niente o meglio non può insegnare nulla a chiunque, in un modo quale che sia, viva e vive la propria esperienza. Pertanto, sopra tutti, maledetti gli storici! E poi letterati, cronachisti e romanzieri. E i politici, che di costoro si servono per accreditare e ampliare la gestione del proprio potere personale.
Maledetti gli storici, perché più di tutti, si diceva, rappresentano il mondo o meglio il cosmo dei greci secondo una logica di sistema temporale, caratterizzando le storie mediante un prima e un dopo. Tutte le storie si caratterizzano così, al punto che lo stesso cristianesimo, che in parte ancora oggi passa per essere la storia di tutte le storie, divide la storia in un prima e un dopo fino al racconto paolino di un’apocatastasi finale.
E tutto questo, prima che – dice lo storico Giorgio de Santillana – “Parmenide inventasse lo spazio” e quindi, mediante la narrazione, come fa lo storico medesimo, possa distinguersi un “fato antico” da un “fato moderno”. Ma: il fato è soltanto un modo, come un altro qualsiasi, una ragione, alla maniera dei latini, utile alla costruzione di un sistema e quindi una struttura che presieda a un ordine, che nel Politico Platone definisce tale, <politico>, distinguendolo dall’ordine sovrastrutturale del <divino>. Così che il fato è quella ragione per la quale gli uomini, inventando storie, rinnegano “le grand don (l’inizio dell’inizio heideggeriano) de ne rien comprendre à notre sort“.
E in effetti, lo stesso Giorgio de Santillana dice che nello spazio di Parmenide ogni <elemento> (stoicheia) della storia, delle storie, non può che essere rappresentato da una <x>, una vera e propria incognita.
E quindi la narrazione dello spazio non aggiunge alcuna ragione di diversità alla narrazione in base alla logica del tempo, e questa lineare o circolare che sia. Dato che anche le storie circolari seguono una via, che finisce al punto di partenza.
In definitiva, non esiste e non può esistere una realtà (?!) che non contenga in sé e per sé tutti gli elementi possibili di una storia inventata. Non è mai esistito un fato “antico” distinto da un fato “moderno” perché il fato altro non è che una storia (come tutte le altre inventate dagli uomini) dell’uomo che, in contrapposizione con il <divino> e quindi con <dio> – di cui ci dice esattamente Aristotele nella Metaphisica – non accetta le grand don de ne rien comprendre à notre sort.
E per finire, che dire del politicamente corretto? Argomento attualissimo e spinoso.
Nient’altro che una storia inventata – ma che cancella tutte le storie passate presenti e future, e quindi se stessa -, narrata allo scopo di proiettarci verso una nuova dimensione che oggi è detta Metaverso. E invece, a parte il modo o arte o tecnica che dir si voglia, niente di nuovo sotto il sole!
Corriere della sera, Domenica 19 gennaio 1975, Pasolini, testuale:

 

Sono contrario alla legalizzazione dell’aborto, perché la considero, come molti, una legalizzazione dell’omicidio. Nei sogni, e nel comportamento quotidiano – cosa comune a tutti gli uomini – io vivo la mia vita prenatale, la mia felice immersione nelle acque materne: so che là io ero esistente. Mi limito a dir questo, perché, a proposito dell’aborto, ho cose più urgenti da dire. Che la vita sia sacra è ovvio: è un principio più forte ancora che ogni principio della democrazia, ed è inutile ripeterlo…

 

Precisiamo che non siamo antiabortisti, anzi riteniamo il diritto all’aborto una conquista importante, proprio per questo ci preme rilevare come il politicamente corretto sia abituato a nascondere i pensieri scomodi dei suoi eroi (come quello suindicato di Pasolini al Corriere), mettendo in luce altre frasi estrapolate che fanno sempre molto effetto, come vessilli di democrazia e libertà.
La massocrazia va alimentata con buoni slogan immediatamente percepibili. Si annullano dunque tutte le ombre attraverso un’operazione di potente quanto illusoria demistificazione della figura dell’eroe che di fatto non esiste ma viene celebrato come se avesse invece una reale consistenza storica. Lo si illumina con un faro molto luminoso, posizionato sugli aspetti che si devono mostrare, lasciando al buio tutti gli altri. La realtà viene così impoverita a favore di brevi proposizioni ad effetto bomba che estirpate dal contesto reale, creano una dimensione finta, inculcando nelle nuove generazioni l’idea che l’eroe non abbia mai torto, che da qualunque parte lo si guardi rimane mitico e giusto.
Anche il più piccolo dubbio che la figura così mitizzata possa non essere reale, viene stigmatizzato come indegno atto antidemocratico affinché il bluff sempiterno continui.

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DESTRUTTURALISMO Punti salienti

Libri Mary Blindflowers

 

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