Dio, Lucifero, Burattinai, Burattini

Dio, Lucifero, Burattinai, Burattini

Dio, Lucifero, Burattinai, Burattini

Lucifero, portatore di luce

E’ stata Circe e non Ulisse a interrogare l’undicesimo animale, mixed media on canvas by Mary Blindflowers©

 

 

Mary Blindflowers & Angelo Giubileo©

Dio, Lucifero, Burattinai, Burattini

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Nel corso della propria storia evolutiva, l'”umano” ha imparato a smontare, montare e rimontare – figurativamente e in letteratura – ogni singolo elemento o parte dell’intero, così come un bambino gioca con i mattoncini del Lego. Nell’arte simbolica e letteraria, volendo fare un esempio, abbiamo che Lucifero, da portatore di luce, astro che precede la luce del giorno, diventa Satana, e cioè l’avversario. Ciò che attualizza un processo e quindi un modello narrativo che inneggia alla separazione dell’Essere-che-è. La storia della separazione è però una storia fatta di inganni. A partire dall’inganno per così dire originario di Eva. Il Serpente – erede della diversa cultura ofidica e uroborica, che condivide l’immagine unitaria e in misura paritaria della luce e della tenebra “divina” (cfr. Parmenide) – diventa pertanto il “Costruttore”: colui che simboleggia e argomenta la possibilità di una “teoria del Tutto”, che risale agli albori dell’Antropocentrismo. Milioni di anni fa. Da costruttore, mediante l’inganno della simbologia e della letteratura cristiana, il Diavolo, esattamente “colui che divide”, diventa quindi il “Distruttore”. E Dio, all’opposto, “colui che unisce” mediante l’atto di creazione.
Il Diavolo è un dubbio modernista, sofismo e antitesi di quel Dio cristallo antropomorfo, immutabile nella sua onniscente saggezza da calendario business, barba bianca lunga e fluente compresa nel prezzo.
«Soltanto col Cristianesimo, l’uomo tocca l’abisso della disperazione e diventa preda del demoniaco…il satanismo non può sorgere che all’interno del Cristianesimo stesso» (S. Kierkegaard, Il concetto dell’angoscia, la malattia mortale, Sansoni, Firenze, 1965, pp. XX, XXI. Sul concetto di demoniaco secondo Kierkegaard si veda p. 160 e ss.)
Satana, braccio sinistro della Y , è ed è stato per secoli un affare nelle mani della Chiesa , un ribelle creativamente malvagio, un trasformista, teatrante, uomo, donna, rospo, cane, cavallo, gatto preferibilmente nero , serpente tentatore di Eva e non solo… Egli è istruito, sensuale, rigattiere dell’anima, conosce le lingue e il lato debole di ogni essere umano. Può essere definito democratico, monista e nient’affatto misogino, nonostante il cattolicesimo lo sia profondamente.
La stessa parola RVCh, Ruach ha-kodesh, רוח הקודש, citata nel Talmud e nello Zohar, vento, soffio, Spirito Santo, è femminile , diventa maschile nella traduzione delle Sacre Scritture. «Per qualche ragione a loro nota, i traduttori della Bibbia hanno accuratamente lasciato fuori ed eliminato ogni riferimento al fatto che la Deità è insieme maschile e femminile . Essi hanno tradotto un plurale femminile con un singolare maschile nel caso della parola Elohim» dall’ebraico אלהים, divinità o coloro che sono venuti dal cielo. In Genesi IV, 26: «Ed Elohim disse: “Facciamo l’uomo”. Egualmente come poteva, Adamo, essere fatto a somiglianza di Elohim, maschio e femmina, a meno che anche gli Elohim non fossero maschi e femmine? La parola Elohim è un plurale formato dal singolare femminile ALH, Eloh, aggiungendo IM alla parola. Ma poiché IM è solitamente la terminazione del plurale maschile, ed è qui aggiunto a un nome femminile, esso da alla parola Elohim il senso di una potenza femminile unita ad un’idea maschile e quindi capace di prolificare. Sentiamo parlare molto del padre e del Figlio, nelle comuni religioni attuali, ma nulla si dice della Madre. Nella Qabalah , però, troviamo che l’Antico dei Giorni si conforma simultaneamente nel Padre e nella Madre e così genera il Figlio. Questa Madre è Elohim». (Magia della Cabala, la Kabbala svelata, i libri dello Zohar, a cura di S. L. MacGregor Mathers, vol. I, Edizioni Mediterranee, 1981, pp. 29-31.)
Eppure Dio diventa il Deus-Faber, il Dio-costruttore: ma non dell’Essere-che-è, quanto invece il Dio-costruttore della Teoria dell’essere, così come non Intero ma diviso in Parti. E cioè il creatore-artista di ciò che esiste come separazione, la manifestazione dell’atto creativo e quindi la creazione stessa, che Anassimandro definisce puntualmente “ingiusta, secondo l’ordine del tempo”. L’unità originaria, in qualche modo appartenuta anche al popolo degli sciamani, sembra pregiudicata in maniera definitiva. Ma: così non è mai. Infatti: ciò che nell’umano appare secondo l’ordine separato del tempo, è tuttavia sempre preceduto, consapevolmente o inconsapevolmente, dall’ordine originario “naturale” o “divino” dell’Essere-che-è, tutto intero. L’ordine medesimo che, anche dopo la teoria delle idee di Platone, intende il “divino” e il “naturale” nel senso etimologico originario e quindi unitario e non divisivo dei termini stessi; termini viceversa “confusi”, come dice Plutarco (cfr. Adversus Colotem), e quindi, come si diceva, frutto sempre di un inganno e quindi ingannevoli così come fatti propri sia dalla politica come “opinio” che dalla religione come “superstitio”.
In sintesi, discutiamo pur sempre dell’Intero e delle Parti, di ogni sua singola parte; così come, corrispondentemente, di un Burattinaio e dei burattini. Ma: obietterebbe e con ragione Plutarco: “non bisogna predicare qualcosa dell’intero, dato che si entra in contatto solo le parti”. E gli farebbe eco Wittgenstein: “di ciò di cui non si può parlare si deve tacere”. In vero, siamo tutti burattini, giocati dal Fato (cfr. Giorgio de Santillana, Fato antico e fato moderno).

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DESTRUTTURALISMO Punti salienti

Rivista Il Destrutturalismo

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Christ was a female

 

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