Micromassa e sistemi totalitari nei social

Micromassa e sistemi totalitari nei social

Micromassa e sistemi totalitari nei social

Di Mary Blindflowers©

In acque fangose, credit Mary Blindflowers©

Stamattina mi sveglio e noto che mi hanno iscritto senza chiederlo ma su invito di un contatto, ad un gruppo chiuso. Leggo un po’. Mi imbatto in un post copiato preciso preciso da wikipedia sulla famigerata Mary Bell, l’assassina bambina, che vissuta in un ambiente violento, divenne una serial killer di bambini. Nel post c’era anche la foto della Bell scattata dalla polizia, quand’era ancora bambina, poi sotto, una miriade di commenti, davvero tanti. La maggior parte commentava la foto dicendo che si vedeva che la bambina era psicopatica, altre dicevano che avrebbero dovuto ucciderla da piccola sulla sedia elettrica, altri dichiaravano di essere preoccupati perché la Bell potrebbe essere ancora in giro, dato che ha cambiato nome e si è rifatta una vita. Non ho potuto fare a meno di notare la superficiale sicumera dei commenti. Ho scritto su fb un post al riguardo, riflettendo sul fatto che la massa sia assolutamente e pienamente influenzabile da immagini e parole. La foto di Mary Bell di per sé è una foto qualsiasi che potrebbe ritrarre una bambina qualunque, non ha nulla di inquietante, anzi. Però dopo aver saputo che ritrae un’assassina, molti la trovano inquietante. Postando la stessa foto e dicendo che si tratta di una bambina prodigio, probabilmente molti la troverebbero dolce e carina. Forse alcuni si spingerebbero oltre, affermando che è simile ad una delle loro figlie. Inutile negare che la massa è di fatto dominabile, non vede quello che vede ma vede quello che gli altri le dicono di vedere. La forza dei leaders si basa proprio su questa possibilità di influenza. Il popolo minions ha bisogno di una guida, di un padrone che gli indichi le linee da seguire, che lo inciti in una direzione piuttosto che in un’altra. Pensavo nella mia sincera ingenuità, che l’amministratrice della pagina avrebbe trovato utili queste considerazioni per una conversazione intelligente, ma come sempre accade, non si fanno i conti senza l’oste. Non solo si è risentita, ma ha addirittura cancellato tutti i commenti, lasciandone solo due, per difendere il suo gruppo. Nei social si riproduce il modello sociale dominante, perché alla fine siamo come piccoli insetti, animali che tendono a riprodurre in qualunque posto si trovino, il modello di comportamento a cui sono abituati da sempre. Si creano come dei micro-sistemi che imitano leader e massa, ossia l’amministratore della pagina diventa nel suo piccolo un leader e chi lo segue è la massa da gestire e difendere anche nel caso di attacchi esterni o ragionamenti che possano comprometterne l’integrità. Così se i componenti del gruppo postano sciocchezze e qualcuno lo fa notare, si mente, al punto da arrivare a cancellare i commenti compromettenti, per non essere messi in cattiva luce all’esterno del gruppo. Così si annulla qualsiasi possibilità di discussione critica, di opposizione, di intelligenza creativa. La massa-gruppo bela, il leader la dirige e la difende, se occorre. Non difenderla significherebbe infatti perdere consenso. E il consenso e la piaggeria sono tutto su un social, a quanto pare.  Si crea così un micro-sistema chiuso e ottuso in cui ci si liscia, ci si improvvisa sociologi, psicologi, intellettuali, insomma si può essere chiunque si voglia, tanto si è protetti, si sta al caldo, al sicuro, nessuno critica nessuno. Chi pensa o osa dire ma, ci sarebbe un ma… viene etichettato come allucinato, outsider, uno fuori dal coro, che finirà per andarsene da una società in cui è tutto censurato, dato non si può discutere o parlare.

Il totalitarismo siamo noi, noi lo costruiamo, noi che non apriamo gli occhi per vedere, e non scrutiamo più in là del nostro bisogno di far parte di un circolo di idioti annuenti che alzano ed abbassano la testa per dire sempre sì, sono dei vostri, vi difenderò a costo di mentire, vi difenderò perché io sono voi e voi siete me in un annullamento totale del sé.

https://antichecuriosita.co.uk/manifesto-destrutturalista-contro-comune-buonsenso/

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