Il nepotismo? Ben venga!

Il nepotismo? Ben venga!

Il nepotismo? Ben venga!

Il nepotismo? Ben venga!

Post-picnic, mixed media on canvas by Mary Blindflowers©

 

Mary Blindflowers©

Il nepotismo? Ben venga!

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Un Paese che esalta i divulgatori di contenuti e scoperte altrui come dei e dimentica i poeti, sostituiti da giullari di corte, è un Paese morto e con le gambe corte, il cui futuro è in stato di putrefazione, sotterrato da strati e strati di terreno perbenista e ipocrita.
Un paese che avalla il nepotismo e il consociativismo come fattore del tutto normale dell’evoluzione societaria, è semplicemente finito perché esiste solo per pochi escludendo i molti.
Definito “uomo serissimo, divulgatore, scienziato” addirittura (ai veri scienziati si accartocciano i capelli), “uomo amatissimo, scrittore, saggista” (ai veri saggisti viene da ridere per non piangere), “baluardo della cultura italiana”, da una massa inconsapevole e traviata e da intellettuali che dichiarano di essere “contro” ma solo per finta e col culo altrui, muore un signore della tv che del nepotismo e dell’aderenza perfetta ai dettami del regime, ha fatto scuola. Tutti applaudono e piangono beoti, e come idioti mettono la sua foto nei loro profili come se il defunto fosse loro parente (magari, così li avrebbe sistemati in Rai).
Pronti democraticissimi signori e signore intervengono in difesa del Piero Angela nazional-popolare contro ogni eventuale critica, perché i programmi televisivi presentati da questo signore che era poco più che un presentatore da studio e null’altro, con lauree regalate senza averne mai preso realmente una, erano accattivanti, garbati, niente a che vedere con il trash emanato da programmini di spessore culturale pari a zero che si vedono nella tv italiana sempre più mediocre e sessista.
Gli Angela sanno gestire bene le telecamere con un comportamento pacato atto a suscitare curiosità su contenuti sempre e soltanto politicamente corretti. L’italiano medio abituato ai programmi della d’Urso, né è come ammaliato, quindi non vede oltre.
C’è perfino chi si spinge in un totale subnullismo da fiera populista, affermando relativamente al compianto Piero su fb:

Apprezzavo il suo modo di esporre, semplice e alla portata di tutti. Non mi pare che lui si sia mai definito uno scienziato. In quanto al nepotismo se questo ha portato il figlio a fare trasmissioni interessanti… beh, chi se ne frega, ben venga il nepotismo (Cristina Ziccanu).

 

“Ben venga il nepotismo” è una frase gravissima, che indica quanto nel nostro Paese l’esclusione e il privilegio siano diventati virali e vengano considerati una normale routine da avallare e a cui l’italiano è totalmente rassegnato.
C’è chi candidamente afferma che se fosse disoccupato e avesse una raccomandazione, non si tirerebbe mica indietro:

… se fossi disoccupato e mi raccomandassero per un lavoro dove io poi darei il 100% di me stesso, difficilmente direi di no. Poi sta a me dimostrare di valere ed essere il migliore in quel ramo. Se poi non valgo niente, chi mi raccomanda il giorno dopo mi prende a calci nel di dietro e mi caccia di corsa (Antonio Paparella).

Altri insistono ossessivamente sulla garbatezza degli Angela padre e figlio, di generazione in generazione.
Ma anche Hannibal Lecter era garbato e raffinato, uno psichiatra geniale e dotato di sottile e intelligente humor, però era pur sempre un cannibale.
Occupare il posto che forse in una competizione sana e pulita sarebbe spettato ad altri, non è una forma metaforica di cannibalismo, di anti-cultura, una malattia sociale?
Esaltare un nepotista non è forse come timbrare un certificato di morte certa della cultura?
Sono semplici domande da porsi in un Paese dove nessuno si fa mai domande perché ritenuta operazione superflua e controproducente, poco consona al carrierismo.
E forse sarebbe anche bene dire ad Alberto Angela a cui piace tanto la Sardegna come terra unica, come dice lui piena di colori, di odori e di suoni, replicando a pappagallo la retorichetta ormai in uso sull’Isola, che in Sardegna sono stati fatti anche dei disastri ambientali che tuttora non hanno colpevoli e probabilmente non ne avranno mai, ma lui non sembra essersene accorto.

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Comment (1)

  1. Mariano Grossi

    I topi sono buoni.non son degli italioti,
    non mangiano i menu che ciclano gli idioti,
    e palindromicamente diam loro buoni voti:
    rispetto a tanti scemi con i cervelli vuoti
    i topi, i topi, almeno, non avevano nipoti!!!

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