Vassalli, valvassori e valvassini

Vassalli, valvassori e valvassini

Vassalli, valvassori e valvassini

Di Mary Blindflowers©

La maternità, pastel on paper, by Mary Blindflowers©

Come nascono le storie? Una storia non nasce mai per caso, ma si nutre di una serie di esperienze e circostanze. Le idee nascono dall’osservazione della realtà e a volte dei circoli…

In Italia vige la regola del circolo che contiene un altro sotto-circolo. Facciamo un esempio. Pubblicare un libro. Difficile ma non impossibile. Se si segue un percorso regolare e non si è figli di… si scrive gratuitamente per qualche rivista, ci si fa conoscere con articoli, recensioni, poesie, brani teatrali, magari poi ci si crea un proprio piccolo blog. Insomma si fa quella che un tempo si chiamava gavetta. Si manda la scheda del proprio elaborato a vari editori finché uno di loro non mostri interesse alla pubblicazione. Si scartano tutti gli editori a pagamento che non servono a niente, solo a nutrire il proprio ego, poi arriva finalmente il giorno in cui si firma un contratto e l’editore stampa e vende il libro. Fin qui sembrerebbe tutto regolare, semplice. Purtroppo l’Italia è l’Italia e le cose anche dopo la pubblicazione con un editore free, non sempre filano lisce come l’olio. Siete riusciti grazie al vostro lavoro ad entrare nel circolo editoriale X? Perfetto. Ben presto vi accorgerete dell’esistenza di un sotto-circolo.

Cos’è il sottocircolo?

Siccome non esiste re senza vassalli e cortigiani, anche il piccolo-medio editore ha i suoi, gruppi di intellettuali o sedicenti tali che fungono da sostenitori alla melassa stinta; amici, simpatizzanti, sincronizzati al nulla dei pesci unidirezionali. Essi dirigono magari una rivista collegata alla casa editrice e sono tutti o quasi di estrazione borghese, gente che vede la vita attraverso il filtro dei soldi e pensa di sapere tutto. Il re, ossia l’editor o l’editore, usano a scopo promozionale e di immagine, questi mediocri vassalli, persone untuose e plaudenti che costituiscono il sotto-circolo e che volontariamente e a scopo di piaggeria, decidono di annullare le loro capacità critiche e la loro vera personalità in funzione della servitù al re, nella remota speranza di fare carriera. Affinché un autore, anche dopo la pubblicazione, sia accettato nel sotto-circolo, deve essere d’accordo in tutto e per tutto con tutti i cavalieri serventi, vassalli, valvassori e valvassini, su qualsiasi argomento, ma soprattutto non deve criticare mai il re. Lunga vita al re! Il re è l’incarnazione della perfezione in terra, le sue poesie sono sublimi, prive di qualsiasi neo o difettuccio, i suoi brani paradisiaci, intoccabili da mani e menti umane ordinarie. Il re è re!

Ma facciamo degli esempi pratici, terra terra sul movimento dei pesci. Il sotto-circolo è di pseudo-sinistra e posta un articolo di esaltazione della cultura gitana? Devi dire che ami i gitani alla follia e che l’idea romantica di questi, estrapolata dai romanzi di Victor Hugo e dalla letteratura picaresca spagnola, corrisponde perfettamente alla realtà. Non puoi mica dire che forse questa “gitanofilia” è un tantino esagerata. I nomadi sfuggono alle regole della società bianca, hanno a loro volta un sistema rigido di regole, in cui per esempio, la donna che non può avere figli, è considerata roba di scarto. Non puoi dire che per loro rubare ai bianchi è un valore sociale, che i matrimoni sono combinati tra famiglie, che l’ozio e l’accattonaggio fanno parte degli escamotage per vivere. Scrive Maria Cristina Assumma nel bellissimo saggio Il fascino e la carne, Melusina Editrice, sul ruolo della moglie e donna gitana: «La donna nella tradizione gitana si confronta con una concettualizzazione del femminile fortemente discriminatoria. Questa interagisce con l’altro sesso secondo un rapporto di dipendenza e di assoluto rispetto delle sue istanze decisionali. L’autorità maschile mai viene messa in discussione… la donna è moglie e madre… L’enfasi è posta sulla funzione procreativa della donna. La donna sterile è considerata alla stregua di un rifiuto e può per queste essere legittimamente ripudiata dal marito… Per quanto riguarda il ruolo di moglie l’adulterio è classificato tra le colpe più gravi, infatti, oltre ad essere una minaccia per la solidità del tessuto sociale, è un affronto alla capacità dell’uomo di esercitare il suo potere. Mentre la donna deve rispettare il divieto più categorico di evasioni matrimoniali, l’uomo può concedersele, facendo attenzione però che queste relazioni non compromettano la posizione ufficiale della moglie. Anzi la relazione con una donna paya può essere incentivata come una delle possibili forme di sfruttamento, per ottenere vantaggi economici di cui la stessa moglie legittima può usufruire. Se la famiglia gitana tuttavia non ricava un utile dalla relazione extraconiugale del marito, il rischio è tutto dell’intrusa, che può subire la vendetta delle donne gitane. La struttura sociale è androcentrica, delega l’autorità agli uomini e sancisce la dipendenza della donna dal dominio maschile del padre e del marito… »1.

Ma le signore bene radical chic del sotto-circolo editoriale di sinistra, ignorano tutto questo, non leggono che se stesse, bevono drink nei reading letterari, tra un pasticcino e una scarpa griffata, mostrano le loro unghie finte laccate, il loro ultimo capolavoro cosmico-planetario per il quale si applaudono da sole, si scandalizzano per la condizione della donna in Burqa, ed esaltano il mito romantico della società gitana, pensando maldestramente che sia sinonimo di libertà dalle regole di una società globalizzata in cui stanno dentro fino al collo. Poi postano su fb il resoconto dei loro discorsi di libertà aspettandosi che tutti dicano, brave! Grandi scrittrici, colte, belle, intelligenti, belle scarpe, bel tatuaggio, bel vestito, bello tutto. E se per caso una voce non si unisce al coro di pecore belanti e osa dire un “ma, non sarei tanto d’accordo, io…” Ecco che le poetesse così ammodo, vorrebbero trafiggere quella voce di dissenso coi loro tacchi a spillo, triturarla con qualche missile tirato fuori dai loro vestiti finto povero della serie sono di sinistra ma coi soldi, e la coprono di insulti, bannandola dal loro pregevole sotto-circolo. Da quel momento il povero dissidente è fuori, anche l’editore-re lo considererà off, spento, perduto per sempre, arrivando perfino  a cancellarlo dai suoi contatti, perché il sotto-circolo non si tocca.

Poi ci sono i sotto-circoli di destra a presenza prevalentemente maschile in cui i mandrilli capi circolo, vedendo che hai pubblicato con il loro editore, dicono di avere simpatia per te e ti comunicano, per esempio, che avrebbero piacere di venire alla presentazione del tuo libro che giudicano ottimo e bla bla… Il tutto rigorosamente senza averlo letto… Seconda mossa ti invitano a cena e tu rifiuti e gli dici, no, grazie, ho già un impegno anche per i prossimi cent’anni. Così sei sempre fuori dal sotto-circolo.

Ma ecco che, per completare il quadro, ci sono i sotto-circoli degli editori di campagna che hanno il loro gruppo guide e cene nei prati e sieste per paesi, per cui organizzano numerose presentazioni di guide turistiche e libri di cucina strettamente locale. La tua casella di posta elettronica sarà bombardata di pubblicità sull’ultima specialità della casa, e sulle pregevoli pubblicazioni su come preparare al meglio la porchetta della nonna, mentre il tuo povero romanzo aspetta da secoli una presentazione che non arriva mai e i tuoi messaggi non trovano risposta che dopo mesi. L’editore, gambali e canna da pesca, sta grigliando carne e pesce nei ristoranti di qualche borgo sperso nel blu e non ha, bontà sua, proprio tempo per presentare libri di letteratura, che giudica troppo impegnativi mentre si gratta la testa per cercare di capire che scusa deve inventarsi affinché non lo mandi al quel paese.

Il sotto-circolo influenza l’editore, così il tuo libro se non sei minimo simpatizzante acritico, finirà nel dimenticatoio. Sì, perché quello stesso editore che all’atto della firma del contratto ti ha promesso di distribuire il tuo libro, ti ha promesso una tua partecipazione magari, per dirne una a caso, alla fiera del libro di Roma o di Milano, poi se ne scorda, e nei giorni della Fiera non risponderà neppure alle tue mail, mentre alla Fiera ci saranno ovviamente i signori e le signore del sotto-circolo in gran pompa e sfogo di paillettes.

E quando organizzerai tu una presentazione, perché si sa che alle presentazioni si vende, l’editore, prima dirà sì, idea grandiosa, sono d’accordo, organizza, ci sarò, poi farà saltare tutto, anche la pazienza dei librai ospiti presso cui era programmato l’evento che, ovviamente, non si farà.

In poche parole sei fuori dal circolo e dal sotto-circolo, in pratica non sei nessuno perché hai conservato intatta la tua dignità e hai sputato in faccia al compromesso e alla cortigianeria e magari hai detto pure al re che le sue poesie sono davvero pessime e che dovrebbe tingere ombrelli nel Sahara invece di scrivere. In quel caso sei morto, finito. Cavalier serventi, valvassori e valvassini si schiereranno compatti per difendere la sublimità poetica del reuccio fatto a mano del momento.

Eppur è bello essere anti-circolo e anti sotto-circolo e pensare autonomamente, perché è solo così che nascono le storie.

1  M. Cristina Assumma, Il fascino e la carne, il flamenco racconta, Melusina, 1998, p. 158.

https://antichecuriosita.co.uk/il-destrutturalismo-punti-salienti/

https://www.youtube.com/watch?v=tJSjTiJeO94

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