Nessuno, la scrittura creativa

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Nessuno, la scrittura creativa

Nessuno, la scrittura creativa

Il lampadario della casa editrice, mixed media on canvas, 76 x 50 cm. by Mary Blindflowers©

Postato da Mary Blindflowers

Nessuno, la scrittura creativa

 

In Italia va molto di moda organizzare corsi di “scrittura creativa”, rigorosamente a pagamento. Insegnano a usare grammatica e punteggiatura appropriate, tutto qui, dato che la creatività non si può, ovviamente insegnare. La creatività è un dono celeste, o ce l’hai o non ce l’hai, nessun corso al mondo potrà mai infondertela.

I corsi di scrittura creativa tuttavia sono specchietti per le allodole, non servono realmente ad insegnare la grammatica, che uno scrittore dovrebbe aver appreso fin dalle scuole elementari, bensì a reclutare persone da pubblicare, creando un giro di mafia incredibile. In pratica lo scrittore X paga per fare un corso di “scrittura creativa” organizzato da un editor importante che nel 90% dei casi sta là in virtù di un partito politico. Lo scrittore dicevamo, ha la possibilità di interagire e ungere l’insegnante, oliarlo ben bene per farsi poi pubblicare. Il gioco è semplice e costoso. Piace all’editor che organizza la faccenda perché guadagna quattrini extra per dire dove si devono mettere punto e virgola, piace agli scrittori che sperano di essere pubblicati da quell’editor e spesso ci riescono. Alcuni invitano l’editor perfino a casa e pubblicamente anche… Leggete…

Il testo che segue è un dialogo reale, postato pubblicamente su FB. I refusi non sono stati corretti

Personaggi:

G.M. (Giulio Mozzi)

Nessuno

Maria Grazia Maiorano (Amica di Giulio Mozzi)

Mauro Masi (uomo che passa)

Azzurra D’agostino (Amica di Giulio Mozzi)

Libreria Futurista (Uomo che passa)

P.S. Non sono stati corretti i refusi (volutamente).

G.M: Qualcuno è interessato ad un corso di punteggiatura? Io ho voglia di farne uno…

Nessuno: Ma per imparare ad usare la punteggiatura non basterebbe leggere un po’ di più?

G.M: Nessuno, per imparare un sacco di cose basta guardare come fanno gli altri. Ma se uno ti spiega un po’, magari diventa più semplice.

Nessuno:  Se la spiegazione costa preferisco fare da me, non me lo posso permettere. Credo che sicuramente si possa insegnare a scrivere secondo manuale, perfetta punteggiatura, perfetto italiano, ma la creatività non si può insegnare, quella o ce l’hai o non ce l’hai, non c’è niente da fare. E comunque se uno scrittore non sa neppure usare la punteggiatura in modo appropriato, forse dovrebbe cambiare mestiere, dato che si presume abbia fatto le scuole dell’obbligo. Coi 150 euro richiesti ci compro una montagna di libri usati…

G.M: Be’, Nessuno, sei tu – a quanto pare – che difendi il “modo appropriato”, cioè la punteggiatura “secondo manuale”, imparata alle “scuole dell’obbligo”. Mica io. E ovviamente il seminario non si rivolgeebbe a “scrittori”, ma a persone umane.

Maria Grazia Maiorano: Preferisco non comprarmi: vestito, scarpe, costume da bagno, cappotto nuovo ect ma spendere i miei soldi per un corso, visto che si è aperto l’argomento… se bastassero i libri, per imparare, io che sono insegnante non avrei diritto di esistere. giulio prendi nota che ti ospito aggratis, nel mio paese vicino al mare ed alla Valle d’Itria, non so se mi spiego…

Nessuno: Giulio, rigiri la frittata in modo sofistico. Usare la punteggiatura in modo appropriato è il minimo richiesto a chiunque scriva, fosse pure un temino alle elementari, a meno che non si conceda il “totoano” ma sì abbondiamo… con punto, due punti e punto e virgola della famosa lettera della “laura”. Non è la punteggiatura che bisognerebbe rivoluzionare in ambito letterario ma la mentalità muffosa e a compartimenti stagni di certa editoria. Tu dici però che il seminario è rivolto a persone umane. Mi verrebbe da chiederti, perché gli scrittori non sono persone umane? Forse sono maligna, ma credo che il lattaio e il fruttivendolo non verranno ai tuoi corsi… E cara Maria Grazia, il costume da bagno devo comprarmelo, perché al mare nuda non ci posso andare. I miei costumi da bagno costano 5 euro, con cui neppure un’ora di corso ci posso fare. Ho gli stessi stivali da tre anni e li ho pagati meno di 37 euro, il cappotto nuovo non mi serve, visto che ne ho comprato uno bellissimo al mercatino dell’usato.

Maria Grazia Maiorano: Ok, pane e cipolla per 2 mesi…Ironia, no eh?

Nessuno: Ho mangiato anche pane e cipolla e non è niente male, meglio di certe altre porcherie pre-confezionate. L’ironia si usa al momento opportuno. Non dico che ho ragione io, semplicemente dissento, non mi trovo d’accordo, questa si chiama democrazia… La cipolla  ai giorni nostri è enormemente sottovalutata…

Maria Grazia Maiorano: Guarda che io ho solo scritto il mio modo, relativo alle mie personalissime possibilità economiche, per tirar fuori i soldi per una cosa che ritengo utile (per certi versi necessaria, nell’ambito della mia personalissima gestione del mio tempo e della mia vita). Mica ho detto alle genti che così si fa.

Nessuno: E guarda che anche io ho solo scritto il mio modo, relativo alle mie personalissime possibilità economiche per non tirar fuori dei soldi per una cosa che ritengo inutile (per certi versi dannosa nell’ambito del peso delle mie saccocce che ne risulterebbero inutilmente alleggerite). Mica ho detto alle genti che così si fa.

 G.M.: tutti gli scrittori sono persone umane, ma non tutte le persone umane sono scrittori. Le persone umane sono molte di più.

Maria Grazia Maiorano: giulio. puglia. giulio. alberobello. giulio. monopoli. mare trulli ecc. giulio…Tentativo di ipnosi…

Nessuno: Autoipnosi… Giulio, i tuoi corsi incoraggiano le persone umane a diventare scrittori, pericolosa tendenza. Gli umani che scrivono aumentano ma diminuiscono gli umani che leggono. Tutti vogliono scrivere ma nessuno vuole leggere. Peccato…

Maurizio Masi: E il signor Mozzi lo terrebbe gratuitamente?

Nessuno: Ecco, lo stavo per chiedere…

G.M: Al momento no. Mio padre e mia madre hanno insegnato una vita, e sono sempre stati retribuiti (hanno pure la pensione, adesso). Seguo il loro esempio. Qui c’è la cronaca di una lezione (link del suo sito).

Nessuno: I corsi non mi piacciono anche per un altro motivo, sono la dimostrazione che in Italia la scuola non funziona e l’istruzione fa acqua da tutte le parti. Insegnanti universitari che organizzano corsi privati e costosissimi al di fuori dell’Università incapace di garantire un master gratuito in qualsivoglia materia, editor che organizzano corsi di scrittura e si fanno pagare profumatamente perché la scuola non è all’altezza di insegnare compiutamente. I corsi privati per me sono un sintomo di inadeguatezza del pubblico che permette l’arricchimento dei privati. Un po’ come il medico. La mutua non ti garantisce subito il professionista, se non vuoi schiattare devi andarci a pagamento. Che sfascio. E comunque questa è grammatica spicciola.

G.M: E’ per questo che lavoro anche per l’Istituto per la sperimentazione didattica ed educativa della Provincia di Trento. Sarei felice di lavorare sempre, come hanno fatto per una vita i miei genitori – decentemente pagati – nella scuola pubblica. Queste cose si fanno alle elementari? Sarà. Ma allora perché un’insegnante di liceo ha trovato la lezione abbastanza interessante da trascriverla? (Ah: e non è grammatica, è stilistica – sempre spicciola, ne convengo).

Nessuno: Sì, stilistica, le definizioni sono importanti. Conosco molte insegnanti di liceo che dovrebbero stare a casa a fare la calza, perciò non mi stupisco. Mi chiedo piuttosto se l’interesse non sia causato dal nome Mozzi Giulio. Se Pinko Pallo, illustre e preparatissimo sconosciuto, avesse organizzato il corso, l’entusiasmo sarebbe stato lo stesso? Chissà… La natura umana è tale che neppure Mozzi può ignorare certe dinamiche…

G.M: Dell’insegnante in questione tu non sai nulla; io la conosco bene (sul piano professionale); ed è un’insgnante brava. Ovviamente se io non fossi notoriamente un genio dell’insegnamento della scrittura a nessuno sarebbe interessata la mia proposta.

 Maurizio Masi: Devo abbandonare la disquisizione. Non sono all’altezza di un “genio”. Saluti.

Nessuno: La definizione di “brava” è soggettiva. Noto con piacere che sei modesto all’ennesima potenza. Leonardo è un genio, Ionesco è un genio, Caravaggio è un genio. Giulio Mozzi è un comune mortale.

G. M: Sono vent’anni che lavoro su queste cose; che studio; che sto in aula tutti i fine di settimana da ottobre a giugno; che faccio pubblicazioni sull’argomento; che metto in circolazione materiali; eccetera. Mi sono fatto un po’ di nome, sfacchinando. Che male c’è? – Indubbiamente la definizione di “brava” è soggettiva: la tua opinione che molte insegnanti di liceo dovrebbero stare a casa a far la calza lo è altrettanto, mi pare. — Trovo imbarazzante il paragone con due imbrattatele e con un autore di teatro che non è mai riuscito in vita sua a scrivere una commedia come si deve.

Nessuno: Non lo metto in dubbio, ma visto che sei così preparato dovresti usare con più attenzione la parola “genio”. Caravaggio sarebbe un imbrattatele? Poveri noi!

G.M. Infatti: uso la parola “genio” solo quando parlo di me. Ma ormai sono le undici di sera; oggi ho scritto tre capolavori e mezzo e sono un po’ stanco. Mi ritiro nella mia lampada.

Nessuno: Questo è humor o tumor? Mah…

G.M. Sono serissimo, Nessuno. Qualcuno ha visto Aladino? Chissà dove ha ficcato la lampada, benedetto ragazzo. Sempre così distratto… E poi le notti in bianco toccano a me. Che vita!

Nessuno: Le fiabe sono davvero una cosa seria, come le racconti bene tu non le racconta nessuno, a 37,5 euro l’ora…

 G.M: Gli insegnanti di ruolo della scuola secondaria superiore hanno una retribuzione oraria lorda di circa 49 euro: e tutta la sicurezza del posto fisso.

Nessuno: Evidentemente non funzionano se i privati organizzano corsi extra-scolastici che per legge dovrebbero essere gratuiti e garantiti dalla scuola pubblica. Comunque i conti non tornano, perché un insegnante di Liceo non guadagna 6700 euro al mese, bensì 1400 quando va bene… Occhio alla calcolatrice…

G.M: 49 è il lordo per ora di lezione in aula. Dati Ocse.

Nessuno:  Un insegnante fa metti 5 ore al giorno, sei giorni a settimana, per 4 settimane, il conto è presto fatto…

G.M. Un insegnante nella scuola secondaria superiore non fa 30 ore di lezione in aula per settimana.

Nessuno:  Quante ne fa? Due?

G.M: Il contratto nazionale ne prevede 18. Vedo che hai le idee molto chiare sulla scuola, … (E ricordo che la retribuzione lorda comprende anche tutte le tasse versate direttamente dal datore, i contributi pensionistici, la quota tfr, la tredicesima ecc.).

Nessuno: Sono sempre 3822 euro secondo i tuoi calcoli lavorando solo tre ore al giorno. 2400 euro di tasse? Mi sembra troppo…

G.M. Guarda questa tabella… (rischio calcolato)

Nessuno: La fonte di questa roba? Primo compito di uno storico è controllare la fonte, che sia attendibile… E questa non lo è!

G.M. La fonte è la rivista “Rischio calcolato” (come risulta evidente dal link), che non è particolarmente autorevole; ma i dati che presenta sono arcinoti (la stima delle “tassazioni aggiuntive” è più opinabile, ma qui non ci interessa). La pressione fiscale in Italia, nel 2012, è stata del 45,1%, come risulta (era su
tutti i giornali nei giorni scorsi) dal Documento di economia e finanza appena diffuso dal Ministero del Tesoro… Ah: di quella cazzata lì che dicevi prima, che gli insegnanti della secondaria superiore farebbero 30 ore di lezione in aula per settimana, qual è la fonte?

Nessuno: Ecco, quindi secondo il tuo ragionamento tu trattieni circa 10 euro dei 37,5? Mozzi, non abbandonarti al turpiloquio, “cazzata” eh, non si può dire, era solo un’ipofisi, un’innocente ipofisi… Così, per ragionare…

G.M. Non mi abbandono al turpiloquio, lo uso con scienza e coscienza. Puoi rispondere alla domanda?

Nessuno: Occhio, ho già risposto… In un regime democratico si può anche non essere  d’accordo o no? Oppure perché ti chiami Giulio Mozzi e selezioni testi per Einaudi, bisogna essere per forza d’accordo? Dissento, fortemente dissento… Di 37,5 quanto trattieni?

G.M: Ci guadagno di che vivere…

Nessuno: Il lavoro ce l’hai già. Giulio Mozzi è considerato un guru nell’editoria italiana, il guruismo non paga?

Azzurra d’Agostino: macché guru… boh mi sembra ripeto che si manchi di rispetto alla professionalità delle persone…

 Nessuno: Guru non è mica una parolaccia!

Libreria Futurista: Non per polemizzare, ma per pura amplificazione: che direbbero di certi corsi certamente utili, ma -secondo noi- francamente extra-creativi- Wittengstein, Chomsky, Lacan, Ionesco, eccetera? Cordiali saluti.

G.M: Io approvo i corsi? Ma scherziamo? Sai leggere?

Nessuno: Tu fai corsi di scrittura creativa e di punteggiatura, io no. Se li fai li approvi. Spero che tu creda almeno in quello che fai. Io credo in quello che faccio.

G.M: Li trovo inutili e non mi piace farli. Li faccio solo perché ho una pistola alla tempia.

P.S. L’intera conversazione è stata copiata e incollata da FB in un file, con ora e data, per ricordo di questi  preziosi momenti…

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