Rivista Vivere la città

Rivista Vivere la città

Rivista Vivere la città

 

Di Marco Fiori©

Rivista Vivere la città

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Tratto dal volume “Vivere la città”, a cura di Marco Fiori e Marzio dall’Acqua, che verrà presentato presso la “Sala Anziani” di Palazzo D’Accursio il 17 novembre 2017. Oltre cento copie saranno distribuite gratuitamente al pubblico presente.

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Le opere realizzate in occasione del IX Centenario del Comune di Bologna, vogliono essere uno spunto non solo di celebrazione specifica nella città ma di riflessione sul concetto e sul modo di essere cittadini. Per questo ciascun artista avrebbe potuto ritenere Bologna come un pretesto e costruire una riflessione visiva sulla propria esperienza civile e sociale in altre realtà urbane. Ed invece, nonostante gli artisti dell’ALI siano disseminati sul territorio a livello nazionale e oltre, Bologna e la sua realtà storica e fisica è diventata centrale, al punto tale che per suddividere le opere in gruppi è diventato spesso difficile operare scelte di campo. Per questa ragione le prime due sezioni Imageries per la storia” eSuggestioni dei luoghi”, potrebbero avere diverse incisioni, tutte originali come sempre, intercambiabili, pensando che la prima abbia un carattere più attento al passato e l’altra sia invece più commisurata sul presente e sui luoghi maggiormente rappresentativi. La terza sezione “Tra degrado e rimpianto: il presente” esce dall’antologia e della esaltazione di ciò che di valido resta per affrontare in modo critico la crisi della città e della cittadinanza, dalle quali anche noi siam partiti. Chiude una sezione che abbiamo intitolato “Appunti per il gran tour”, che mescola, spesso in modo metamorfico ed alchemico, diverse città italiane, oppure ne esalta alcune ed infine di altre fa lo spunto per riflessioni più ampie sul tema della città. E’ questo un viaggio tra immagini reali, sognate e utopie, tra titoli che sembrano versi estrapolati da poesie, e riferimenti a realtà socio-economiche che hanno dato un valore di immagine a luoghi oggi irrimediabilmente degradati. Richiamiamo particolarmente l’attenzione su questa sezione, perché se le prime due ripropongono una Bologna mitica e la terza una dimensione urbana che ancora si può salvare, questo gruppo di opere apparentemente legate al sogno indicano la fragilità dell’essere cittadini oggi e ci portano alla premessa, amara sì, ma proprio per questo da rivoltare in una rinascita.

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