Charles Cros, la fama è un bluff©

Charles Cros, la fama è un bluff©

Di Mary Blindflowers©

 

L’incognita, mixed media on wood, credit Mary Blindflowers©

 

 
Insomnie 
 
Voici le matin ridicule
Qui vient décolorer la nuit,
Réveillant par son crépuscule
Le chagrin, l’intrigue et le bruit.
 
Corrects, le zinc et les ardoises
Des toits coupent le ciel normal,
On dort, dans les maisons bourgeoises.
Je ne dors pas. Quel est mon mal?
 
Est-ce une vie antérieure
Qui me poursuit de ses parfums?
Ces gens vont grouiller tout à l’heure,
Dispersant mes rêves défunts.
 
Je me souviens ! c’étaient des frères
Que, chef bien-aimé, je menais
À travers les vastes bruyères,
Les aubépines, les genêts.
 
Oh ! quelle bien-aimée exquise
Au doux cœur, aux yeux de velours!…
Une autre terre fut conquise
Où le soleil brillait toujours.
 
L’or dont on fit des broderies,
Les gemmes, cristaux des couchants,
Les fleurs, énervantes féeries,
Les aromates plein les champs
 
M’ont enivré. J’ai mis des bagues,
Et des perles dans mes cheveux.
Les bayadères aux yeux vagues
M’ont distrait de mes premiers vœux.
 
 Aux monts où le soleil se couche
Emporté par des étrangers,
J’ai pleuré, muet et farouche
Tous mes ravissements changés
 
Les aromes en fades herbes,
Les diamants en froid cristal,
En loups gris les tigres superbes,
En sapin banal le santal.
 
Puis, mal consolé, sous les branches,
J’épiais dans les froids vallons
Les filles qui passaient si blanches,
Si graves, sous leurs cheveux blonds.
 
Mais ce n’était pas l’oubliée
Aux lèvres rouges de béte
À ma vie autrefois liée!…
Que je souffre d’être immortel!
 
Corrects, le zinc et les ardoises
Des toits coupent le ciel normal,
On s’éveille aux maisons bourgeoises,
Je crois que je meurs de mon mal.

(Poesia di Charles Cros da Le coffret de santal”, 1879)

Domanda chi ha inventato il fonografo?

E tutti in coro Thomas Edison, elementare Watson!

Ma non tutte le risposte elementari sono poi vere.

Nel 1842 nasceva un certo Charles Cros, raffinato poeta, inventore e attore di cabaret, morto poverissimo a soli 45 anni, definito da Verlaine “genio”: «Genio, la parola non sembrerà eccessiva a tutti quelli piuttosto numerosi che hanno letto le sue pagine per tanti versi impressionanti, e quei lettori li considero numerosi in virtù della chiarezza, anche un po’ secca, un po’ brutale, e del buon senso talvolta acuto, paradossalmente duro, sempre in azione, che caratterizza il suo stile peraltro così originale… la sua lingua molto sicura, che dice forte e chiaro quel che vuol dire, la sobrietà del suo verbo e del suo stile, la scelta sempre rara di attributi mai oziosi, di rime eccellenti senza l’odioso eccesso, fanno di lui un versificatore irreprensibile che lascia al tema tutta la sua grazia ingenua o perversa».

Cros, questo poeta che praticamente nessuno o quasi conosce più, il 30 aprile del 1877 depositò presso l’Acadèmie de Sciences di Parigi il curioso brevetto di una sua invenzione, un primordiale apparecchio di registrazione sonora, in pratica un fonografo, che però non riuscì a realizzare all’atto pratico per mancanza di fondi.

Così tutti sanno che non è stato un fine versificatore francese ad inventare il fonografo, ma un pratico bussinessman americano, il famoso Edison, che, invece, di fondi per realizzare le invenzioni di altri diventando così notissimo, ne aveva parecchi.

Secondo la lezioncina mandata a memoria nelle nostre brave scuole statali, l’americano sarebbe stato un geniale inventore, avrebbe perfino inventato la lampadina. Peccato che la lampadina esistesse già, il signor Edison si è limitato ad investire dei fondi per renderla utile, per renderla resistente, funzionante, in poche parole l’ha trasformata in un prodotto industriale appetibile, in un vero e proprio affare, e questo lo ha reso famoso. Non si è inventato nulla, ma ha fatto business.

Non conta dunque quanto sei geniale se non hai i mezzi, i soldi generano soldi, è la spietata legge del capitalismo e il genio in tutto questo non c’entra quasi nulla, anzi se costui parte da una posizione svantaggiosa, nessuno si ricorderà di lui.

Non accade questo anche nel mondo dell’arte e della letteratura di oggi? L’appartenenza cetuale e il peso del denaro, hanno un’importanza fondamentale e condizionano le conoscenze che permettono di arrivare in alto e di diventare famosi in vita. In alcuni casi si arriva addirittura agli estremi di artisti acclamati che non sanno dipingere o di scrittori famosi che non sanno scrivere, ma nessuno ci fa caso, o quasi, e comunque è inutile protestare, non si può far nulla contro il nulla.

Posso concludere con le parole di Cros: “si dorme nelle case borghesi, ma io non dormo, quale sarà il mio male? La gente a breve si muoverà, disperdendo i miei sogni estinti”.

Profetico fu il libro e chi lo scrisse.

La fama è solo un gioco perverso d’opinioni, un gigantesco bluff.

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