
Acquerello su carta, by Mary Blindflowers©
Giuseppe Ioppolo©
L’indennità di accompagnamento
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Personaggi
Dott. Re Scarnazza, medico-legale di Sua Maestà il Tartufo;
Signora Rosetta Mezzosenno, donna che non tien convento;
Tanu Cristianu, ricorrente contro l’INPS di Sua Maestà il Tartufo.
ATTO UNICO
Scena I
Ambiente: lo studio medico del dott. Re Scarnazza. Nella sala d’attesa un signore piuttosto attempato. È vestito dignitosamente, tiene il cappello in una mano e nell’altra due belle provole della città di Tripi, antico borgo peloritano. La porta dello studio del medico si apre, esce una bella donna con un cappellino in testa e gli occhiali neri agli occhi, infilata in un tailleur coloniale:
Rosetta Mezzosenno: «Allora dottore, quando posso tornare?»
Dott. Re Scarnazza: «Anche domani signora Rosetta Mezzosenno. Lo sa che per lei, la porta del mio studio è sempre aperta».
Rosetta Mezzosenno: «Oh! Si certo… la ringrazio dottore. Lei ha un modo di mettere le mani sul cuore… È come un’emozione che parte qui dal petto e va su… su… In una parola si forma come un nodo, proprio qua… in gola».
Dott. Re Scarnazza: «Su, signora mia. Non è più l’ora della poesia. Siamo tornati alla prosa della realtà. Menomazioni, malattie, dolori. Quelli presenti e quelli assenti. Ora facciamo largo ai petulanti, questuanti molesti di pensioni e assegni d’invalidità, con richieste di accompagnamento, Legge 104 e connotazioni di gravità».
Rosetta Mezzosenno: «Poverello il mio dottore bello… sempre a spendersi e spandersi per gli altri. Mai che chieda d’andare in pensione. Ah! Quando verrà questo momento sarò leggera, fresca e felice come una banderuola al vento!»
Dott. Re Scarnazza: «La prego signora, non aggravi la mia condizione e mi sia da sprone. Mi pare che di là stia aspettando il solito coglione. Becco molesto fuori contesto! Ecco, ora sia brava, può proprio andare… venga domani alla solita ora non la lascerò fuori ad aspettare».
Rosetta Mezzosenno: «Vado, dottore mio, sarò forte e fiera metto parrucca, occhiali neri e dentiera. Sarò irriconoscibile, inarrivabile, giustamente altera, e salgo sullo scranno. Sono o no una Mezzosenno?»
La signora col cappellino, gli occhiali neri e il tailleur coloniale se ne va. Si avverte il rumore dei tacchi nel corridoio, poi anche questo si attutisce e s’ode un bussare ripetuto.
Scena II
Toc… toc… toc… toc…toc… toc… toc… toc…
Dott. Re Scarnazza: «Chi è… entri pure».
Tanu Cristianu: «Dottore, Giuseppe Scarnazza?»
Dott. Re Scarnazza: «Sì sono io… e lei è Tanu, Tanu Cristianu?»
Tanu Cristianu: «Così mi chiamano, dottore. Sa? Io non mi chiamo mai»… (continua)
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