Signora, il numero giusto

Signora, il numero giusto

Signora, il numero giusto

Signora, il numero giusto

Coronavirus, mixed media on canvas by Mary Blindflowers©

 

Mary Blindflowers©

Signora, il numero giusto

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La signora indossa un tailleur firmato, occhiali con lenti leggermente affumicate e un trucco più pesante del dovuto per nascondere l’età avanzata.
La signora non è riuscita nemmeno a laurearsi in lingue all’università ma è riuscita a farsi sposare da un medico di fama.
Dal giorno del suo matrimonio la sua attività principale può essere definita con un solo verbo all’infinito, reiterato per ben tre volte perché per lei si tratta di un’attività sacra che la stanca e le occupa la maggior parte del tempo: snobbare, snobbare, snobbare.
La signora è la signora e il resto del mondo è il resto del mondo, insomma roba di poco conto, se si esclude il marito e la cerchia di baroni che ruota attorno a lui.
La signora snobba l’elettricista che ogni tanto le aggiusta l’impianto elettrico; snobba l’idraulico che le mette a posto le tubature e non solo…; snobba il giardiniere che le modella i cespugli e non solo…; snobba la sarta che le cuce i vestiti; snobba il meccanico che pure le è utile per aggiustare le sue macchine costose; snobba il salumiere a cui è costretta, suo malgrado, a rivolgere la parola, quando sceglie il prosciutto di prima qualità che vende nel suo negozio. La signora compra soltanto nei negozi sotto casa, specie se la domestica è in vacanza, e se proprio deve spostarsi, usa una delle sue macchine. Adesso poi con il coronavirus il contatto con gente del popolino la rende isterica. Esce con due mascherine perché una sola non basta, prevenire è meglio che curare, come dice sempre suo marito. Inoltre indossa i guantini, doppio paio uno sull’altro e sterilizza ogni cosa prelevata dal mondo esterno, quando non può sterilizzarla la disinfetta e se non può disinfettarla la mette in forno a 250 gradi. Passa così le sue giornate, sterilizzando, disinfettando, infornando, parlando sempre del marito medico come se fosse un jolly e snobbando tre volte il prossimo. Una gran fatica, davvero. In realtà ha pure un’amante fisso, come ogni buona signora bene dell’alta borghesia, ma ha dovuto interrompere le visite per via del virus. Di lui non parla davvero mai, non sarebbe elegante.
Da quando le case farmaceutiche hanno scoperto un nuovo vaccino contro il covid, non sta più nella pelle, non vede l’ora di farselo iniettare. Aspetta con ansia la lettera con la chiamata al vaccino. La signora ha una illimitata fiducia nella scienza, nella sua infallibilità, nel marito baron jolly, nel Signore Dio, nelle riviste scientifiche, nell’amante solo se nudo e crudo, nel polpettone della domenica mattina cucinato dalla dipendente filippina che in pubblico chiama domestica e in privato serva. Un bel giorno minaccia di cacciarla via di casa perché quella zotica ignorante rifiuta di farsi vaccinare.
“Non mi voglio vaccinare, signora”, le ha detto così, col suo accento esotico, chiaro in faccia, senza mezzi termini.
“Tu ti devi vaccinare”, insiste la signora, allibita.
“Non me la sento”.
“Non te la devi sentire, lo devi fare e basta! Sei troppo ignorante per capire, devi studiare medicina come mio marito, non puoi comprendere altrimenti, vedi la medicina si basa sui numeri. Se la maggioranza delle persone trae vantaggi dal trattamento vaccinale, ma ci sono rari casi di persone che sviluppano una reazione avversa, è un rischio calcolato, il trattamento comunque funziona perché la maggior parte dei vaccinati ha avuto esiti positivi, capito, conta il numero!”
“Sì ma chi mi dice che io non rientri nella minoranza che sviluppa reazioni?”.
“Sei proprio ignorante, non c’è nulla da fare! Ma la capisci l’importanza del numero? Nemmeno quando ti prendi l’aspirina sei tranquilla al cento per cento perché può farti male ma di fatto è molto molto improbabile nell’economia dei numeri che tu sviluppi una reazione avversa”.
“Io non prendo l’aspirina, non mi serve”.
“Era solo un esempio”.
“Comunque il vaccino non me lo faccio”.
“Allora ti licenzio”.

Di fronte alla prospettiva di un licenziamento, la filippina che ha due figli a carico e un marito licenziato da poco, deve cedere e si fa il vaccino.

“Aveva ragione lei, signora, ho fatto il vaccino e sto benissimo!”
“La scienza non fallisce mai, cara, ricordati l’importanza dei numeri!”.
“Sì, sì, ha ragione, viva i numeri, siamo numeri, numeri numeri!”.

La signora è contenta di avere istruito l’ignoranza.
Il giorno dopo va a farsi il vaccino.
Dopo tre giorni la signora muore. Diagnosi: Vitt, rarissima sindrome post-vaccino che induce trombosi.
Poco prima di morire ha sentito il medico che scuoteva la testa, mentre cercava di rianimarla, dicendo: “la medicina si basa sui numeri, si vede che questa donna non era il numero giusto”.

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DESTRUTTURALISMO Punti salienti

Rivista Il Destrutturalismo

Christ was a female

 

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