Noaro, Memorie di polistirolo

Noaro, Memorie di polistirolo

Noaro, Memorie di polistirolo

Noaro, Memorie di polistirolo

Noaro, Memorie di polistirolo, credit Antiche Curiosità©

 

Mary Blindflowers©

Noaro, Memorie di polistirolo

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Emilio Noaro, Memorie di polistirolo, Leonida Edizioni, 2024, è un romanzo-trip, una sorta di viaggio allucinato in cui il protagonista è spesso incapace di distinguere la realtà dall’allucinazione. La schizofrenia la fa da padrona. Inutile cercare la linearità in quest’opera. Il concetto di tempo passa in secondo piano, rispetto agli stati d’animo e ai deliri del protagonista che, accompagnato da una sorta di Beatrice di nome Ottavia, attraversa vari stadi di dissociazione mentale.
Il pregio dell’opera è la buona scrittura, Noaro sa scrivere, sa plasmare bene la metafora e sa utilizzare precisi simboli per comunicare anche polemicamente una realtà alterata:

Stavo morendo, ma avevo tutta una vita per farlo. Mi accasciavo al suolo lentamente. Era iniziata un’altra vita. Conobbi nuovi amici. Ottavia era entusiasta di me. Mi ero iscritto all’università, Facoltà di Mistica e Politica. Avevo trovato un lavoro presso una fattoria dove si allevavano asini. La fattoria confinava con l’ateneo universitario. Avevo il compito di svegliare gli studenti la mattina con una colazione abbondante, seguirli durante la giornata nei pascoli, svolgendo mansioni da cane da guardia idiota. Verso il tramonto gli studenti mutavano in asini. Alla sera li riaccompagnavo in stalla controllando che ci fossero tutti. Non volli mai sapere che uso i fattori facessero di questi asinelli. Di tanto in tanto ne portavano via qualcuno che subito rimpiazzavano con matricole più giovani.

Si intuisce qua una polemica esplicita con gli ambienti accademici.
Lo stile è scorrevole, non conosce goffaggini di sorta, a parte alcune espressioni che avrei evitato, tipo “attimino”, p. 26:

Tutto tornò alla normalità, tranne me, nei panni di un dilettante dittatore, reo di confondere ancora per un attimino la realtà.

Attimino, termine che personalmente detesto, stride con lo stile elevato e raffinato utilizzato dall’autore. Si tratta di un termine usato soprattutto in contesti colloquiali o per attenuare una richiesta (“Aspetta un attimino”, “Dammi un attimino per pensarci”) e qui, in un discorso indiretto, oltretutto, fa un effetto doccia fredda o macchia di mosca sulla panna fresca.
Rilevo pure alcune espressioni macchinose che si potevano rendere meglio:

Ma se mi si chiedesse se ci sono dei campanelli d’allarme che avvertono l’arrivo della depressione, li metterei in guardia dal fatto di essere ottimisti senza precauzioni (p. 62).

Nel complesso però la scrittura è fluida, lo stile accattivante. Bella anche l’idea dello sfilacciamento sperimentale del tempo, creando effetti di vaga surrealtà. Rilevo tuttavia un’eccessiva concentrazione sul protagonista, un intimismo folle che riesce solo in parte a universalizzare il personaggio stesso. L’autore è troppo concentrato sull’io narrante e raramente azzarda una polemica che lo superi e punti l’attenzione anche sulla realtà del proprio tempo, come accade felicemente nel pezzo suindicato, relativamente agli atenei. Noaro limita così, purtroppo, il proprio orizzonte, ferendolo in prospettive che fanno voletti anziché pindariche acrobazie. La bella scrittura altresì non riesce a salvare il romanzo da una certa monotonia contenutistica. Ad un certo punto, infatti, mi sono chiesta, quand’è che finiscono questi trip? E dunque? Le varie allucinazioni si ripetono, un po’ fini a se stesse, in una sequenza che alla lunga stanca un poco, salvata soltanto dal fatto che Noaro sa scrivere, ma di base tutto l’impasto risulta un po’ iterativo, come uno splendido dolce che però ha avuto qualche difetto di lievitazione, e che, come un soufflé, tende a sgonfiarsi man mano che si procede nella lettura.
Nel complesso un romanzo interessante anche se non riesce ad ammaliare il lettore.

La copertina è molto bella, reca un’immagine che riproduce un’opera di Giovani Simione, Viaggiatore notturno.

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DESTRUTTURALISMO Punti salienti

Thinking Man editore

Libri Mary Blindflowers

 

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