Cesare Mattei e i fluidi elettrici

Cesare Mattei e i fluidi elettrici

Cesare Mattei e i fluidi elettrici

Bologna esoterica

M. Blindflowers, Cesare Mattei e i fluidi elettrici, in Vivere la Città, XI centenario del Comune di Bologna, Catalogo Ali, pp. 149-151.

 

 

di Mary Blindflowers©

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Cesare Mattei e i fluidi elettrici

Giuseppe de Filippi nel suo libro Annotazioni di medicina pratica1, Milano, 18451, “pane spezzato per ogni stomaco”, sottolinea il grande uso ed abuso che ai suoi tempi si faceva di un particolare tipo di “medicina purgativa e depurativa”, nonché addirittura “stercoraria”.

L’abuso dei purganti nel XIX secolo, unito alla pratica del salasso, era quasi la regola.

Spesso questi trattamenti avevano come risultato un indebolimento generale del paziente con peggioramento notevole delle sue condizioni cliniche.

Tutti”, scrive il De Filippi, “possono osservare per Milano degli individui sparuti, smunti, anemici, che escono a prendere aria nelle buone ore del giorno, e durano in quello stato per mesi e mesi”, gente che è stata sottoposta per una bronchite o un’artrite a “trenta, quaranta salassi, non contando le sanguisughe, i purganti, la morfina, l’aconito, l’josciamo” e altre diavolerie molto in voga nella medicina di fine ottocento2.

Poi racconta il caso di una zia della moglie colta da dolori artritici e sottoposta a innumerevoli salassi da un medico di grido. Dopo dieci giorni e ben dodici salassi, “l’ammalata presentò turbe cardiache, soffocamenti e deliqui”. Ogni tentativo di distoglierla da quel tipo di cure si rivelò vano, anzi il medico cominciò a praticarle due o tre salassi al giorno, applicandole in più delle belle sanguisughe. La paziente, nonostante il notevole indebolimento di cui fu vittima, non volle abbandonare quella pratica assurda di medicina dissanguante, finché un bel giorno “spirò, anemica e fiduciosa fino all’ultimo momento nella pratica per lei istituita”.

Così si moriva nell’ottocento anche per una semplice artrite.

Di casi analoghi, scrive il De Filippi, ce ne sono tanti, e ho voluto riferirne almeno uno come esempio3.

Le aperture delle arterie e delle vene, siccome agiscono sopra la circolazione generale e polmonare, per cui producono direttamente la  diminuzione della massa generale del sangue, ed indirettamente quella degli organi o apparecchi sopraccarichi nella quantità che a questi ne spetta, (dipartendo il sangue estratto per tutti gli organi o apparecchi, ch’entrano nella composizione della macchina), costituiscono i salassi generali.

Le aperture poi dei vasi capillari, sia qualunque il processo con cui si eseguono, costituiscono i salassi locali, perché direttamente producono una diminuzione del sangue negli organi o apparecchi, a cui i capillari aperti appartengono, ed indirettamente negli organi o apparecchi, che con quelli simpatizzano o per contiguità di tessuto, o per uniformità di forze vitali, e più indirettamente ancora nella massa generale del sangue4.

Eppure nella metà del XIX secolo il conte Cesare Mattei, ha inventato una terapia medica basata sull’abbinamento di granuli medicati e liquidi detti “fluidi elettrici”, l’elettromeopatia, un tipo di medicina alternativa molto praticata tra il 1870 e il 1930.

I granuli erano di otto tipi differenti a seconda del male che intendevano curare: Antiscrofolosi, anticancerosi, antiangioitici, febbrifughi, pettorali, antilinfatici, vermifughi, antivenerei.

I liquidi o “fluidi elettrici” erano suddivisi in base alla loro polarizzazione: Fluido Elettricità Rossa (++), Fluido Elettricità Azzurra (+), Fluido Elettricità Bianca (neutra), Fluido Elettricità Gialla (-), Fluido Elettricità Verde (- -).

Il Deposito centrale di questi rimedi, alla fine dell’Ottocento sorgeva a Via Mazzini 46 in Bologna. Il rimedio veniva commercializzato in tutta Europa, e si diffuse anche nelle Indie orientali (Mangalore), in Giappone, nel Nuovo Mondo, in Cina. I laboratori Mattei sono stati chiusi nel 1968, epoca in cui è cessata la produzione.

Ma chi era Cesare Mattei?

Nacque a Bologna nel 1809 presso una famiglia benestante. Grazie a copiose donazioni fatte al Papa Pio IX, divenne conte. A metà ottocento acquistò un vecchio castello a Riola di Vergato, negli appennini bolognesi, ristrutturandolo e mettendo in evidenza simboli alchemici ed esoterici. Il castello, spettacolare dal punto di vista estetico-simbolico, mescola vari stili architettonici, in sintonia con la personalità eclettica del proprietario e spesso in barba alla simmetria tradizionale.

Inutile dire che il Conte Mattei per le sue sperimentazioni ardite, venne tacciato di ciarlataneria. Stabilire il confine tra moda, verità ed illusione è oggi difficile. La cura Mattei all’epoca si diffuse in tutto il mondo. Perfino lo zar russo utilizzava le sue cure. Insomma i suoi rimedi contro ogni sorta di malattia erano di gran moda. Ma curavano davvero?

Sulla reale efficacia terapeutica di questi rimedi che alcuni definiscono addirittura “miracolosi”, tanto da guarire casi di tumore, in realtà non è dato sapere.

Dostoievskji ne I Fratelli Karamazov fa dire al diavolo di essere riuscito a guarire da tremendi dolori reumatici grazie ai rimedi della cura Mattei.

Realtà o fantasie di poeti?

Non lo sapremo mai, temo.

1 Annotazioni di medicina pratica del dottore Giuseppe de Filippi, presso Paolo Andrea

Molina, Milano, 1845.

2 Ivi, p. 31.

3 Ivi, p. 33.

4 Ivi, pp. 10,11.

(Cesare Mattei e i fluidi elettrici, in Vivere la Città, XI centenario del Comune di Bologna, Catalogo Ali, pp. 149-151).

 

XI centenario del Comune di Bologna, Catalogo Ali.

 

 

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