Di Mary Blindflowers©
Cinquanta stelle d’uranio
Cinquanta stelle d’uranio
Era il posto più puro, una terra di incenso e di mirra,
mare, sole e ombra fugace,
ed ora cos’è?
Sì, dimmi cos’è mai che giace nel mondo di Quirra?
Cinquanta stelle d’uranio,
due bombe al titanio.
Calendimaggio non val bene il tuo viaggio,
morire quasi d’estate,
trema l’impoverito teorema
per un lavoro sicuro.
Rientriamo adesso,
comincia a farsi leggermente
più scuro sulle spiagge argentate.
(2014)
.
Mercuriale
Noi che in libreria non arriviamo mai,
figli di soli guai
apostati di programmi
eternamente in differita,
organigrammi densi di ferita,
mentre c’è chi non si spammi
tra i fagioli e gli optogrammi,
eccoli! Figlioli di becco
e del principe stecco ipovedente
ai caramogi della mercorella
che alla diuresi purgante
fa favella e si fa bella.
Lasciatemi come cosa sola,
dimenticata.
Non voglio partecipare alla favata
del pio pio.
Sono miscredente, giuro su dio.
.
Che siate maledetti!
Cos’è questo rumore minerale
ch’aggrincia le pareti delle stanze
imbottonate lì a spirale,
questo clangor di cingoli e lessate gesta,
sembra una festa, tu che dici?
Una goduria di editori e crici
che perdono la ti dentro i vasetti
e le impannate delle attrici.
Cos’è questo scrignuto bravo e bell’arbusto
che non divien mai fusto di parole e scavo?
Mi chiedo quale sia lo scopo ed il ricavo
se anche la prole è collocata al grande oriolo
mentre il poeta è solo
e voi passate!
Che siate maledetti,
voi, la scarsella, le testate,
l’inverno, l’estate, i vasetti,
le stanze
e le sostanze!
.