Di Feffo Porru©
Ma se in un tempo propizio l’estate dirada
le carrozze sulla laguna riconosceremo la maestranza suprema
che presenta le meraviglie plasmate dalla natura incoronata
nelle fuggitive rimembranze di un volto ritornato al com’era?
Angelo rattoppato dov’è l’impero con reali servitù che solennizzano
il supplizio degli eroi abbondanti di lame barbare?
Io ricevo unguenti gustosi sulla mia proda costale lacera
ma peggiorano i prodigi diletti dall’infuriare dei martiri
che trascinano buoi corazzati dalle zampe possenti.
Franava nell’amorfo spazio indenne la venatura amena
del mio blasfemo istinto che era bàlia delle nervature tese
nei giardini venuti a meno d’ insipidi pistilli .
Angelo che ti trasmuti in quercia paterna
dammi tu la sostanza delle mie impronte
sulla vita genuflessa a una biforcuta genesi dannata!
Se il chiasso s’oscura tra i lecci ondulanti
e il ginepro fiocca di lampare ovattate
saremo capaci di cingere serti di gloria
alle chiome di noi vinti alogeni?
Nell’avo propino antidoti per le follie guerrafondaie
che percorrono le mie siepi amaranto.
Oh arcangelo guerriero conserva le mie bacche
per le battaglie con i mostri . . .
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