La Pasqua è solo un sincretismo rubato al paganesimo

La Pasqua è solo un sincretismo rubato al paganesimo

La Pasqua è solo un sincretismo rubato al paganesimo

Di Mary Blindflowers©

Il reverendo pattina sulla superficie, credit Mary Blindflowers©

 

La religione cristiana ha la viziosa tendenza di farci credere che tutto abbia inizio e fine in lei e con lei. La Pasqua e la crocifissione stessa, ci vengono descritti come eventi eccezionali e unicamente relativi al dio adorato. Purtroppo il cristianesimo di originale ha veramente ben poco. La crocifissione, di origine orientale, in particolare persiana, era un evento piuttosto frequente durante la dominazione romana, una punizione riservata a schiavi e non romani che avessero commesso delitti di una certa gravità, omicidi, furti, tradimenti, etc. La croce su cui venne suppliziato Gesù era probabilmente la crux immissa o capitata, a forma di daga in cui il titolo di condanna veniva messo sopra la testa.

Dopo la morte il dio risorge. Pensate che la resurrezione fosse un fatto straordinario?

Ebbene questo evento non è un’invenzione del cristianesimo perché assai prima di Cristo la storia delle religioni e dei miti è piena di morti e resurrezioni di dei di ogni tipo.

La morte del dio, straziato, umiliato, percosso, smembrato, ricomposto, rinato, adorato e mangiato in mistica cannibalica comunione. Osiride viene ucciso da Seth e i suoi pezzi sparsi per l’Egitto. Dioniso fanciullo viene massacrato e mangiato dai Titani,1 di cui gli uomini non sono che la fuliggine2, e quindi dionisiaci, perché nati da mostri nutriti della carne divina. Cronos, eviratore di Urano, divora i figli e a sua volta è detronizzato da Zeus. Baldur, secondogenito di Odino e Frigg, figura della mitologia vichinga, muore trapassato dal vischio3. Egli tornerà dopo il Ragnarok, la battaglia finale tra le forze della luce e quelle delle tenebre, e creerà una nuova stirpe di dei. Attis si recide i genitali sotto un pino. Dal suo sangue nasceranno le mammole. Nel corso di una disputa Odino e i suoi fratelli uccidono Imer, dio del tuono e degli uragani. Con il suo cadavere costruiranno il mondo. La sommità del suo cranio servirà per costruire la volta celeste, il cervello per fare le nuvole. Col suo sangue si crea l’ampia distesa del mare, con la carne il suolo, con le ossa le montagne e con i capelli gli alberi4.

Il corpo che nella realtà della coscienza è significante, “il solo oggetto psichico per eccellenza” tridimensionalmente ontologico5, diventa oggetto di morte, è parcellizzato, spesso ingerito ed opportunamente rielaborato per la costruzione cosmogonica del mito, secondo precise e calcolate metamorfosi. E così dai riti di smembramento si passa alla transustanziazione del Cristo in cui il dio si trasforma in pane attraverso l’ostia come corpo che si è fatto uomo.

Il cristianesimo non ha fatto altro che copiare miti preesistenti e adattarli al suo mondo, presentando la morte e la resurrezione pasquale di Gesù come evento unico ed irripetibile.

Easter (Pasqua), richiama la dea Astarte, Isthar da cui la tradizione deriva. I miti parlano anche dell’uovo lunare di Isthar poi copiato dai cristiani, simbolo di fertilità e associato, nelle religioni pagane, sempre alla Grande Madre poi scalzata dal cristianesimo. Isthar quando rimase gravida, concepì Tammuz che era particolarmente affettuoso coi conigli. La domenica di Ishtar si celebrava con uova e conigli. Anche Tammuz venne ucciso e ascese a suo padre Baal. Inoltre gli adoratori di Astarte e Baal mangiavano dolci sacri segnati con una T o croce sulla parte superiore.

La Pasqua dunque che si festeggia a suon di costose e vuote uova di cioccolata e dolci a forma di coniglio, non è altro che un sincretismo religioso, l’ennesimo scherzo di una religione poco originale che copia tradizioni altrui e le spaccia per proprie.

Note:

1Si veda a tal proposito: S. Peverada, Il sacrificio del dio bambino: Edipo e l’essenza del tragico, Mimesis, Milano 2004.

2Olimpiodoro, Commenti al Fedone di Platone, 61c.

3«Il bel Baldur dalla bionda chioma era il secondogenito di Odino. La sua indole buona e dolce contrastava con quella degli altri dei. Era amato dagli dei e dagli uomini in quanto giusto e saggio. Da un sogno premonitore Baldur apprese che la sua vita era minacciata. Suo padre Odino andò a consultare la sibilla la quale gli disse che suo figlio sarebbe stato ucciso. Allora gli dei fecero promettere a tutti gli esseri e a tutte le cose dell’universo che non avrebbero mai attentato alla vita di Baldur. Sua madre, Frigg, ottenne il giuramento degli animali, delle malattie, dell’acqua, del fuoco, della terra, degli alberi, delle pietre e dei metalli. Baldur divenne talmente insensibile alle ferite, che era diventato un gioco, per gli dei, lanciargli contro delle pietre, colpirlo con le spade, scagliargli giavellotti e frecce. Sfortunatamente Frigg non aveva giudicato utile far prestare giuramento al vischio che cresce sulle querce. Il terribile Loki, che era geloso di Baldur, lo seppe. Fabbricò un giavellotto con un ramo di vischio e mise l’arma nelle mani di Hodr, figlio cieco di Odino. Lo condusse presso Baldur perché partecipasse al gioco degli dei. Aiutato da Loki, Hodr lanciò il giavellotto contro Baldur che morì all’istante… Egli raggiunse il Regno degli Inferi, immenso palazzo sotterraneo, donde non cessavano di salire i lamenti delle anime dei morti. Gli dei provarono a farlo uscire dall’Hel, proponendo di versare un riscatto. La guardiana dell’Hel accettò di liberarlo soltanto se tutti gli esseri e tutte le cose dell’Universo avessero pianto la sua scomparsa. Tutto l’universo acconsentì, ad eccezione di una vecchia strega che viveva in una caverna. Non era altri che il terribile Loki, il quale, catturato e incatenato, era riuscito a fuggire. Bisognerà attendere Ragnarok, l’olocausto che annienterà l’universo, per vedere resuscitare Baldur, il dio prediletto dagli dei e dagli uomini», P. Barthélemy, I vichinghi, Ecig, Genova, 1992, pp. 32,33.

4Ivi, p. 31.

5«J’existe mon corps: telle est sa première dimension d’être. Mon corp est utilisé et connu par autrui: telle est sa seconde dimension. Mais en tant que je suis pour autrui, autrui se dévoile à moi comme le sujet pour lequel je suis objet. Il s’agit même là, nous l’avons vu, de ma relation fondamentale avec autrui. J’esiste donc pour moi comme connu par autrui… J’esiste pour moi comme connu par autrui a titre de corps. Telle est la troisième dimension ontologique de mon corps», (J.P. Sartre, L’être et le néant, Gallimard, Poitiers, 1960, pp. 418,419 e ss.).

https://antichecuriosita.co.uk/manifesto-destrutturalista-contro-comune-buonsenso/

 

Comment (1)

  1. Rita

    Ho poca conoscenza della mitologia vichinga che mi affascina tantissimo. Non credi che proprio perché la storia si ripete, abbia in fondamento di verità? Che è poi una domanda che rivolgo più che altro a me stessa ….

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