Ingoiavo fiorellini viola©

Ingoiavo fiorellini viola©

Di Fremmy©

Perturbato blu, credit Mary Blindflowers©

 

La scatola cranica
metteva su programmi ben pensanti di forte ascolto facoltoso per famiglie di
plastica abbagliate dalle luci di una vita sorridente.

L’alba invece, ha dovuto
sempre fare i conti con me, figlio di un futuro mai prossimo e nipote alterno di
una virulenza sensazione di togliersi il respiro per sfuggire alla plastica
della luce anabbagliante dei miei pensieri crudi sul mondo.

Avevo nelle mani la mia
mente ed ingoiavo fiorellini viola che rendevano tutta l’aria densa di fervore
fluorescente all’orizzonte dei mari senza coste da bagnare, lagune su cui
attraccavo la mia festosa agonia di sentirmi sempre intorpidito dal ruscello
che straripava di melma nel fangoso mio, ma non prossimo a me stesso, ego.

Salite ruspanti sui
dischi d’avorio mi gettavano la pietra sul muretto per arrotondare il salario
dove passivamente traevo bilanci tirando ai dadi in un gioco prudente, l’unico
azzardo era fermarsi al me stesso quando le mie pupille creavano scompiglio ad
i miei fili secondo i quali muovevo i miei affetti sradicati dal vaso in cui
ossigenavo fertilizzanti e coltre.

Ho trafugato un senno di
poi dalla mia camera oscura dove le finestre senza tenda sbiadivano le
fotografie in sviluppo dando alla pellicola di me stesso un colore più
accettabile nei ricordi, ho dato al mio quello del mondo, ho alienato passi da
farfalla ingerendo frammenti di me stesso in piccole dosi scientificamente non
provate, ma sensazionalmente assuefanti al loro scenario patinato di sorrisi e
spensierata ipocrisia.

L’ipocondria ha ceduto il
passo alla violenza senza armi né percosse, una nube, un sogno un volo ed un
pulsante. Istanti fraudolenti hanno rimpiazzato l’esito già scritto di una
feconda angoscia dirottata e diluita in temporeggiamenti ansimanti, un giorno
concluso al cessare dell’asma di se stessi in un lungo e profondo trampolino
dal quale sono scivolato e caduto nel vuoto di un faro solitario che bacia un
fiordo in estate aspettando il ghiaccio.

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