Non è una gru, credit Mary Blindflowers©
Mary Blindflowers©
Venere lesa sparo di luce
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Sparo di luce nella bocca tumefatta del buio, melo, faro, esordio impudico d’arcobaleno frammentato nel sogno distrutto, campo minato di chiese potere.
Vedere, Luna che spacca la cenere al cielo, contro il cavaliere antitempo, tritatutto di messe imperanti da secoli nel circuito digiuno d’idee, e dettano legge del seno mancante alle nuove ninfee.
Luna, vedere,
ora Dio spesa ha lasciato un posto vacante che non tocca a nessuno del gregge, e
una dea belsedere già schiava si aggira in gonnella nell’isola fredda.
Vedere.
Una sirena con croce si cava normalmente tra i flutti, ma davvero la guardano tutti.
Vorrei che la Venere non sia mai stata
lesa.
(2015)
.
Il canto delle gru
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No, non ho paura della morte
o della vela che si gonfia con la scotta,
né delle cime,
perché non son bigotta nell’accrostolio immortale
del sorteggio a rime,
poeti poeti, sotto a chi tocca, si sbarocca il becchime
e si depaupera la noia del lecchime,
si schitta slitta, ci si sgroia, parcheggia e sguitta,
così, senz’ancora di posta
e si rimane perlopiù senza risposta.
Che rima banale! Direte voi.
Me la posso permettere.
Voi potete solo aver paura,
da lassù su quell’altura agonale.
Ma io no, io festeggio tra persi,
non do avvisi ai naviganti
sulla spannatoia del ballast,
la morte è un must per zone storte
marchiate in vita, e trotta strotta,
preda più che ambita per chi è già andato come me.
Eh, lo avete decretato negli elenchi.
Ma lo volete un the che dalla scotta sale su?
Non lo sentite mica voi il canto delle gru?
Mi sembrate un po’ sbilenchi.
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DESTRUTTURALISMO Punti salienti
