Sul crocefisso nella scuola laica e democratica

Sul crocefisso nella scuola laica e democratica

Sul crocefisso nella scuola laica e democratica

Di Mary Blindflowers©

Ecce homo, by Mary Blindflowers©

 

L’esposizione del crocifisso nelle aule scolastiche è stata decisa dall’art. 118 r.d. 965/1924 per le scuole medie e dal r.d. 1297/1928  per le scuole elementari, riprendendo uno statuto ottocentesco: l’articolo 140 del Regio Decreto n. 4336 del 15 settembre 1860 del Regno di Piemonte e Sardegna stabiliva infatti: «ogni scuola dovrà senza difetto essere fornita (…) di un crocifisso».

Scriveva Curzio Maltese: “La sottomissione dello Stato alla Chiesa è la madre di tutte le anomalie e anche la ragione per cui non vedremo mai le famose riforme promesse da tutti”. Davvero è innegabile che l’Italia non riesca ad essere uno Stato laico, e che il rapporto anomalo e antidemocratico tra Chiesa e Stato, sia deleterio per il progresso sociale del Paese che rimane fin nelle sue più intime fibre “cattolico”, propagandistico e antidemocratico nella sostanza. Ci sarebbe da chiedersi che senso abbia nel 2018 la famosa ora di religione nelle scuole, religione rigorosamente cattolica, infatti la scuola statale che si definisce a tutti gli effetti “laica”, poi di fatto non insegna “storia delle religioni”, (di tutte le religioni, imparzialmente, in modo che l’alunno possa farsi una cultura filosofica sulle varie fedi e decidere se abbracciarne una oppure no), si insegna la “religione di Stato”, il cattolicesimo e si appende al muro il dio di Stato, Cristo in croce, che deve andar bene per tutti, indistintamente, anche se la scuola è pubblica e potrebbe essere frequentata da alunni di tutte le etnie e religioni, dato che viviamo in una società multirazziale. Il problema vero non è il crocefisso il sé e per sé, ma il fatto che la scuola sia pubblica, ossia che gli alunni che la frequentano dovrebbero essere educati alla laicità e al pluralismo, non sono figli di famiglie che hanno scelto appositamente di frequentare una scuola cattolica, nel qual caso il crocefisso sarebbe diciamo così, giustificato, in quanto sarebbe l’alunno stesso o chi per lui che lo avrebbe scelto, decidendo di recarsi ad una scuola cattolica piuttosto che ad una scuola protestante o indù o musulmana o di altra fede religiosa; decidendo, non si sa bene per quale motivo, di entrare in una scuola che offrirebbe una visione parziale e riduttiva del mondo, filtrata dal bigottismo della religione, che si sa, trasforma la realtà e la accomoda secondo le proprie esigenze di potere.

La scuola pubblica dovrebbe essere apolitica e laica. Il crocefisso appeso alla parete e l’ora di religione che somiglia ad una predica dal pulpito cattolico, violano pesantemente il diritto ad una scuola laica e democratica, in nome di una legge ottocentesca poi ripresa dal fascismo.

Ovviamente, siccome nelle scuole si vota, il crocefisso è presente anche nelle stanze scolastiche dove vengono ubicati i seggi elettorali, a ribadire ancora una volta, il legame marcescente e indecente tra potere dello Stato e Chiesa Cattolica Romana.

Siccome i simboli non sono acqua fresca e possono influenzare significativamente il soggetto, mi domando a questo punto, che differenza ci sia tra un oscurantista musulmano che chiede di coprire le pudenda alla nudità delle statue marmoree in nome della sua fede cieca e assurda, e uno Stato che ti impone la sua religione decidendo anche il programma scolastico sulla base delle letture consentite perché moralmente adeguate. Non si tratta in entrambi i casi di una forma di bigottismo dispotico? O forse pensiamo che il nostro catto-bigottismo sia migliore di quello degli altri, soggetti e schiavi anch’essi all’ombra scura delle religioni?

https://antichecuriosita.co.uk/manifesto-destrutturalista-contro-comune-buonsenso/

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