La parte amena dell’anatomia

La parte amena dell'anatomia

La parte amena dell’anatomia

 

La parte amena dell'anatomia

G. Tumiati, Elementi di Anatomia, vol. II, 1800, credit Antiche Curiosità©

 

Mary Blindflowers©

La parte amena dell’anatomia

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Elementi di Anatomia del dottore Giovanni Tumiati, vol. II, dei muscoli, e del modo di prepararli, diseccarli, e scolpirli in cera, Presso Francesco Pomatelli, Ferrara, 1800. Si tratta di un libro raro che parte dall’insegnamento dei fondamenti della miologia, per arrivare alla parte pratica riguardante, come recita il sottotitolo stesso, la preparazione della muscolatura dei cadaveri da studio ed esposizione per i gabinetti medici, fino alla realizzazione dal calco dai muscoli e di modelli in cera poi colorati con pigmenti.
Nella prima parte del lavoro, dopo aver esposto la descrizione dei vati tipi di muscoli, le loro velature, funzioni, utilità, etc. , l’autore descrive accuratamente il metodo per preparare i muscoli che dovevano essere mostrati freschi a fini di studio agli studenti di medicina e chirurgia, oppure essiccati per essere conservati nel gabinetto medico o fungere da modello per disegni e sculture.
Tumiati sottolinea altresì come sia meglio scegliere un cadavere atletico con poco tessuto adiposo, affinché i muscoli siano di un bel colorito e chiaramente visibili:

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Un triplice oggetto si può avere nella miotomia, cioè o si vuol dimostrare i muscoli ai giovani studenti di Chirurgia e Medicina freschi e nella loro situazione naturale, o si preparano per esicarli e conservarli nel gabinetto, o si preparano perché servano di modello per il disegno e scultura. Dalla scielta de’ cadaveri dipende in gran parte la perfezion del lavoro; questi devono essere di giovani ben formati e robusti, i pingui ed obesi, gli idropici ed i deboli per ostruzioni cachessia clorosi ec. Sono da rigettarsi; nei primi la cellulare troppo turgida di grasso nasconde i muscoli, nei secondi l’acqua che abbonda nella cellulare li rende floscie scoloriti, negli ultimi manca e colore, e robustezza: se le sezioni devono servire ad instruire o per conservare i muscoli preparati, si scielgono soggetti magri, se devono servire al disegno o scultura, sono preferibili gli atleti non emaciati da malattia: qualunque però sia l’oggetto si deve astenere dall’agitar troppo il cadavere sia prima che nel tempo della preparazione, giacché i muscoli variano facilmente di luogo; trattandosi d’instruzione si esamina l’intima struttura della sostanza muscolare e tendinosa…

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Tumiati poi descrive la rimozione della cute dai muscoli freschi utili per l’osservazione che in molti casi non può essere realizzata senza separare alcuni muscoli e indurne artificialmente la contrazione:

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spesso non è possibile mostrare in una sola figura tutti i muscoli di una data parte senza deformarla levandone molti dal proprio luogo, e dando a chi li osserva un’idea lontana del vero… La giusta cognizione della vera situazione dei muscoli guida a conoscerne l’uso, e siccome si sa che il muscolo agisce contraendosi, così si suol imitare questa contrazione col tirare il corpo del muscolo, e dedurne il suo ufficio dal moto…

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L’articolo V descrive il modo di disseccare e conservare i muscoli:

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Volendo preparare i muscoli per diseccarli e conservarli, scielto il cadavere e la parte che voglio preparare, faccio la sezione dividendo i muscoli fra loro ma lasciandoli uniti colle estremità alle ossa, indi immergo tutta la parte nell’alkool, in cui sciolgo una sufficiente quantità di sublimato corrosivo ossia muriato di mercurio corrosivo, la tengo in macerazione per un mese circa, dopo l’estraggo, pongo fra i muscoli delle filaccie asciutte e con spile e grossolane cuciture, mantengo ognuno nel luogo rispettivo… fatto questo colloco la parte in quella attitudine che mi è di piacere, indi l’espongo al sole, si asciutta celeremente, ed a proporzione che si asciutta levo le fila, le spile, le cuciture…

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L’ultima parte informa il lettore sul modo di scolpire modelli in cera partendo da muscoli veri, facendo calchi in gesso delle varie parti del corpo. Decisamente si tratta della parte più interessante del volume.

Una notazione curiosa si ritrova a pagina 186 quando l’autore  durante la spiegazione della preparazione dei muscoli del basso ventre, spiega  di aver formato un triangolo mediante dei tagli sul corpo e di averlo rovesciato “sopra le parti pudende” che avrebbe coperto “per salvare quella modestia e decenza che troppo è dovuta”. In poche parole sta dissezionando due cadaveri, separandone i muscoli, manipolandoli, tagliandoli, esponendoli, mentre giudica freddamente tutto questo la parte più amena dell’anatomia (espressione contenuta in Vol. I), e poi si preoccupa della modestia e decenza dovuta alle pudenda del corpo. Sono stranezze degli esseri umani.

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Rivista Il Destrutturalismo

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