Leonardo Fioravanti, le novelle

Leonardo Fioravanti, le novelle

Leonardo Fioravanti, le novelle

 

Leonardo Fioravanti, le novelle

Inaffondabile, credit Mary Blindflowers©

 

Mary Blindflowers©

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Le novelle di Leonardo Fioravanti

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Leonardo Fioravanti (Bologna, 10 maggio 1517, Venezia 1583 circa), fu medico, sezionatore di cadaveri e di vivi, sperimentatore, elaboratore di unguenti, intrugli a base di erbe e preparati per curare ferite e altro, un semiciarlatano che girava l’Occidente rinascimentale alla ricerca di un Signore che lo finanziasse e credesse nelle sue pratiche mediche empiriche e nella sua arte di costruire macchine da guerra. A lungo corteggiò il diffidente Cosimo I de’ Medici, per essere ricevuto alla sua corte, promettendogli cose mai viste ed invenzioni mai create prima di lui, in curiose lettere per le quali il duca dovette fare un sorriso piuttosto divertito. Leonardo infatti, che forse era parente di quell’Aristotele Fioravanti il cui nome è legato al progetto del Cremlino, nonostante le promesse mirabolanti, non riuscì mai a convincere il duca a farsi ricevere o probabilmente proprio per la quantità di improbabili mirabilia descritte, Cosimo diffidò sempre di lui, considerandolo una specie di svitato. Scriveva Leonardo in una sua lettera all’illustrissimo duca, Venezia, 2 novembre 1560: “saperà come io son bolognese et medico, et ho camminato varij et diversi paessi, et solcato, il mare, per molti luoghi, e questa fatica ho fatta per imparare, più cose, per poter giovare così a primcipi, come a qualonque altra sorte di persone honorate et grandi, et pertanto, con lo aiuto de iddio, ho trovato molte cose non mai più udite ne viste, da nisuno, et in prima, jo ho trovato, una medicina, quale è stata cercata da poi da che il mondo è mondo, ne mai: dal altro che da mé è stata trovata la quale giova à tutte le infermità che possono patire li corpi humani in tutte le conplesioni et in tutti i tempi, appresso io ho trovato il ver medicamento delle, feritte, che guarisse, ogni sorte, di ferite, in breve tempo e quasi miracolosamente, appresso jo hò trovato, il modo, di fabricare una sorte di vaselli, zio è naviglij, che mai per caso nisciuno, potrano perire in mare, perché non si poso rebaltare, né romper né affondare, et sopra li ditti naviglij, si può fare uno castello: el qual difendera sotto di lui, ogni quantita di galere, che non potrano essere offese da nisciuno, sigondo, ho trovato, uno ingenio con el quale, el ditto castello si potra difender da settanta milia galere, se tante ve ne fossi, terzo ò trovato una sorte di pegola, di pochissima spesa, la qual dura un’infinita di tempo et con quella si può spalmare ogni sorta di vaselli che andarano velocissima mente ho trovato ancor uno artificio, che con el quale, ducenti, cavali, ne metterano in rotta duecento milia, cosa miraculosa et data da iddio…”1

Ciarlataneria a parte, (pare oltretutto che Leonardo Fioravanti esercitasse la professione di medico prima di essere laureato), questo curioso personaggio aveva due pregi, il primo era che sosteneva che la medicina non può prescindere dall’esperienza diretta sui pazienti, importantissima, più importante della sola teoria e della lettura dei libri classici di medicina che gli accademici consideravano sacri, trascurando completamente il metodo empirico. Il secondo suo pregio era che spiegava le sue teorie mediche in modo arguto con delle novelle gustosissime. Le novelle di Leonardo Fioravanti sono poco conosciute rispetto a quelle di autori più famosi, anche perché il Fioravanti non era davvero un letterato. Tuttavia esistevano anche nel Rinascimento delle figure professionali che avevano il compito di sistemare il testo prima della pubblicazione. Il buon Leonardo pagava un revisore prima di dare alle stampe i suoi libri che così apparivano corretti nella forma. Le sue novelle non nascevano con intenti letterari ma col preciso scopo di dimostrare tramite esempi pratici, che le sue teorie mediche erano giuste. Ciascuna novella infatti era preceduta da una piccola spiegazione. Per esempio per spiegare che l’alterazione del polso può essere causata non solo da uno stato patologico, ma anche da emozione forte, racconta una storia rinvenibile in Dello specchio di scientia universale, Venezia, Eredi di Marchiò Sessa 1583, cc. 89v-90v, libro I, cap. XXXV.

Un gran principe si maritò e ogni notte alle tre o quattro di notte entrava nella camera della moglie e sbrigava le sue faccende sollazzandosi con lei. Una sera però, essendo indisposto, immaginò che uno dei tanti garzoni della casa, notando la sua assenza, potesse andare dalla principessa e, approfittando del buio, si sollazzasse con lei, fingendosi il padrone di casa. Il sospetto si tramutò in certezza, quando avvicinatosi alla stanza della principessa, questa gli disse: “Che novità son queste, non basta esservi stato una volta e aver fatto il vostro piacere, che tornate a quest’ora?” Il buon principe capì tutto e andò nella stanza dei servi. Essi dormivano senza alcun lume, quindi il principe toccò il polso a tutti e si accorse, nel buio, che il polso di uno di essi batteva più velocemente di quello degli altri, allora gli tagliò un ciuffo di capelli, pensando che il giorno dopo, alla luce del giorno, lo avrebbe individuato facilmente. Ma tutti i servi il giorno dopo si tagliarono i capelli come il principe aveva fatto al servo colpevole, così da sembrare tutti uguali. Il padrone non poté trovare il colpevole. Tutto questo, dice Fioravanti, per dire che dal polso “non se ne può cavare quasi cosa veruna al proposito nostro”.

Queste novelle sono sparse nei suoi libri che vale la pena di leggere.

1A. Corsini, Medici ciarlatani e ciarlatani medici, Bologna, Zanichelli, 1922, pp. 80-81.

https://antichecuriosita.co.uk/il-destrutturalismo-punti-salienti/

https://en.wikipedia.org/wiki/Leonardo_Fioravanti_(doctor)

 

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