La dittatura dei filtri

La dittatura dei filtri

La dittatura dei filtri

La dittatura dei filtri

Il coccodrillo, credit Mary Blindflowers©

 

La dittatura dei filtri

Giuseppe Ioppolo©

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Signori, ci siamo evoluti! O, involuti, dipende dai punti di vista. Ma ormai le censura non esiste più. Vi ricordate un tempo? Censura in qualsiasi posto. A casa: “Piccolo così non si dice, magari si può fare, ma guai a dirlo!” Poi a scuola: “Ragazzi le nozioni che nel tempo avrete accumulato avranno una grandissima importanza. Ma ricordatevi sempre che prima delle nozioni viene la buona condotta, la buona educazione. Ci si deve alzare per salutare quando entra il direttore o il preside o un altro professore. Se il entra il bidello non ha nessuna importanza si può restare seduti”. E nei temi: “Lo svolgimento, seppur corretto nella forma, tende a fuoriuscire dagli schemi assumendo pericolose tendenze alla trasgressione dei valori fondanti la nostra comunità. Si riscontra una pericolosa tendenza alla irrisione dei concetti di patria, famiglia, religione. Il giudizio non può che essere INSUFFICIENTE”.

Nei giornali, libri, cinema la censura operava sistematicamente, non tanto per correggere i difetti formali, quanto per operare tagli sui concetti, le idee, gli scopi. Questi dovevano essere sempre coerenti col sistema in cui si trovavano ad operare.

Ma quale contestazione? Quale critica?

Qualità buone per gli addetti ai lavori che mentre si auto-reclamano ed auto-incensano pure si auto-criticano. Ma fuori da questa ristretta cerchia di cervelli privilegiati è ammessa solo e soltanto l’approvazione di quello che il sistema propone e dispone.

Criticavi l’istituzione famiglia?

Censura! Sia mai, la famiglia è intoccabile! Ma dove si vuole andare? E poi questa (la famiglia) si fonda sul valore universale della coppia: Macho/Femmina. Quale altra famiglia ci può essere? Questa critica non può passare. Si taglia. Zac!

Criticavi la barbarie della guerra?

Che mondo sarebbe un mondo senza armi, dove la gente potrebbe vivere in pace e gli uomini bianchi non potrebbero rivendicare una inesistente superiorità nei confronti di quelli neri, o gialli, o arancioni? E quanti affari sostanziosi per pochissimi privilegiati verrebbero meno? Censura!

Scrivevi un articoletto per denunciare la non potabilità delle acque. Il giornale metteva l’articolo nel fondo pagina con titolo piccolo, quasi invisibile e innocuo sottolineando la non responsabilità degli amministratori che, anzi, si erano prodigati immediatamente per risolvere il problema. (E per nascondere la notizia facendo incetta dei giornali che l’avevano pubblicata).

La censura ha dominato la nostra formazione in ogni momento della nostra storia.

Sono stati censurati poeti, filosofi, scienziati, registi del cinema. Qualcuno è stato portato al suicidio (un certo Socrate) perché le sue idee “corrompevano” i giovani dell’antica Atene, ovvero instillavano maledettamente l’idea della ricerca, del dubbio, della dialettica.

Qualche altro è stato portato sul rogo (Giordano Bruno) perché esprimersi in maniera  scientificamente corretta non era possibile senza l’approvazione della massima Autorità (la Chiesa cattolica) nel campo delle Scienze dell’Essere, (filosofia, astronomia, religione).

Libri sono stati buttati nei roghi e sono state bruciate pellicole di film non graditi (Ultimo tango a Parigi, per esempio). La censura ha operato nel tempo una grande selezione… e gli individui a poco poco si sono conformati, adeguati agli schemi d’un “politically correct” per i quali la censura non è più praticabile. Cosa devi censurare se tutti ormai sono sdraiati e praticamente approvano, (avendone coscienza o meno) tutto quanto passa il convento/sistema?

Alt!

Non è proprio così… forse ancora c’è qualche cervello che dà segni di vita, ci sono ancora pochi cervelli per i quali di tanto in tanto l’EEG segna qualche onda/punta. Che fare? Non è che si corre il rischio che qualcuno si risvegli dal torpore/sonno che annebbia il cervello e ci fa accettare come buona qualsiasi schifezza o porcheria operata dal sistema? Occorre prendere provvedimenti. L’atto del “censurare” si chiamerà “filtrare”. Filtrare è termine tecnico, neutro. Non contiene in sé niente di riprovevole. Come può essere riprovevole un semplice filtro? Magari applicato da un gruppo letterario FB. Può essere operativo senza doversi sporcare le mani con i tagli d’una forbice chiamata censura. Tutto quello che non è gradito al sistema non supera le strette maglie del filtro. Le idee non condivisibili dal sistema non passano, ma non sono censurate. Semplicemente non superano il filtro. Il sistema è salvo, la coscienza pure. La dittatura dei filtri incombe.

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Libri Mary Blindflowers

DESTRUTTURALISMO Punti salienti

 

 

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