Circoli, microcircoli, idiozia digitale

Circoli, microcircoli, idiozia digitale

Circoli, microcircoli, idiozia digitale

 

 

Circoli, microcircoli e idiozia digitale

Frozen Smiles, mixed media on canvas by Mary Blindflowers©

 

Mary Blindflowers©

Circoli, microcircoli, idiozia digitale

 

Data una conversazione digitale X su un tema qualsiasi, dati interlocutori A B C che si conoscono tra loro o comunque hanno una relazione di simpatia reciproca, dato un interlocutore D che invece non conosce direttamente A B C, si crea una dinamica di forze contrapposte, incoerenti e sociologicamente interessanti per un osservatore esterno. D esprime un parere che B non gradisce. B passa direttamente alla contr’offensiva insultando pesantemente D senza alcun motivo apparente e soprattutto senza conoscerlo, dato fondamentale.

Poi arriva C che esprime lo stesso parere di D, ma B non ricorre all’insulto stavolta, nonostante l’assioma di C sia praticamente identico a quello di D.

Perché allora B non adotta le stesse dinamiche in entrambi i casi?

La risposta risiede nella logica del microcircolo.

In pratica B riconosce in C un amico, un interlocutore privilegiato che fa parte della sua cerchia, un microcircolo di amici intoccabili. Se si fa parte di quel circolo qualsiasi parere è commentato con un grado di tolleranza infinitamente superiore rispetto all’opinione di qualsiasi altro elemento esterno al microcircolo. Si crea così una rete di sostanziale e cieca solidarietà amicale che percepisce come nemico qualunque intervento provenga da chiunque non faccia parte del proprio entourage abituale.

Così le capacità razionali vengono abolite in nome di una rete di relazioni che mette al sicuro, protegge da eventuali pericoli esterni. E anche se il pericolo non c’è, la mentalità microcircolare vede rosso là dove l’intervento non parta dall’interno ma sia veicolato dall’esterno, luogo di perdizione, dove regna sovrano il caos da combattere con ogni mezzo, per costruire mura circolari protettive che servono sicuramente a tranquillizzare i depressi e gli insicuri cronici, ma non a far ragionare le persone intelligenti in modo indipendente.

Il microcircolo ovviamente è solo lo spicchio di un mondo formato da tanti microcircoli vaganti dentro un enorme cerchio che è il sistema, macrocircolo. Ciascun cerchio fa concorrenza spesso all’altro, in una dinamica di cerchi contrapposti ma tutti inconsapevolmente situati dentro il macrocircolo di un ragionamento schierato.

La logica del circolo impedisce la libera espressione del pensiero, la sua crescita spirituale e morale, l’interdipendenza di giudizio, la razionale presa di coscienza del mondo, a favore di un microuniverso fittizio e pregiudizievole, in cui gli amici sono tutti santi e buoni, e gli altri cattivi e stupidi. Tale micromondo, è inserito a sua volta dentro un macrouniverso che controlla tutto e che è contento di contenere al suo interno gli idioti da microcircolo, così può controllarli meglio e dominarli, prevedendo esattamente le loro reazioni.

Il vero problema in un mondo così insipientemente regolato è l’outsider, il soggetto che è esterno al microcircolo e non vuole saperne del macrocircolo. Esso vaga coi suoi pensieri in libertà. Costituisce un pericolo perché non è inquadrabile, non crea affinità simpatetiche, è odioso nella sua pretesa di voler essere libero, di non voler appartenere a nessun circolo.

Per uno schiavo non c’è niente di più fastidioso che la constatazione dell’esistenza di creature che si muovono fuori dal suo circolo protettivo.

Però sono proprio i soggetti che vagano liberi a garantire il progresso del mondo. Se non esistessero, i circoli girerebbero eternamente dentro il macrocircolo, ignorandosi a vicenda e propinando un pensiero chiuso spacciato per verità suprema e inalienabile.

L’outsider sa che la verità non esiste, sa anche che spesso segue nella sua non esistenza, tracciati trasversali che corrodono opinioni definite cerebroticamente apodittiche e convinzioni ossidate e pietrificate che non servono a nulla e a nessuno, se non ad affermare se stessi e la propria debolezza di esseri irragionevoli e rozzi, che ricorrono alla facilità dell’insulto, abolendo il ragionamento e la lucidità a favore di una puerile difesa delle mura circolari della loro stessa prigione, gioia del sistema e delle logiche di dominazione di massa.

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