Di Mary Blindflowers©
L’editore non poeta,
trafitto nel deserto del maratoneta a ore,
si è buttato a capofitto nella mota del poiesis,
ah la ruota dolore del criceto
che beve vino e piange aceto,
ahi la pioggia nel pineto da concorsi
che scende dai suoi occhi disseccati,
e gli orsi che sbranano la sera inconsistente
dei suoi tags,
amareggiato per non aver pagato?
Cos’è stato? Cos’è stato?
Il portafoglio, il portafoglio, cari signori,
gli si è tutto desertificato
e ora canta beato sugli allori.
Ma ha pagato? Ha pagato?
Nemmeno una peseta.
Ma dal sangue degli autori
non nascono mai fiori.
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Fango, trastulli di roditori da camera, acidità, stucchevoli effluvi dannunziani, predatori da social: che bugliolo riserva l’autrice agli Starita, i Capurro e gli Stella del 2017! Trabocca il veleno legittimamente espulso dal cuore della poetessa a lungo vilipeso da un’editoria cialtrona e strozzina. E l’anatema finale, intinto nella simbiosi vermiglia emoglobino-floreale, lancia una luce sinistra sul destino di questi imprenditori del cartaceo cinici e miopi. Si perfeziona via via la tecnica del montalismo asimmetrico nelle rime e assonanze scabre che si inseguono e si muovono ad organetto in clausula e in acrostico-endostico ora alterne, ora incatenate ora baciate. Poliedrica Mary!