Eschimesi, ghiaccio, cameriere, maionese

Eschimesi, ghiaccio, cameriere, maionese

Eschimesi, ghiaccio, cameriere, maionese

Eschimesi, ghiaccio, cameriere, maionese

Ghiaccio, credit Mary Blindflowers©

 

Di Gaetano Altopiano©

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Gli eschimesi vivono in mezzo al ghiaccio tutta la vita ma non hanno neanche una parola per indicare il ghiaccio

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Qui, dunque, dispepsia, sabbia da cocktail, cibo indigerito nello stomaco – si vede chiaramente dall’ecografia. Lì, volti surreali, sguardi allampionati, ciuffi di lerci capelli sulle cortecce prefrontali. Prescrizione (uno): Chelidonium, Nux vomica, Cardo mariano alla bisogna. Mi spiego (due): area 10 e 11 di Brodmann, zona dell’espressione della personalità, della pianificazione cognitiva, della moderazione nella condotta sociale, della concentrazione, dell’orientamento, del senso di giudizio e della soluzione dei problemi di abilità. In due parole, il nostro Sistema operativo. Siamo soltanto nervi, mi spiego? Fatto. Niente di grave. Apre la tenda e benedice la modifica al piano regolatore: grande parcheggio innanzi  l’ambulatorio, eh? Colpi di tosse. Trombe di auto incolonnate. A lei, però, sembra che tutto ora viri verso sinistra: proprio come in aereo quando l’ombra si sposta di colpo su mezzo lato. Prepare for landing, prepare for landing, sente musicalmente agli orecchi. E giù. Carrello aperto e terra, fiumi, mari, oceani l’accolgono come si accoglie una madre. (Lei, che non ha figli, ma solo un minuscolo pancreas incapace di produrre insulina).

La casa del cameriere

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Scoprire di essere uno dei pochissimi che apprezzano ancora le collezioni di banconote e di francobolli rari mi ha fatto sentire un verme. Già, perché gli argomenti di quella sera, quella sera lì dico, quando le auto mi sorpassavano tanto numerose da stordirmi, andavano dalla lana merinos di Zara alla pizza di Sorbillo a Milano, dagli orari della ZTL all’aumento delle tasse sui monopoli. Non un accenno a quegli adorabili, minuscoli ritagli di carta pregiata che io con tanto amore custodivo in un armadio. Niente. Nemmeno quando feci in modo che il discorso cadesse  sul denaro: il mondo è la moneta elettronica. Perciò fu con grande tristezza che scesi nel parcheggio sotterraneo e ritirai l’auto (settore blu, corridoio 8, posto numero 56) e profonda la mia commozione quando mia moglie mi strinse la mano e mi guardò negli occhi con tenerezza. E chiaro il suo desiderio di riscatto quando, una volta a casa, cosparse il capo di profumo, prese l’accendino e disse: diamoci fuoco.

Gomba

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Sulla capacità di mantenere la fragranza poi, aggiunse il maestro pasticciere, avrebbe avuto ancora molto da dire. Ma il tempo era quello che era – già il sole infatti scompariva sopra le guglie della cattedrale di Reims –  dunque terminò la lezione limitandosi a trattare gli ultimi argomenti in modo essenziale. Parlò di umidità dell’aria, di pezzatura della granella di noci, persino di setacciatura più o meno azzeccata dello zucchero a velo. Nell’ultima ora aveva sostenuto tesi fantasiose, non so se più per appagare la nostra curiosità che il suo bisogno di rendersi simpatico: che i cinesi non seppellissero i loro morti ma li congelassero per spedirli a casa, che si potrebbe vivere anche solo con una dieta di limoni o che le cimici si accoppiassero come gli esseri umani nella posizione del missionario. Storie, che, in verità, mi spinsero solo  a concentrarmi su una sua possibile, ipotetica fine. Fantasticai che la pressione atmosferica gli schiacciasse la testa fino a farne un’omelette al formaggio, che le cimici avessero solo rapporti orali e quei morti tornassero dalla Cina scongelati, tutti in fila a addentare un pezzo di frittata. Mentre il buio ora avvolgeva tutta Reims, la Marna, e il resto del suo arrondissement che conta, dicono, altri 174 comuni.

La parola maionese

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Succede che a un certo punto l’uomo inizi a proteggere il proprio organismo. Realizza si tratta del bene più prezioso e mette in campo ogni forza per garantirne la sopravvivenza, in una difesa, che da allora in poi, lo impegnerà tutta la vita. Si tratta di un impulso primordiale o è il frutto di una decisione consapevole che avviene, magari, addirittura in un momento preciso? Per molti passa la prima ipotesi, per altri la seconda, non meno seria né meno fantasiosa, per quanto mi riguarda. Di fatto non abbiamo una risposta, definitiva almeno, e questo è tutto. Ma si ponesse la questione in termini diversi: attribuire all’organismo umano un compito a prescindere dall’uomo che lo possiede, mandando a ramengo ogni teoria, compreso il concetto di “competizione gerarchica” che è l’unico motivo che spingerebbe gli umani a proteggere i loro organismi; si ipotizzasse un uomo educato fin dal grembo materno a sentirsi un cane da compagnia – a zero bisogno di competizione quindi –   che sia convinto veramente di esserlo però, non troveremmo in lui, per questo, nessuna ridotta capacità di difendersi da un virus o da qualunque altra minaccia di un qualsiasi altro uomo, né lo sentiremmo meno motivato degli altri a andare avanti nella sua propria esistenza. Ovvero: il suo organismo metterebbe in campo tutte quelle difese tipicamente umane anche senza la sua non consapevolezza di essere uomo. Per questo quando vi porteranno il secondo Campari, sotto un chiaro di luna tra i più deliziosi, sappiate che quel drink può esistere solo in due modi: o perché esiste a prescindere, o perché siete voi a crearlo mentre lo state ingollando. Il che non modifica di una virgola il suo sapore. Né la forza delle vostre prossime strette di mano.

https://antichecuriosita.co.uk/il-destrutturalismo-punti-salienti/

 

https://www.ilcucchiaionellorecchio.it/2019/11/la-casa-del-cameriere/

 

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