Come si costruisce un genio nel regime vecchio

Come si costruisce un genio nel regime vecchio

Di Mary Blindflowers©

La strada del sé, credit Mary Blindflowers©

 

Hai perso la strada del sé e corri a commentare poesie con le tue poesie; non hai capacità critiche e cerchi di metterti in evidenza in qualche modo, qualsiasi modo, anche accostando zucchine crude con panna montata e lamponi con costata di manzo al sangue; sei un buonista esangue, parola abusata che non significherebbe quasi nulla se non delineasse la caratura del demente che sprizza da tutti i pertugi simpatia e finto amore universale, amore indiscusso specialmente per se stessi. Indugi nell’osservazione estatica di te, e correggi il pelo nell’uovo, la stortura del chiodo, la perfezione del cerchio, dimenticando che l’arte è imperfetta, non sgorga dal sigillo preimpostato di un impiegato catastale. Lodi l’orto del vicino solo se è un direttore di rivista o un editor da cui pensi di trarre dei vantaggi diretti e indiretti. Critichi solo la critica perché non sopporti di essere criticato in alcun modo, e nello stesso tempo eviti compromissioni evitando di esprimere apertamente pareri personali che ti limiti ad enucleare nel chiuso chiassoso e oscuro delle chat e dei commenti privati, così l’apparenza è salva. Andrai in Paradiso, un luogo noioso costruito da gente con gli occhiali e le mani sotto il mento che finge silenzio e lavora nel buio e se sarai sufficientemente inutile e untuoso, se legherai bene le tue sorti e i tuoi servizi a quello di un padrone, forse verrai invitato in televisione e parlerai con nonchalance di temi sociali di portata pseudo-universale, di cose già dette all’infinito, che la gente sa già, perché il déjà-vu non spaventa mai e piace, lezione numero uno. Così sarai qualcuno nel carro dei qualcuno che contano e giocano a carte sul mondo, sarai servo e despota contemporaneamente, e ti atteggerai a grand’uomo che parla, anche se sei solo uno sbarbatello senza attributi né talento, sbattendo leggermente le palpebre e sorridendo coi denti sbiancati di fresco coi soldi di papà. Sarai l’uomo perfetto per un mondo perfettamente domato, la pelle di tigre ridotta a tappeto da salotto o scendiletto delle dame dell’alta società e dei signori di buona famiglia. A questo punto potrai decidere di essere ciò che vuoi, uno scrittore, un pittore, un compositore, un attore e costruirti una biografia finta da servire ai media, magari inventandoti qualche passata sofferenza esistenziale, per universalizzare il tuo stato di uomo vincente che ce l’ha fatta nonostante i cattivi e le difficoltà della vita, i soprusi degli ignoranti, dei bulli, degli sciocchi illetterati, etc. La tua strada sarà spianata, lucidata da te e da altri che contano ma non si vedono. La meta sarà raggiunta, il percorso compiuto, il gioco svolto, il personaggio servito per chi ha il coraggio di credere.

Tutti diranno che sei colto, simpatico e geniale. Nel caso avessi deciso di essere uno scrittore, i servi del regime ti presenteranno come un genio, un anticipatore, un prodigio, e diffonderanno il tuo nome e l’immagine del tuo viso allegro e intelligente, ai quattro venti. Faranno perfino finta di stupirsi della tua mostruosa intelligenza, e se sei giovane diranno che sei un diverso che ce l’ha fatta, uno che scrive come un adulto, anche se poi in realtà la tua scrittura è banale e inutile, i tuoi libri buoni per fare aereoplanini o ventaglini di carta con cui sventolarsi nelle lunghe e afose sere d’estate del mediterraneo.

I tuoi mentori non diranno mai di chi sei figlio e per quale ragione politica in realtà tu stai lì a parlare in televisione, a discettare di libri pur non avendone mai veramente scritto uno decente. I tuoi sostenitori politicamente agganciati, non diranno mai che la Repubblica italiana è una barzelletta fondata sul bluff, e che tu sei solo uno dei suoi frutti bacati. Ti costruiranno invece sapientemente, magari ti suggeriranno di inventarti anche qualche stranezza perché il genio affinché sia genio, deve essere pure un poco strano, un po’ curioso, deve saper fare anche cose stravaganti che colpiscano l’immaginazione della gente e lo elevino al di sopra del comune mortale, per poi avvicinarlo a questo attraverso l’invenzione programmata di oppressioni passate. I giornali parleranno di te in termini estremamente lusinghieri, i conduttori televisivi faranno la gara per invitarti a comunicare al mondo la tua infinita sapienza, la tua profonda e precoce conoscenza delle lingue del mondo, e diranno che sei un prodigio venuto sulla terra a miracolo mostrare, insomma un fenomeno.

Così nasce un personaggio, uno scrittore magari, un artista, un genio.

Così ci si illude nel mondo e si ascoltano le voci del potere senza capire cosa si stia ascoltando, cosa ci stanno dando in pasto. Così ogni qualsiasi asino col basto ben nato, diventa un genio.

Signori e signore, buttate la lampada, la tv e i giornali nel secchio, queste sono cose da regime vecchio.

https://antichecuriosita.co.uk/manifesto-destrutturalista-contro-comune-buonsenso/

Comments (2)

  1. Mariano Grossi

    Quando Carmelo Bene asseriva che in Italia pe esser geni basta nascere…

  2. Rita

    Fuori il nome….scherzo. Purtroppo non fa nemmeno più notizia un atteggiamento del genere. Trovo oltremodo orrendo commentare con proprie poesie (….) una poesia e ossequiare chi è in vista. Dignità dove sei finita

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