Il fiele dei limoni mossi

Il fiele dei limoni mossi

Il fiele dei limoni mossi

Di Mary Blidflowers©

Il fiele dei limoni mossi

Antique Engraving Print, Home Again, 1840 ca., credit Antiche Curiosità©

 

Vorresti il fiele dei limoni mossi

… 

Vorresti il fiele dei limoni mossi,

fiati grossi di balene,

vorresti il margine del bosco intatto,

lo scatto a serramanico del cielo

su ogni anfratto di miseria,

e un’ugola d’uccelli che canta il mondo

da mattina a sera

contro rovelli d’incomplicato giubilo,

mediocri clowns altilenanti,

scevri d’alchemico furore,

vorresti il cuore della terra in mano

e l’asciutto bianco delle sclere

nel rimasuglio stanco delle sere.

Vorresti il mondo a tua sola dimensione

senza capire che la vita

è un’illusione…

Scrivo postuma

Scrivo postuma ancor viva
cachessìa di chicchessìa, negletta
stretta, all’angolo scuro di provetta
ad autocombustione già combusta
nelle fruste letterarie dell’uopo
senza scopo croco cocco,
guasto e stocco
e via ‘issopo della busta al cromosbocco
che fa tanto promo.
Sono invece topo grafomante
come ce ne sono tante,
senza libro, senza tomo, senza fante.
La scrittura è solo un gioco all’espirante,
un isotropo, un’attenuante.
Non mi chiedete, per favore, troppa trippa
è solo il figlio di… oggi che strippa e allippa.
Io sono solo un proletario topo,
forse solo un poco il dopo.

Avez-vous toujours raison?

.
Avez-vous toujours raison?
Pourquoi ne sortez-vous pas de prison?
Negletta interspaziale sinfonia,
aporia del dove come quando,
paternale dello sfando
con esegetico rimando al nulla esagitato,
eccolo, il poeta già arrivato!

Dove? Dove!

Covetronfio impellicciato con lo iato alpeggio
inalberato, egregio verso,
quel che è peggio è l’asperso da solfeggio
che canta e rima dell’uva e della volpe,
ma poverino, non ha colpe d’essere convinto,
è stato tinto con le fronde di Zacinto,
lo scinto cinto pinto degli dei a frequenze
che buttano l’amo per le lenze,
auguri finti senza mai scadenze
eterne semirinnovabili emergenze, cotillons,
in vernacolo mischiato,
Avez-vous toujours raison?
Pourquoi ne sortez-vous pas de prison?

 

https://antichecuriosita.co.uk/il-destrutturalismo-punti-salienti/

https://www.youtube.com/watch?v=t3217H8JppI

Comments (2)

  1. Francesco Terracciano

    Bella.

  2. Mariano Grossi

    Per la prima volta assistiamo ad una Mary Blindflowers ottativa e commiserativa (triplice seconda persona singolare autoriflessa del condizionale presente del verbo volitivo per eccellenza!), ma siam certi che questa è una semplice cesura nella sua battaglia quotidiana attraverso la validazione e la vidimazione del sé stuprato e vilipeso dalle ipocrisie e dalle stercoreae mediocritates circostanti. La simbologia fitoterapica è pregnantissima: quale frutto più del limone, amarissimo e direttissimo nell’esternazione della propria sostanza, esprime la ruvidezza e la nettezza dell’io interiore? Quale fauna può rappresentare biblicamente l’allegoria della liberazione e della ricapitolazione del sé se non un enorme cetaceo parametrico per le letterature di ogni latitudine? Quale squarcio terrestre più d’una selva può metonimiare la verginità e l’incontaminazione? Che sito universale può essere più gnomonico dell’assenza di polluzioni intime se non il cielo? E ancora, in retromarcia faunistica, chi meglio dei volatili di leopardiana reminiscenza fisicizza lo svincolo da imposizioni allotrie? Il sotterraneo, il ctonio antinomico a questa sequenza ottativa è riservato alla seconda stanza: semplicistiche e scheraniche esultanze di circiterici lacchè, volgarità da pagliacci circensi, privi della forza di un paganesimo primigenio affrancante. E di nuovo il desiderio di trovare occhi privi di commozioni fatue e a comando tipico d’ipocriti convivi serotini! E l’amara autocommiserativa esclamazione finale: dimensionar la realtà circostante ai propri modelli ideali è pio onirismo.
    Parimenti Mary va perfezionando la tecnica dell’assonanza asimmetrica in contiguità ed antipodia con chiasmi (fiele/cielo – mossi/grossi – intatto/scatto/anfratto – ugola/giubilo – uccelli/rovelli) e parallelismi (bianco/stanco – sera/sclere/sere – dimensione/illusione) finemente alternati, senza abbandonare la sperimentazione neologistica (altilenanti scaltramente a cavaliere tra la semantica dell’altalena e della cantilena, a simboleggiare il vacuo e ripetitivo trastullo degli amorfi banchettanti) e la miscela centrale dell’assenza di rime in due linee foneticamente antiteticamente gravide di viscide liquide (incomplicato giubilo – clowns altilenanti) e rotanti aggressive (contro – rovelli mediocri).
    Che classe!

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