Tra Cherubini e serafini

Tra Cherubini e serafini

Tra Cherubini e serafini

Di Mary Blindflowers©
 
Tra Cherubini e serafini

The clown, mixed media on canvas (detail) by Mary Blindflowers©

Ora vi racconto una storia vera.

In data 22 agosto la signora M. si reca agli uffici del Consolato italiano a Londra per fare il passaporto che dovrebbe esserle consegnato in giornata.

All’ingresso in quel momento è di turno un piccoletto di circa un metro e cinquanta scarsi, in giubbotto antiproiettile. Molleggiando superbamente sui piedi misura bambolotto, mentre si da più arie del Presidente della Repubblica in persona, controlla che nelle borse non ci sia una bomba a mano o un bazooka.

La signora M. prende il numeretto. Attesa. Un’ora e mezza circa.

È il suo turno.

L’impiegato le dice che purtroppo, non può farle subito il passaporto perché c’è una segnalazione dei CC di Roma Ottavia. La signora è perplessa. Cerca di capire di più, ma dietro lo sportello dicono di non sapere niente di più di ciò che le hanno detto. Deve aspettare tre giorni perché occorre il nulla osta della Questura di Sassari.

Intanto le chiedono esattamente 98,35 sterline più le foto senza rilasciare alcuna ricevuta. Pare che per il rilascio della ricevuta, “non siano organizzati”…

La signora M. aspetta tre giorni. Manda una mail al consolato. Nessuna risposta. 

Passa una settimana. Altra mail. Nulla.

Passa un mese. Altre mail. Nulla.

Ne passa un altro. Silenzio totale.

Ad un certo punto la signora M. manda una mail lamentandosi del fatto che il cittadino venga trattato come un numero e rimanga completamento all’oscuro del perché un documento che gli spetterebbe di diritto, e per il quale ha pagato, senza ottenere in cambio nemmeno uno straccio di ricevuta, non venga rilasciato in tempi decenti.

Le risponde, molto piccata, Liliana Cherubini, responsabile dell’Ufficio passaporti, con una sviolinata sulla perfetta efficienza dei loro uffici, sul duro lavoro che svolgono, offendendo perfino, dicendo in un burocratese cinquecentesco, che la signora M. non avrebbe “contezza” della sua “situazione”. Testuale:

“Stigmatizzo fermamente le Sue espressioni lesive dell’operato di questo Ufficio i cui collaboratori, remunerati dai contribuenti, sono a disposizione dei connazionali.

Noi lavoriamo seriamente, molto seriamente. Gestendo una comunità di oltre 300.000 connazionali iscritti in Aire ed almeno altrettanti non iscritti. Non riceveremo consigli, illazioni od invettive da chi, come Lei, non ha contezza nemmeno della propria situazione.

Lei si è presentata presso i nostri sportelli il 22 agosto per richiedere il passaporto… noi NON siamo titolati, per legge, ad emettere il passaporto… siamo obbligati a richiedere il Nulla Osta alla Questura di Sassari.

Fino a quando la Questura non ce lo concede, noi NON emetteremo il passaporto. Quando riceveremo il Nulla Osta, sarà nostra cura inviarglielo immediatamente”.

La signora M. fa notare, a proposito di efficienza, che il signor Nicastro, dell’ufficio consolare di Cheshunt, (che dentro e fuori l’ufficio tiene immagini di santini, del Papa, di Padre Pio, della Madonna Incoronata e soprattutto dell’Acli), è in ferie dal 22 agosto. Evidentemente 4 ore di lavoro al giorno sono troppe e ha bisogno di tenere l’ufficio chiuso due mesi senza che nessuno lo sostituisca. Poi torna, tutto abbronzato, asserendo di essere stato in ferie e di non poter fare nulla per risolvere il problema.

 

Ingresso dell’ufficio consolare di Cheshnut

 

In tutto questo occorre precisare che nel frattempo il nulla osta della Questura di Sassari è stato rilasciato esattamente il 19 settembre, ossia 4 giorni dopo la comunicazione della pregevole e dotta Cherubini, ma questo non sembra averla scossa troppo, tant’è che il passaporto non è stato fatto immediatamente dopo l’invio del Nulla Osta, a differenza di quanto asserito. Si vede che la signora Cherubini nel frattempo doveva meditare con vaghezza, sulla “contezza” dell’universo di tutti i Serafini, angeli e Paradisi italiani che le hanno consentito di occupare il posto che occupa.

La signora M. ha anche precisato, lei, donna da illazioni senza “contezza”, che il gran lavoratore dell’ufficio di Cheshnut, dopo aver mandato una mail all’ufficio centrale, le ha risposto la stessa tiritera “c’è una segnalazione dei CC”, sulla natura di questa segnalazione non è dato sapere. Il mistero si infittisce…

 

Riviste fuori dall’ufficio consolare di Cheshnut

 

Dopo la gentilissima mail del 13 settembre la Cherubini sparisce.

Forse è andata in ferie o forse no, non si sa.

Allora la signora M. scrive ai CC di Ottavia, gli stessi che quando il cittadino va a fare una denuncia, ti fanno fare due tre ore di anticamera mentre fanno battute grasse che si possono tranquillamente sentire nella sala d’aspetto, poi battono la denuncia sui tasti di un pc con un solo dito, cercando di imbroccare quello giusto, per consegnare uno striminzito foglietto finale pieno di refusi e tutto da rifare.

Ebbene questi signori non rispondono alla signora M. Sono troppo impegnati.

Insomma la povera signora non sa per quale motivo le venga negato il passaporto. Nessuno la vuole informare!

Allora, siccome l’Italia è il paese delle vie traverse e dei sotterfugi, chiede ad un amico che ha un’amica poliziotta, se può fare qualcosa. L’amica poliziotta dell’amico, telefona ai CC di Ottavia e le dicono, in via confidenziale, ciò che la privacy imporrebbe di non dire. In pratica questi signori non rispondono alla diretta interessata, ossia alla signora M., ma rispondono ad un’estranea che cerca di informarsi su di lei per vie traverse, violando la legge della privacy. Le dicono che devono consegnare alla signora M. la notifica di una raccomandata per una causa ormai arrivata in cassazione, ma che, poverini, non hanno il suo indirizzo.

I computers del consolato italiano all’estero, quando si cambia indirizzo, nell’era dell’informatica, ci mettono infatti sei lunghi mesi per aggiornare gli indirizzi, ergo i CC, non sapendo dove trovare la povera signora M., hanno pensato bene di fare una segnalazione, così il passaporto si è congelato.

I CC di Ottavia ignorano che quando una persona è iscritta all’Aire, reperire l’indirizzo è come bere un bicchier d’acqua. Ma dati i numerosi impegni e le tante tastiere da cliccare con un dito solo, non hanno potuto controllare, meglio segnalare e non rispondere mai, bloccando un fondamentale diritto del cittadino per una raccomandata e fornendo dati ad estranei.

I signori del consolato invece, nonostante il nulla osta della Questura, non procedono. La Cherubini tace. Ha posato le ali. Eppure in data 13 settembre, come si è detto, la stessa scriveva: “Quando riceveremo il nulla osta, sarà nostra cura inviarle immediatamente il passaporto”. Nulla osta ricevuto il 19 settembre. E allora? Che succede?

La signora M. comincia a pensare: “Alla Questura di Sassari nel rilasciare il nulla osta hanno sbagliato nome, non sarà mica per questo motivo che non mi rilasciano il documento? L’impiegato della Questura infatti anziché scrivere signora M. ha scritto Signora N.! Le penso tutte!”…

Poi manda una mail alla Cherubini per vedere se il blocco dipende dall’errore di digitazione della Questura. Tutto tace. Non si sa.

Arriviamo a ottobre, non è più estate, cominciano a cadere le foglie, ma il documento non arriva. La signora M. si lamenta ancora. Nessuna risposta. 

Poi esattamente il 3 novembre le arriva la lettera della Signora Silvia Ostroman, la quale ritiene “doveroso” informarla di ciò che la signora M. sa già per vie traverse, ossia che siccome gli splendidi CC di Ottavia non riescono a consegnarle una semplice raccomandata, il suo passaporto è bloccato fino alla consegna della stessa. Dice anche che la pratica ci ha messo un po’ di tempo per arrivare al suo ufficio (da agosto a novembre!) e che se la signora non ritira la raccomandata non possono rilasciarle il passaporto.

La signora M. risponde con una pec di diffida che manda anche ai CC di Ottavia e alla Questura di Sassari che, a quanto pare, sbaglierà pure i nomi digitando al pc, ma almeno, risponde e dimostra un minimo di professionale cortesia.

La Questura conferma che il passaporto poteva essere rilasciato tranquillamente fin dal 19 settembre, dato che hanno mandato il nulla osta. 

La Signora Silvia Oberdan telefona subito alla signora M. dicendole che il passaporto è sulla sua scrivania, (nonostante la raccomandata non sia stata consegnata), che le verrà inviato immediatamente a casa e che i ritardi sono stati causati dai CC di Ottavia (i quali peraltro non hanno mai risposto neppure alla Pec). 

La signora M. chiede come mai la Cherubini, nonostante avesse il nulla osta della Questura, non abbia fatto immediatamente il passaporto. L’interlocutrice risponde che nell’ufficio passaporti non sapevano cosa fare, il caso era troppo difficile, occorreva una persona più intelligente, e cioè lei, la dottoressa Oberdan.

La signora M. chiede come mai se è iscritta all’Aire i CC di Ottavia non sono riusciti a notificarle la raccomandata…

La Oberdan risponde candidamente tra il serio e il faceto: “Ma dottoressa, perché sono carabineri! Che cosa si può pretendere?”.

In sintesi per fare un passaporto richiesto il 22 agosto siamo arrivati a novembre. Per tutto questo tempo, siccome l’Inghilterra (dove la signora M. risiede) è uscita dalla UE causa Brexit, la signora M. che poi sarei io, è stata bloccata a casa, le è stata negata senza motivo la possibilità di viaggiare e trattata come un’emerita minchiona. 

Il cittadino italiano è sempre solo un numero sia in Italia che all’estero.

Questa è la triste verità. La signora M. alias Nessuno, talvolta, si vergogna di essere italiana.

https://antichecuriosita.co.uk/manifesto-destrutturalista-contro-comune-buonsenso/

 

 

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