Una questione etica

Una questione etica

Una questione etica

Di Mary Blindflowers©

 

The Castle, credit Mary Blindflowers©

Non abbiamo il potere di cambiare la storia, certo la si può manipolare, presentarla da angolazioni diverse, secondo punti di vista anche falsi e tendenziosi, ma resta il nucleo principale costituito dai fatti, che poi la loro interpretazione sia soggetta a strategie manipolatorie, non significa che l’individuo debba essere intellettualmente incapace di capire.

Durante l’avvento dominatorio e predatorio del cattolicesimo, l’aver dato alle erbe (che le cosiddette streghe conoscevano già e per le quali spesso venivano messe al rogo), il nome dei santi, la rosa della Madonna, i fiori di San Giuseppe, l’erba di san Giovanni, il giglio di Sant’Antonio, etc., nulla toglie al fatto che si è trattato di una attribuzione indebita, tesa soltanto ad affermare il potere dei cattolici nel mondo. Dato che la fiducia popolare nelle erbe delle streghe non poteva essere distrutta, allora quale miglior metodo se non adattare i nomi delle erbe ai nomi dei nascenti santi? Così mentre prima le erbe avevano nomi di fantasia, dettati dall’estro popolare, distinguendo pianta da pianta, accuratamente, con l’attribuzione ai santi, tutto si confuse. Per esempio allo stesso santo vennero dedicate, per non farsi mancare nulla, specie diverse, che però vennero attribuite anche ad altri santi o alla Vergine. Il lilium candidum, o giglio di Sant’Antonio fiorisce in genere a metà di giugno, ma se la fioritura ritarda, diventa il fiore di San Luigi o giglio della Madonna. Ma anche lo Spartium junceum, che in realtà è una ginestra, è detto fiore di Sant’Antonio, e che dire dell’Epilobium angustifolum, detto anche fiore di Sant’Anna, è l’erba di Sant’Antonio. Con un solo nome comune il cattolicesimo indicò specie diverse, creando una confusione ad hoc, in modo che la gente non capisse nulla di botanica e di erbe, ma in compenso ricordasse il nome del santo. Con nome di erba di santa Maria si indicano, per esempio, l’elicriso o Helichrysum italicum, la balsamita o Chrysanthemum balsamita, la menta o Mentha piperita, e il timo  o Thymus serpyllum.

The rose, credit Mary Blindflowers@

 

Adattare il mondo ai propri interessi è una tipica operazione manipolatoria.

Ciascuno può credere in ciò che vuole, perfino nei santi, ma se crede nei santi e pensa che siano stati i primi ad attribuire i loro nomi alle erbe perché le avrebbero scoperte, nega la storia, chiude gli occhi di fronte alla realtà in nome delle sue convinzioni.

Lo stesso accade con le tassidermie.

I nobili nel settecento e specialmente in età vittoriana, non avevano alcun rispetto dell’ambiente e degli animali, tant’è che mettevano sotto vetro impagliate specie anche molto rare, oggi perfino estinte. Eticamente quest’operazione fa orrore. Il principio era l’uccisione di un animale a scopo puramente ornamentale, un principio sbagliato. Tuttavia far finta che questo non sia mai accaduto è altrettanto sbagliato, inorridire con raccapriccio di fronte ad un animale sotto teca, imbalsamato nel sette-ottocento, facendo finta che non sia mai stato ucciso per puro divertimento e che gli uomini siano tutti buoni e sensibili, significa chiudere gli occhi di fronte a ciò che è stato, rimuovere una realtà che non ci piace, solo perché la nostra sensibilità si rifiuta di accettarla. Alla storia, della nostra sensibilità, non importa davvero nulla, perché i fatti restano e non possiamo negarli chiudendo gli occhi, facendo finta che non sia mai accaduto.

Lo stesso accade per i castelli medioevali.

Chi non ha mai visitato un castello medioevale?

Eppure quei castelli così affascinanti, erano il simbolo della dominazione di un popolo su un altro e di poteri elitari tutt’altro che democratici.

Rifiutarsi di vederli non cambia la storia, come non cambia la storia la visione idilliaca di chi vede soltanto ciò che vede senza andare oltre.

La storia non si può cambiare, si può solo capire, cercando di fare in modo che l’etica non ci obnubili la ragione, perché per capire ogni cosa bella o brutta, occorre conoscerla, nel bene e nel male, e se non la si conosce, ignorando, nascondendo o manipolando la realtà a favore di una costruzione fantastica ideale che non esiste nemmeno nei sogni, si parla solo del nulla e si fa un cattivo servizio all’etica stessa.

https://antichecuriosita.co.uk/manifesto-destrutturalista-contro-comune-buonsenso/

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