L’intervistatrice anticipa, a scanso di equivoci, di voler mantenere un punto di vista neutrale su quanto affermato da Montanari in questa sede e di abbracciare l’epoché ἐποχή e il beneficio del dubbio.
Mary Blindflowers intervista il Dottor Stefano Montanari
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Chi è Stefano Montanari? Si descriva
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Sono un artista trascinato suo malgrado da un destino rio e baro ad essere scienziato. A peggiorare le cose c’è il fatto che come scienziato sono pure bravo, forse più bravo di quanto non sia come scrittore e come musicista, e, per questo, sono sempre stato costretto a questa schiavitù che continua a rendermi infelice.
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È politicamente e apertamente schierato?
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Le pare possibile che oggi possano esistere ideologie politiche? Dia un’occhiata ai nostri luminosi statisti e vedrà come questi oscillano senza fare una grinza da una filosofia al suo opposto (Pierferdinando Casini ne è un esempio preclaro e i grillini pure) e, magari, questi riscuotono pure il consenso popolare. Se vuole proprio etichettarmi, mi cataloghi tra i pragmatici. Sappia, poi che alle ultime quattro elezioni sono andato al seggio e non ho toccato la scheda, facendo verbalizzare che non voto perché non mi sento rappresentato. Del resto, come si fa ad essere rappresentati da chi non rispetta nemmeno la Costituzione? Le prossime elezioni, inoltre, saranno particolarmente comiche, con una miriade di partitini che, se mai riusciranno a raccattare le firme per partecipare alla festa, con il loro zero virgola faranno solo il gioco dei dinosauri. E le squadre dei dinosauri saranno in troppi casi un’accozzaglia di figuri da cui sarebbe imprudente acquistare un’auto usata.
Nel suo blog c’è una citazione di Giacomo Leopardi: “Anche sogliono essere odiatissimi i buoni e i generosi perché ordinariamente sono sinceri, e chiamano le cose coi loro nomi. Colpa non perdonata dal genere umano, il quale non odia mai tanto chi fa male, né il male stesso, quanto chi lo nomina. In modo che più volte, mentre chi fa male ottiene ricchezze, onori e potenza, chi lo nomina è strascinato in sui patiboli, essendo gli uomini prontissimi a sofferire o dagli altri o dal cielo qualunque cosa, purché in parole ne siano salvi”.
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Come mai l’ha scelta? Pensa che la rappresenti?
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Non l’ho scelta io. Anni fa viveva a Torino un grandissimo medico, un medico vero, non come i cialtroni che infestano radio, TV, giornali, Internet e teatri politici brandendo una scartoffia che ne fa burocraticamente dei laureati in medicina. Si chiamava Roberto Topino. Ora non c’è più e la sua morte ha fatto tirare un sospiro di sollievo a tutti i grotteschi personaggi che la sua logica tersa e ferrea metteva in un terribile imbarazzo. Fu lui a suggerirmi quella citazione perché mi ci vedeva descritto.
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Cosa sono i vaccini, cosa contengono?
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I vaccini sono il più grande fallimento della medicina e, bizzarramente, la tipologia di farmaco di maggior successo. L’illusione è quella che, infilando artificialmente nell’organismo il patogeno di una malattia infettiva, patogeno opportunamente modificato, magari infilandone in grande varietà, ci si possa poi difendere dalla malattia o, al colmo dell’assurdità, dalle malattie esattamente come se queste fossero state contratte in modo naturale. Da oltre due secoli sappiamo perfettamente che questo non è vero e basterebbe considerare il fatto che ci si deve sottoporre a quelli che si chiamano richiami, cosa che la Natura non prevede, se pretendiamo una protezione. E, se vogliamo i numeri, basterà consultare gli enti di statistica inglese e statunitense che da ben oltre un secolo riportano l’andamento della mortalità per le varie malattie infettive. Da lì risulta lampante che i vaccini non hanno avuto la benché minima influenza sulla curva sempre in diminuzione di quella mortalità, una diminuzione dovuta principalmente ad un’igiene migliorata. E, se vogliamo altre prove, guardiamo alle epidemie che colpiscono allo stesso modo vaccinati e non o, peggio, guardiamo alle epidemie, ad esempio quelle americane di morbillo, che hanno colpito quasi esclusivamente i vaccinati. Ma l’idea più ridicola è quella della cosiddetta immunità di gregge: una truffa vera e propria che non trova alcun riscontro nei fatti dove i vaccinati, per esempio quelli relativamente alla pertosse, sono dei veri e propri untori. Che cosa contengano i vaccini è scritto in parte sui bugiardini che nessuno legge e che le cosiddette autorità sottraggono del tutto illegittimamente a chi stanno per vaccinare. Molte delle sostanze contenute sono decisamente patogene come, ad esempio, la formaldeide. Altre sono potenzialmente tali come, ad esempio, tante proteine animali e umane che possono provocare forme anche inguaribili di allergia. Tutti i vaccini contengono mercurio, anche se il regime, in modo truffaldino ma con successo, lo nega. Noi, poi, da oltre 15 anni troviamo in tutti i casi inquinanti sotto forma di particelle solide, inorganiche e incompatibili biologicamente. Insomma, i vaccini sono, nella migliore dele ipotesi, inutili. In troppi casi sono un attentato alla salute. Quasi sempre sono un’illusione.
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Che collegamento c’è tra vaccini, autismo e altre malattie?
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Contenendo tanti patogeni, è ovvio che i vaccini provochino l’insorgenza di un bell’assortimento di malattie. Alcuni di questi patogeni possono finire al cervello e finire del tutto casualmente in un’area cerebrale o in un’altra e, a seconda di dove finiscono la loro corsa, provocano un guaio diverso. Come le ho detto, tutti i vaccini contengono mercurio perché senza quel metallo salificato la preparazione sarebbe molto più difficile. Il mercurio va a sostituire l’idrogeno contenuto in un radicale chimico chiamato sulfidrile composto da un atomo di zolfo e uno, appunto, d’idrogeno. Questo piccolo gruppo chimico è essenziale per la funzione di parecchi enzimi. Prendendo il posto dell’idrogeno, il mercurio rende inattivo l’enzima e così l’organismo perde diverse funzioni essenziali, alcune delle quali a livello del cervello. Che i vaccini possano provocare autismo, una malattia che parte proprio dal cervello, è cosa ben nota in campo medico a buoni livelli. Forse a livelli terra terra dove imperano ignoranza, credulità e l’interesse di chi tiene famiglia, si preferisce pensare ad altro.
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L’immunologo Guido Silvestri contesta i suoi studi sui vaccini. Secondo l’immunologo il suo studio “mostra una serie di microfotografie ottenute dopo evaporazione di droplets di 20 micro litri di vaccino, in cui le particelle tossiche vengono trovate in numero variabile da 2 a 1,821. Però gli autori non traducono questo numero crudo di particelle in una concentrazione specifica”. Inoltre Silvestri le contesta il fatto di pubblicare in una rivista di editori che stampano giornali dove a pagamento si può scrivere quel che si vuole. Cosa risponde?
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Forse per modestia quel tale, un tale che io non avevo mai sentito nominare prima delle sue esibizioni, finge di non capire. I suoi calcoli sono grottescamente sbagliati come ha fatto notare, pare inutilmente, il fisico e matematico Livio Giuliani e, comunque, non avendo il personaggio nemmeno le nozioni di base di nanopatologia, rimedia una ben magra figura. Insomma, pontifica su qualcosa che non conosce facendo un tonfo molto buffo. Quanto alla pubblicazione dei risultati, temo che quel tale non abbia le idee chiare. Forse, magari perché Big Pharma paga per lui, non sa che tutti i giornali medici vogliono essere pagati per pubblicare e il cosiddetto impact factor è l’indice nato apposta decenni fa non per certificare l’autorevolezza del giornale come molti ingenuamente credono, ma per stabilire le tariffe. Forse non sa che sfuggire alla censura delle case farmaceutiche è difficile come evadere da Alcatraz perché le riviste mediche sono mantenute di peso da chi produce farmaci e attrezzature mediche e, come è ovvio, queste non gradiscono che si metta a rischio il loro facile e ricco business. Forse, poi, gli manca la cultura dell’ultimo mezzo millennio. Non voglio pretendere troppo da chi è in tutt’altre faccende affaccendato, ma se avesse sentito nominare almeno Bacone e Galileo, il nostro eroe saprebbe che non ha nessuna rilevanza il supporto su cui qualcosa è scritto ma importa ciò che è scritto. Ma, a parte tutto, io non ho tempo da perdere con personaggi di quella levatura.
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Le sono state mosse diverse critiche, per esempio c’è chi sostiene che le sostanze tossiche presenti nei vaccini siano di grado infinitesimale; chi sostiene che pubblicare i risultati di una ricerca iniziata 15 anni fa, non sia scientificamente attendibile; e ancora chi sostiene che lei ha analizzato vaccini scaduti. Un gruppo di scienziati francesi ha sostenuto che le tracce di metalli presenti nei vaccini sono né più né meno che lo specchio della realtà dell’ambiente in cui viviamo, anch’esso pieno di inquinanti e metalli, e non proverebbero che i vaccini siano pericolosi. Cosa risponde?
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Se lei mi pone ancora queste obiezioni significa davvero che il regime ha un potere straordinario e arriva capillarmente dovunque. Molto in breve: pensi a che cosa l’imbecille di turno avrebbe detto se io avessi pubblicato i risultati di una ricerca iniziata un mese prima. Quanto ai patogeni in quantità infinitesime, chi sostiene questa ingenuità è fermo all’alchimista Teofrasto Bombasto Paracelso di oltre cinque secoli fa. La medicina moderna, e la nanopatologia in particolare, sono un po’ più avanti. Il fatto che ci abbiamo lavorato sopra 15 anni è un indice di assoluta serietà, una serietà che, con ogni evidenza, manca a chi lavora frettolosamente in una certa maniera. La storiella dei vaccini scaduti? È la confessione più aperta di un’assoluta incompetenza. Prescindendo dal fatto che i vaccini scaduti analizzati sono pochissimi, questi presuntuosi ignorantelli non sanno che noi cerchiamo micro e nanoparticelle solide, inorganiche e non degradabili. Il che significa che, se anche il vaccino fosse scaduto da un secolo, la cosa non avrebbe avuto la minima incidenza su quell materiale particolato. Ma non si può pretendere cultura: l’importante è sparare fesserie che facciano piacere al regime che poi, magari, ti fa un regalino. Venendo ai francesi, come ho ripetuto fino all’esaurimento, si tratta di un gruppetto d’incompetenti che hanno eseguito analisi con un metodo inadatto e che non hanno capito il significato del pochissimo che hanno visto. Malauguratamente non basta essere francesi: per potersi esprimere senza cadere nel ridicolo occorrono almeno le nozioni di base di nanopatologia, cosa che, ahimè, quelli non hanno. Ma, evidentemene, non hanno motivo di soffrire di solitudine.
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Ho letto su alcuni blog che è stato minacciato, ostacolato nella diffusione delle informazioni sui suoi studi. Da chi e perché?
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Beh, se vogliamo andare indietro nel tempo, gli ostacoli più efficaci sono arrivati dal tragicomico Beppe Grillo, da diversi enti pubblici e, molto recentemente, dal CNR. I politici di oggi, poi, si danno particolarmente da fare. E i mezzi importanti che, chissà a quale titolo, chiamiamo d’informazione, non si risparmiano nei bavagli e nelle censure. Poi ci sono tutti i poveracci che fanno da manutengoli strillando su Internet. Il perché è ovvio: io metto il becco in un business non solo enorme di cui il salottino buono gode ma immensamente comodo e, per quanto riguarda la massa, io tolgo le coperte di Linus sotto cui tanta gente s’illude di trovare protezione. Insomma, non piaccio.
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Continuerà le sue ricerche sui vaccini? Se no, perché?
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Le continuerò se ne avrò ancora la possibilità. A quanto risulta, il 28 febbraio prossimo non avremo più a disposizione il microscopio elettronico che Grillo ci fece sottrarre e che da anni usiamo un giorno la settimana grazie ad un giudice. È un dato di fatto: senza microscopio io non posso fare niente. Se entro quella data non avremo un altro apparecchio, finalmente potrò mandare al diavolo tutti e tornare a scrivere ciò che mi piace. Nessuno, però, osi venire a piagnucolare da me con i suoi problemi perché sarà regolarmente mandato al diavolo. Sessanta e passa milioni di italiani non sono stati capaci di cavarsi una frazione di centesimo dalle tasche per acquistare il microscopio di cui pretendono i risultati. E, se la cosa non interessa a loro, perché dovrebbe interessare a me? Quello che era mio dovere morale l’ho abbondantemente fatto e io non devo niente a nessuno.
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