Mary Blindflowers©
Cortometraggio
Eutanasia di cimici impazzite,
numeri che corrono su corrimani tesi agli anni
e il vuoto duro scioglie scranni di bambole perfette,
le linee rette intersecano voci,
punti croci-zero consegnati ai panni stretti,
oggi riciclano merletti in pacchi omaggio.
Si vive per lo più come in un cortometraggio.
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Allo svincolo svendita cerume
Crisi di draghi mai votati,
allo svincolo svendita cerume e paraocchi,
la cartapecora si smiela al seggio estinto,
tutto è ridipinto nuovo,
cerume tipico doc, paraocchi e strocchi a lire due
toc toc,
ci sono saltimbanchi, un nano, un bue, dei giullari,
pantomime, rampebanche e giuramenti al gastrodio sovrano
premuti sulle anche,
tra ragni, funghi e parassiti d’oli vari,
si frigge qualcosa d’inumano,
decadente e cimicioso
zufolio.
I topi cascano nel fiume,
muore la defunta implume,
allo svincolo però da secoli svendita cerume.
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Un finto mediocre Parnaso
L’uomo dalla pupilla piatta scrive
sul pelo di una schiatta veggente che sronfa e risgronfa
poi scatta scarlatta e rubizza al fendente,
con l’unghia al solfuro traccia la carta, il demente,
e la sbarba, la spiatta di rese, di prese già tese,
vestito di crini, di lini, di pini, di frese alla frizza,
credente nella casamatta che splatta ed esplode, prevede il futuro
che è puro ma duro risorto e mai morto apostrofo grigio che rode.
L’uomo dalla pupilla piatta, soave e insicuro, ora non scrive,
sa che il futuro è un solo un litigio di politica e caso,
post-apologia delle dive, un finto mediocre Parnaso.
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Lo sfraso del gap
Davidici osanna,
su monti di carta alla panna,
incompiuta parafrasi e gusto,
mefisto robusto che avanzi con calza e tridenti,
senti che il vento domani già arriva?
I moti perversi alla stiva, ripetuti, dispersi
a vagiti inconclusi di riti, frammenti e poeti
già morti.
Si è sporti sul precipizio del caso,
coi versi melliflui alla luna di strada,
cerco la rottura, la spada, lo sfraso del gap
ma senza claptrap.
DESTRUTTURALISMO Punti salienti