Lode, lode, lode, all’imbecille

Lode, lode, lode all'imbecille

Lode, lode, lode, all’imbecille

 

The room underwater, mixed media on canvas by Mary Blindflowers©

 

Lode, lode, lode, all’imbecille

Mary Blindflowers©

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La mistica dei social talvolta saltella dal faceto all’automasochismo ossessivo, martellante con tracce lievi di stasi alternate a riprese in cui si insiste ancora pur sapendo di non essere preparati a sufficienza, pur avendo la consapevolezza della propria totale inadempienza mascherata da protagonismo. Intervenire sotto un link esprimendo pareri vari più o meno funambolici e deliranti che niente hanno a che fare con il contenuto del link in oggetto, tradisce un impulso di morte autoindotta, atteggiamento tipico di tanti minus habentes che popolano la rete e che sanciscono il definitivo declino di ogni sillogismo dialettico degno di questo nome. Seguendo la logica becera e un po’ frusta de “l’importante è che se ne parli, bene o male poco importa”, le pecore da tastiera indossano la maschera della fiera e come in ogni buona savana che si rispetti, vanno a caccia di scoop-prede. Non importa cosa si commenti, l’importante sembra davvero solo esserci, a qualsiasi costo, anche a costo di evidenti e risibili umiliazioni, maturate in seguito al fatto che la preda non si lascia cacciare e i commenti rilasciati non hanno basi su cui sostenersi, né il commentatore riesce a far emergere un’intelligenza sia pur minima che, in pratica, manca del tutto. Commentare un link senza averlo neppure aperto è tipico dei malati di fama mediatica che devono in qualche modo dimostrare a se stessi l’esistenza del dio del loro ego, nettamente superiore alla loro preparazione culturale e alla loro arguzia mentale.

Tuttavia, nonostante il pullulare di malati di fama, ritengo che ognuno abbia comunque diritto di esprimersi liberamente, anche nella sua solenne e panottica imbecillità palese, perché meglio un imbecille in più senza censura che un mondo di pavidi imbavagliati. Sta al buon senso capire che prima di commentare un articolo, magari occorrerebbe leggerlo, un buon senso elementare, basilare, qualcosa che si impara fin dall’asilo. Prima di punteggiare infatti bisogna capire come si fa, una volta compreso che si devono seguire i fili di un disegno che si è fatto prima, il piccolo uomo a cinque anni inizia a punteggiare, se non vuol seguire il disegno pur avendo capito, sarà una libera scelta. I bambini capiscono che prima di agire e decidere cosa fare, occorre capire, e da essi a volte dovremmo prendere esempio, per la loro mente fresca sempre pronta a nuovi apprendimenti e curiosa del mondo. Certi adulti hanno esaurito l’innocente quanto essenziale curiosità, a favore di uno sguardo monotematico sul proprio protagonismo, costi quel che costi.

L’ebete ovviamente non si accorge di essere tale e insiste nel suicidio automasochistico del suo cervello in vacanza da secoli. Impavido il morto di fama, commenta e commenta, non accetta di non arrivare a cogliere l’uva che quindi giudica acerba. Il suo giudizio si fomenta ovviamente sul nulla e dal nulla si ingigantisce assumendo nella sua testa, carattere di verità assoluta e indiscutibile.

Nonostante queste micro-sventure mediatiche, la libertà di parola andrebbe sempre salvata e protetta, anche il giudizio di chi non ha giudizi, di chi parla senza connettere gli organi preposti al suono con il movimento dell’unico neurone che possiede, perché non c’è peggior male della censura.

Lode, lode lode all’imbecille dunque, che in fondo è solo metro e misura delle persone intelligenti.

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https://antichecuriosita.co.uk/il-destrutturalismo-punti-salienti/

https://www.youtube.com/watch?v=7i7Tw0DY0u8

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