L’esposizione della vena©

L’esposizione della vena©

Di Mary Blindflowers©

La cura, mixed media on canvas, by Mary Blindflowers©

 

Nel 1123 anno del quarto Concilio Lateranense, ai sacerdoti cattolici e ai diaconi venne proibito di praticare la medicina, pratica considerata sacrilega, così il posto prima occupato dagli ecclesiastici venne prontamente preso dai barbieri che, in condizioni igieniche assai precarie, si occupavano di fare barba e capelli, applicare cataplasmi, unguenti e impiastri per eventuali ferite, ricomporre fratture, estrarre denti e curare ascessi, nonché ripulire i clienti da pulci, zecche e pidocchi, all’epoca diffusi. La specialità principe dei barbieri era però il salasso. La flebotomia veniva praticata con estrema facilità e con una superficialità che oggi appare sconcertante. A Londra durante il medioevo i barbieri esponevano fuori dalle loro botteghe vasi ricolmi del sangue dei clienti, per pubblicizzare la loro attività. Solo nel 1307 venne emanata una legge che proibiva l’esposizione del sangue, costringendo i barbieri a buttare il sangue nel Tamigi. Per ovviare alle proibizioni della nuova legislazione i barbieri decisero di utilizzare un simbolo meno cruento, nacque così l’asta con un pomo di bronzo alla estremità superiore e il corpo fatto di strisce bianche e rosse. In quelle americane c’è anche il colore blu, per distinguere il sangue venoso da quello arterioso. All’inizio le strisce non erano affatto pitturate, il rosso si rendeva con le bende insanguinate che venivano attaccate al palo per testimoniare l’avvenuta esecuzione del salasso. Il vento finiva con l’attorcigliarle parzialmente al palo, allora si pensò di disegnare direttamente un palo con le strisce bianche e rosse. Il pomo bronzeo rappresentava il contenitore in cui si raccoglieva il sangue estratto dalla vena. La scelta del simbolo si appuntò sul bastone, perché appunto ai clienti prima del salasso veniva chiesto di stringere un bastone per facilitare l’esposizione delle vena. Nel 1658 venne data alle stampe a Norimberga la prima edizione dell’Orbis pictus di Comenio, un testo scolastico bilingue in tedesco e latino, dove le immagini vengono usate come sussidio per l’apprendimento. In una di queste immagini si vede chiaramente un barbiere chirurgo detto anche cerusico che pratica una flebotomia ad un paziente. Questi tiene nella mano destra un bastone con una benda attorcigliata. Il bastone probabilmente era un oggetto di uso comune dentro la bottega, per questo venne utilizzato come simbolo.

(Si veda John Amos Comenius, Orbis Sensualium Pictus, Noribergae, J.A. Endteri, 1745-1746. Sul salasso si veda invece Anselmo Prato, Osservazioni sull’uso del salasso, Milano, Tipografia di G. Pirotta, Milano, 1812; Del salasso, storia, effetti, uso, Tipografia Patria, Vercelli, 1789). 

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