Cosa compri? I Porta-CD dell’Ikea

Cosa compri? I Porta-CD dell'Ikea

Cosa compri? I Porta-CD dell’Ikea

Di Lucio Pistis & Sandro Asebès©

La libertà è altrove, foto Mary Blindflowers©

Spesa fatta, incombenze quotidiane sbrigate, eccoci al momento catartico delle nostre letture quotidiane. “Quotidianamente prendendole dal mobile”, dovrebbe essere una poesia, eh sì, l’autore viene definito a gran voce “poeta”. Leggiamo:

Quotidianamente prendendole dal mobile
Mettendole nello stereo sento
Il rumore della plastica delle
Custodie dei CD che contengono la musica che

Ascolto nel mio appartamento dove
Ne ho accumulati circa un migliaio nel corso
Del tempo e che adesso
Non so più dove mettere perché

I due porta CD che ho comperato
All’Ikea uno nel 1999
L’altro lo scorso anno sono pieni
Da marzo e adesso è ormai dicembre

2001 ed è come se non me ne fossi accorto
Di tutto questo tempo che è passato due
Anni e prima ancora trentadue,
in totale trentaquattro da quando sono nato e questo

Vuol dire una cosa come diecimila giorni più o meno
Comunque di più e mille
CD di musica per un totale di
Undicimila tra giorni e CD e

Aggiungendoci le scatole di pasta che ho mangiato
Non lo so facciamo una cifra complessiva di
Diciassettemila tra CD giorni e scatole di pasta
E quanto ancora in questa vita e il cielo

Siamo contenti che Aldo Nove sappia contare, che si mangi la pasta e che vada all’Ikea, multinazionale globalizzante, nonostante il suo nome si ispiri ad un telegramma diffuso dal CLNAI, per comunicare il giorno e l’ora in cui dare inizio all’insurrezione dei partigiani a Torino. Insomma Nove sarebbe “comunista” e in un’intervista avrebbe detto, testuale, col suo linguaggio raffinato da scrittore consumato e ultra-osannato: “basta con il superfluo, l’inessenziale, l’iniquo. Questa idea della crescita infinita. È una stronzata; non vuol dire assolutamente niente. È l’idea demenziale di chi in automobile decide di accelerare per superare una strada dissestata. Ma non è che accelerando più forte ce la fai, anzi. Ed ora riavviare i consumi. Ma che caxxo compri?”.

Ma i porta-cd dell’Ikea, caro Aldo, ecco cosa compri, i porta-cd dell’Ikea in una poesia che, quella sì, non vuol dire assolutamente niente. Speriamo ardentemente che questa vita e questo cielo ci dispensino dall’imbatterci in altre miserrime enumerazioni dei giorni, della pasta e dei compact disk di casa Nove, miracolosamente assurti, per qualche misteriosa grazia ricevuta, a collezione poetica! Se l’effetto atteso dall’autore era quello di comunicare al lettore la disperante idea del tempo fluito e fluente, egli ci è riuscito perfettamente, poiché solo un minuto trascorso leggendolo suscita in noi l’angoscia per lo spreco diacronico e sincronico, aggiungendovi il rimorso per lo stupro alla creazione emotiva! Esilarante l’idea del picchiettio quotidiano sugli involucri dei CD! Che cosa intenderebbe trasmettere questa sensazione tattile-acustica a chi legge? Quale flusso empatico? E che dire dell’equivalenza anni/giorni per esponenzializzare lo sconvolgimento per l’enormità cronologica trascorsa ascoltando stereofonia ed ingurgitando carboidrati? Se il compositore intendeva trasfondere nausea da musica e cibo, vi è perfettamente riuscito! Altri target non siamo in grado di cogliere… sarà che l’età avanza e non abbiamo tempo da perdere… A proposito… stavamo per scrivere coglierne, dacché, leggendo il Nove, si rischia  di apprenderne gli errori nell’abuso di particelle pronominali atone enclitiche ovvero toniche! Diamo una scorsa al commento…sì! Abbiam munito di virgole tutti gli asindeti! Le loro espunzioni traboccanti nel testo noviano non ci han contagiato! Abbiam superato…la prova del Nove!

Gente, occhio a questa perniciosissima lettura! Fa male!

C’è chi dice che Nove sia uno dei migliori poeti contemporanei italiani. Ci mettiamo le mani nei capelli, quei pochi che restano! Questo ci fa capire che ormai le parole di tanti pennivendoli che scrivono sulla carta stampata e su blog reverenziali, siano completamente svuotate di senso e seguano certa corrente politica che ti fa arrivare miracolosamente in libreria anche se il valore dei tuoi testi è molto discutibile. Una volta arrivato in libreria, pubblicizzato a dovere dai compagni di merende, l’autore diventa poeta ufficiale e tutti i pappagalli depensanti ripetono in coro: “po-eta, po-eta, po-eta”, che diventa un ritornello alla moda, un motivetto da mandare a memoria, una memoria senza più certezze e punti di riferimento, una memoria senza più pudori e capacità critiche.

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Mary Blindflowers

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