Gruppi Facebook e manicomi

Gruppi Facebook e manicomi

Gruppi Facebook e manicomi

Gruppi Facebook e manicomi

Muschio cotto, credit Mary Blindflowers©

 

Gruppi Facebook e manicomi

Mary Blindflowers©

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Si vuole qui dimostrare che la chiusura dei manicomi è direttamente proporzionale all’apertura dei gruppi di scrittori emergenti su Facebook, dove si incontrano tipi umani degni di studio antropologico. Si tratta di corti dei miracoli in cui spesso ti ritrovi perché un tuo contatto ti ha iscritto a tua insaputa, e allora inizi a esplorare… Vediamo…

Dopo qualche tempo, un tempo piuttosto breve, ti accorgi che ciascuno pensa di essere un personaggio culturalmente eminente. Il primo deficiente di turno arriva a proporre il suo post: una poesia fatta con IA, così fredda, priva di qualsiasi contenuto e mordente, che ti viene la depressione solo a leggerla. Il grande poeta mondiale, dopo aver chiesto il parere a tutti, si offende quando qualcuno osa dire che scrivere poesie con IA è operazione ben miseramente propria di chi talento non ne ha nemmeno un grammo. Discussioni a non finire, insulti che volano, parolacce, per cosa? Per nulla. Per due versi messi insieme da una macchina.

Ma proseguiamo nel nostro viaggetto.
Ecco un bell’esemplare di so-tutto laudante. Trattasi di specie buonista che oggi si riproduce con estrema facilità. Il suo compito è lodare quando qualcosa gli piace e stare zitto quando non gli piace: “oh che bella copertina”, esclama, compito. Grazie, molto gentile. Se invece di limitarti a ripetere che ti piacciono le copertine, una, due, tre, quattro volte, magari ti compri pure il libro, non mi offendo. Ma il gioco è lodare per farsi pubblicità, senza mai interessarsi a nient’altro che a se stessi.

Dall’altro lato c’è il so-tutto denigrante, che ha la foto di Gandhi nel profilo per un effetto di compensazione. Costui non interviene mai sotto un tuo post, nemmeno sotto tortura, ma l’unico giorno in cui piovono rane, di solito festivo, interviene e ti dice che ciò che proponi è brutto, terribile, e tutto senza aver letto, ovviamente, nulla, e in totale assenza dei perché.
Se gli rispondi che non te ne frega granché del suo opinionismo spiccio, si offende a morte e gli parte letteralmente la brocca. Inizia a insultare, perché l’averlo svuotato di importanza, sminuito nel suo ruolo di devastatore opinionista, gli devasta la pazienza, che dunque esplode nell’insulto.
Ma come? Non era un novello Gandhi, profeta del pacifismo?
Vabbè, lasciamolo al suo destino… Ma mentre stai per girarti e salutarlo, ecco che arriva una so-tutto laudante e dice, subito, da brava crocerossina: “Ma io non li compro i libri di una che risponde così male al so-tutto denigrante!”
A questo punto ti viene da ridere. Ma quando ha mai comprato nulla?
Essere o non essere, questo è il belato.

In lontananza, c’è altra varia umanità, tra cui una gentile signora che non vuole vendere nulla a nessuno, ma dopo un discorsetto mieloso, molto educato e forbito, secondo tutti i crismi del politicamente corretto, della buona educazione borghese e del buon senso più ovvio che più ovvio non si può, eccola chiedere ai poveri malcapitati — che hanno fatto lo sbaglio di leggerla en passant — di iscriversi alla sua associazione e di sborsare soldi, ovviamente.

Dulcis in fundo, voilà la perla: il compratore fittizio, in pratica uno che dichiara interesse per questo e quell’altro libro, ma non si compra mai un tubo, tanto che ti chiedi, assai prosaicamente: “Questo c’è o ci fa?”
E che senso può mai avere tutto questo sfoggio di sedicenti interessi intellettuali? Nessuno.

Hanno chiuso i manicomi e aperto i gruppi Facebook: è un fatto.
Una molla a scatto sul senso di ogni perduto senso.

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DESTRUTTURALISMO Punti salienti

Thinking Man Editore

Libri Mary Blindflowers

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