
Il signore degli anelli, vol. I credit Antiche curiosità©
I disvalori di Tolkien
Mary Blindflowers©
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The lord of the rings, continuazione di The Hobbit, romanzo epico molto più breve, aggiunge disvalori in più rispetto alla storia di Bilbo, infatti se The Hobbit è concentrato sulla ricerca dell’oro e veicola valori edonistici secondo il principio che l’uomo perbene deve essere ricco e in modo sottinteso, aristocratico, Il signore degli anelli insiste ancora di più con la genealogia. Tra i personaggi si instaurano rapporti di vero e proprio vassallaggio, Pipino, Merry e Sam chiamano Frodo padrone e lo seguono senza discussioni, ubbidiscono come dei bravi vassalli e servono con lealtà feudale fino alla fine il loro master. Non appartengono alla stessa classe sociale di Frodo e il libro lo fa notare. Frodo li chiama semplicemente per nome, sottolineando la sua superiorità.
Ossessivamente Tolkien fa capire al lettore che essere figli di aristocratici o re ha la sua beata importanza, la discendenza è fondamentale nella descrizione dei personaggi. Strider, per esempio, dapprima viene ritenuto un semplice vagabondo, suscitando perfino diffidenza e paura, ma inizia ad essere considerato con occhi diversi soltanto dopo la sua agnizione, chiamiamola così, ossia il suo riconoscimento come discendente di una famiglia nobile:
But there are few left in Middle-earth like Aragorn son of Arathorn. The race of the Kings from over the Sea is nearly at an end. It may be that this War of the Ring will be their last adventure.’ ‘Do you really mean that Strider is one of the people of the old Kings?’ said Frodo in wonder. ‘I thought they had all vanished long ago. I thought he was only a Ranger.’ ‘Only a Ranger!’ cried Gandalf. ‘My dear Frodo, that is just what the Rangers are: the last remnant in the North of the great people, the Men of the West. They have helped me before; and I shall need their help in the days to come; for we have reached Rivendell, but the Ring is not yet at rest.’
Ma nella Terra di Mezzo sono rimasti pochi come Aragorn figlio di Arathorn. La razza dei Re d’oltremare è quasi alla fine. Potrebbe essere che questa Guerra dell’Anello sarà la loro ultima avventura.’ ‘Vuoi davvero dire che Strider è uno del popolo dei vecchi Re?’ disse Frodo meravigliato. ‘Pensavo che fossero tutti scomparsi da tempo. Pensavo che fosse solo un Ranger.’ ‘Solo un Ranger!’ esclamò Gandalf. ‘Mio caro Frodo, è proprio questo che sono i Ranger: l’ultimo residuo nel Nord del grande popolo, gli Uomini dell’Ovest. Mi hanno aiutato prima; e avrò bisogno del loro aiuto nei giorni a venire; perché abbiamo raggiunto Gran Burrone, ma l’Anello non è ancora in pace.’
Però al di là di questo, ci sono anche dei momenti in cui Tolkien parla esplicitamente di uomini inferiori:
There in the courts of the King grew a white tree, from the seed of that tree which Isildur brought over the deep waters, and the seed of that tree before came from Eressëa, and before that out of the Uttermost West in the Day before days when the world was young.
`But in the wearing of the swift years of Middle-earth the line of Meneldil son of Anárion failed, and the Tree withered, and the blood of the Númenoreans became mingled with that of lesser men.
Lì nelle corti del Re crebbe un albero bianco, dal seme di quell’albero che Isildur portò sulle acque profonde, e il seme di quell’albero prima proveniva da Eressëa, e prima ancora dall’Estremo Ovest nel Giorno prima dei giorni quando il mondo era giovane.
Ma nel logorarsi degli anni rapidi della Terra di Mezzo la stirpe di Meneldil figlio di Anárion venne meno, e l’Albero appassì, e il sangue dei Númenoreani si mescolò a quello di uomini inferiori.
Che Tolkien usi il fantasy per veicolare valori di stampo conservatore è evidentissimo, anzi c’è proprio l’esaltazione dell’aristocrazia bianca e dei suoi disvalori legati al vassallaggio di tipo medioevale, perfettamente coerenti anche con la narrazione imperialista inglese.
Baccadoro, la donna senza tempo, non è forse bianca e non ricorda le dee dai riflessi d’argento chiaro?
L’Albero simbolo della linea reale di Gondor, non è forse bianco?
Gandalf, il Grigio, non diventa forse Bianco dopo la sua battaglia con il Balrog e il suo ritorno? Il colore bianco sottolinea la sua elevazione spirituale, il suo potere accresciuto e la sua purezza.
La Dama di Lothlórien è descritta con una bellezza eterea e una pelle chiara, spesso paragonata alla neve o alla luna. Il suo aspetto riflette la sua natura elfica, la sua saggezza e il suo potere magico, associati alla purezza e alla luce.
La figlia di Elrond è descritta come bellissima, con una pelle chiara e un aspetto etereo che la rende simile agli Elfi più antichi. La sua bellezza è spesso associata alla luce e alla purezza.
Elrond: Il Signore di Gran Burrone è spesso descritto con una bellezza nobile e una pelle chiara.
Gli Elfi in generale sono spesso associati a colori chiari e luminosi, inclusi il bianco e l’argento, che riflettono la loro natura eterea e la loro connessione con la luce. Legolas, come Elfo, condivide questa associazione, e così via…
Insomma tutto ciò che è buono nell’opera di Tolkien è bianco e di stirpe reale e nobile. Non a caso l’Inghilterra è rimasta monarchica. Tolkien solletica l’ego dell’aristocrazia bianca, forse è per questo che è tanto famoso? Del resto lo stile di scrittura è piatto, i personaggi piuttosto statici, le descrizioni troppo lunghe e noiose, insomma Tolkien non è un geniale e novello Rabelais, non ha nemmeno un grammo del suo genio, eppure viene continuamente ristampato in tutte le salse, ma si sa, noblesse oblige e il mondo è pieno di vassalli pronti a giurare che quella del conservatore inglese monarchico sia una grande opera, magari dopo essersi scodellati pure il polpettone del film.
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DESTRUTTURALISMO Punti salienti