Talking Dolls, bambole parlanti

Talking Dolls, bambole parlanti

Talking Dolls, bambole parlanti

 

Creepy Dolls, bambole parlanti

Talking Doll, 1915, credit Antiche Curiosità©

 

Mary Blindflowers©

Talking Dolls, bambole parlanti

.

Edison è famoso per aver inventato la lampadina, anche se pare che la lampadina di Alessandro Cruto fosse molto più efficiente e luminosa della sua, soltanto che Cruto non aveva finanziatori, Edison che sapeva vendere se stesso molto bene, sì.
Le invenzioni sono come la letteratura, non è la migliore che vince, ma quella di chi ha più denaro.
Qui però parlerò d’altro.
Del fonografo e delle bambole.
Edison annunciò l’invenzione del fonografo il 21 novembre 1877. Il primo schizzo del fonografo sui suoi diari risale al 12 agosto 1877. In realtà pare che Edouard-Léon Scott de Martinville abbia inventato la registrazione del suono 20 anni prima che Thomas Edison inventasse il fonografo.
Anche in questo caso la paternità dell’invenzione, è stabilita dal denaro.
Edison aveva pensato all’utilizzazione del fonografo per la dettatura di lettere e documenti negli uffici, ma non escluse, prima del suo perfezionamento, l’uso dello strumento anche in luoghi di ricreazione e nei giocattoli, in modo che la gente acquistasse familiarità con la nuova invenzione.
Il 19 febbraio 1878 Edison ottenne il brevetto e insieme ad alcuni finanziatori creò la “Edison Speaking Phonograph Company”, per installare l’invenzione nelle fiere di paese e nei Luna park, dove inserendo dei gettoni il fonografo si sarebbe azionato.
Edison in poche parole voleva fare business.
La prima bambola parlante, Edison Talking Doll, fu commercializzata infatti nel 1890. Aveva la testa in ceramica, gambe e braccia in legno e il torace in acciaio al cui interno era posizionato un mini fonografo funzionante a manovella, con un cilindro in metallo ricoperto di carta stagnola o di cera. I suoni erano incisi proprio sulla carta o sulla cera e venivano riprodotti grazie a un cornetto acustico. L’invenzione venne esibita per la prima volta nel 1889 all’Exposition Universelle di Parigi e molti visitatori rimasero meravigliati e stupiti, tanto da convincere Edison a organizzare una produzione in serie della bambola.
La “Edison Phonograph Toy Manufacturing Company” produceva le bambole la cui voce aveva lo scopo di divertire i bambini. Tuttavia, lungi dal farli sorridere, più che altro ne erano spaventati. La qualità del suono era pessima, la voce macabra e terrificante, tant’è che anche i giornali dell’epoca non risparmiarono le battute sulla creepy doll, lanciata per l’esattezza sul mercato nel natale del 1890 in due versioni: quella economica da dieci dollari; quella lusso con il vestitino buono, per i bambini più ricchi ed esigenti. Si trattava di un giocattolo abbastanza costoso per quell’epoca. Chi la acquistò si pentì ben presto. Le bambole dovevano recitare filastrocche come “Mary had a Little Lamb” e “Twinkle, Twinkle Little Star” ma, una volta azionate, il mormorio era quasi incomprensibile. Perfino L’Washington Post sbeffeggiò le bambole scrivendo che non si riusciva veramente a capire quello che dicessero.

Da un punto di vista commerciale l’idea si rivelò dunque un flop, dato che vennero venduti su 2500 solo 500 esemplari di cui oggi sono rimasti pochissimi pezzi. La società fondata da Edison chiuse dunque i battenti. Alcuni esemplari di queste bambole sono conservate nei musei ma per tanto tempo è stato impossibile, a causa dell’usura, azionare il meccanismo che le faceva un tempo parlare. Soltanto nel 2007 presso il Lawrence Berkeley National Laboratory si è pensato di dare voce alle bambole di Edison conservate nei musei, tramite un nuovo sistema: IRENE che consente di digitalizzare il suono ricostruendo al pc le immagini dei solchi impressi sul supporto di registrazione. Le voci delle bambole quindi sono di nuovo udibili, buone per chi ama l’horror.
Nonostante il fallimento edisoniano, l’idea delle bambole parlanti non è stata abbandonata del tutto, anzi, è possibile trovare bambole degli inizi del 900 con un cilindro inserito dietro la schiena e che aveva lo scopo di riprodurre la voce della bambola.
Invero sono piuttosto bruttine e in genere abbastanza screpolate, ma affascinanti.
Negli anni 80-90 si usava anche un piccolo disco nero in vinile dietro la bambola che ne riproduceva la voce e vennero prodotte bambole di tutte le misure, anche molto grandi.
Il mercato contemporaneo è oggi pieno di bambole e giocattoli che parlano. La qualità della voce è man mano migliorata, grazie all’evoluzione della tecnologia.
Se dovesse mai capitarvi tra le mani un esemplare di talking doll degli inizi del secolo, potete star certi del suo ostinato mutismo. Il silenzio è infatti d’oro.

.

Libri Mary Blindflowers

DESTRUTTURALISMO Punti salienti

 

Post a comment