La brutta poesia di Emilio Greco

La brutta poesia di Emilio Greco

La brutta poesia di Emilio Greco

Di Mary Blindflowers©

Dell’antica voce, credit Mary Blindflowers©

Siccome mi piacciono i libri usati e mi incuriosiscono vecchie pubblicazioni, spesso migliori di quelle odierne, vado sempre alla ricerca di libri poco conosciuti.
Di recente mi è capitata tra le mani la prima edizione di un libro edito da Rusconi nel 1985, dal titolo Dell’antica voce, con l’autografo e la dedica dell’autore a tal padre Sandro Danieli, “nel comune amore per la poesia, sempre con animo grato”. Lo compro velocemente assieme ad altri libri, non ho tempo per consultarlo. Il libro viene introdotto da una brutta prefazione di Carlo Bo, che parla in relazione alla raccolta di uniformità di reazioni “bianche”, senza colore e senza voce, come se queste caratteristiche fossero stigmate di grandezza. E in effetti fin dalla prima lirica si rimase sorpresi dall’inutilità di questi versi, tutti descrittivi di albe, pianti, conchiglie, lenzuola, fiori e fanciulle.
Prendiamo una lirica a caso:
Anna tese le braccia
con commozione intensa:
prese il bimbo che le
porgevo la prima volta,
come un dono, dopo una
lunga notte d’attesa.
Sentii voglia
improvvisa d’uscire in giardino
per rimanere solo con
la mia gioia immensa:
una preghiera saliva
alle mie labbra dolcemente.
Oltre l’alto confine
degli alberi
la Città si svegliava
nel sole di Primavera…
Una poesia da prete, stanca, senza energia, senza sorprese, quasi prosa.
Mi domando cosa spinga alcuni collezionisti a pagare 50 euro un libro del genere. Sarà pure di difficile reperibilità, ma è praticamente illeggibile.
Il collezionismo ha in parte snaturato il contenuto dell’oggetto libro, commercializzandolo, stabilendo il valore sulla base di arbitrari dati estrinseci al contenuto. Inoltre la lettura di questo autore, da la misura di come oggi come ieri, la pubblicazione con grossi gruppi editoriali fosse e sia fortemente condizionata da fattori che esulano completamente dalla qualità dello scritto, dalla sua originalità. Spesso il mercato richiede cose piatte, “bianche” appunto, senza voce, parole innocue che parlano di animi gentili e bimbi, e non disturbano il sonno del potere con domande imbarazzanti. Poi se l’autore è famoso, tanto di guadagnato.
Forse gli italiani leggono poco anche perché certi autori hanno poco da dire. Non basta essere ottimi scultori per saper scrivere poesie. Emilio Greco era uno scultore e incisore di innegabile talento, non di certo un poeta. Non si può essere perfetti.

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