
Salomé di Oscar Wilde, edizione del 1909, credit Antiche Curiosità©
Salomé di Oscar Wilde
Mary Blindflowers©
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Salomé di Oscar Wilde, tragedia in un solo atto, venne scritta nel 1891 ed è stata originariamente composta in francese. Wilde, che conosceva bene il francese, scelse di scriverla in questa lingua per inserirsi nella corrente simbolista dell’epoca e, probabilmente, per rivolgersi direttamente al colto e disincantato pubblico di Parigi, dove il movimento decadente era particolarmente forte e la bigotteria meno imperante rispetto all’Inghilterra vittoriana.
La prima pubblicazione della Salomé avvenne nel 1893, in un’iconica edizione curata da Paul Schmidt per Librairie de l’Art Indépendant, un piccolo editore specializzato in opere simboliste e decadenti, in linea con lo stile e i temi dell’opera di Wilde. Ebbe una tiratura limitata di 600 copie.
La traduzione in inglese, realizzata da Lord Alfred Douglas con revisione di Wilde, che non era rimasto troppo contento del traduttore, il suo amante Bosie, fu pubblicata l’anno successivo da Elkin Mathews and John Lane a Londra. L’edizione inglese del 1894 divenne celebre anche grazie alle illustrazioni di Aubrey Beardsley, che, con il suo stile provocatorio, contribuì a consolidare il legame dell’opera con il movimento estetico e simbolista. La combinazione di una tiratura limitata e la fama di Wilde e Beardsley hanno reso entrambe le edizioni (francese e inglese) ambiti oggetti da collezione, molto ricercati dagli appassionati di letteratura e dai bibliofili, raggiungendo stime tra le 15.000 e le 30.000 sterline.
Va notato che la pubblicazione e la messa in scena dell’opera furono al centro di parecchie controversie.
In Inghilterra fu vietata non solo perché rappresentava personaggi biblici, ma anche per motivi morali. La combinazione di temi sensuali, e la trasgressione implicita nella storia fu considerata inappropriata per l’epoca vittoriana, codina e bigotta.
Il divieto fu imposto dal Lord Chamberlain, che all’epoca aveva il potere di censurare le opere teatrali prima della messa in scena. Di conseguenza, Salomé non poté essere rappresentata in Inghilterra durante la vita di Wilde. Tuttavia, fu messa in scena per la prima volta nel 1896 a Parigi, in francese, mentre Wilde si trovava in carcere dopo essere stato condannato per “gross indecency” (atti osceni) in relazione alla sua omosessualità.
I motivi del divieto inglese furono molteplici:
Secondo una legge inglese del tempo, risalente al periodo elisabettiano, era proibito rappresentare personaggi biblici in opere teatrali, per evitare di profanare argomenti religiosi o rischiare offese alla fede cristiana. La Salomé, basata sulla storia di Giovanni Battista (Iokanaan), infrangeva questa regola. Ma il vero motivo era dato dai contenuti che furono giudicati immorali dalla censura. La trama, con il suo forte carico di erotismo, desiderio morboso e ossessione, fu vista come scandalosa. Non tanto la danza dei sette veli, che in realtà Wilde non descrive, quanto la sua preparazione psicologica, nella tensione tra le resistenze di Salomé e di Erodiade, e soprattutto nel potere esercitato dalla danzatrice sull’ego maschile, diedero scandalo. Per non parlare del gesto macabro di Salomé di baciare la testa mozzata di Giovanni Battista dichiarando di averlo ucciso per amore. Tutto questo venne percepito come simbolo di perversione. Salomé è perfettamente padrona della situazione, non è affatto la figura figura passiva e sottomessa che rappresentava l’ideale femminile e misogino della società vittoriana inglese. Decide, seduce e manipola, non solo Erode ma anche il tragico e paradossale destino di Giovanni Battista (Iokanaan). Il potere di Salomé viene esercitato attraverso la seduzione e il desiderio, strumenti che tradizionalmente erano considerati “pericolosi” se attribuiti a una donna, perché mettevano in discussione il controllo maschile. Salomé non solo incarna un desiderio femminile attivo (già una provocazione di per sé per l’epoca), ma lo spinge fino alle estreme conseguenze: utilizza la sua sessualità per ottenere ciò che vuole, cioè la morte di Iokanaan, e si spinge oltre il limite baciando la sua testa mozzata. Questo atto macabro e trasgressivo poteva essere percepito come blasfemo, perché sfidava i confini morali e religiosi, rappresentando una donna che non solo possiede un desiderio irrefrenabile, ma che si oppone a ogni autorità spirituale o terrena e ha potere di vita e di morte perfino su Erode, il patriarca, l’uomo… (continua)
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DESTRUTTURALISMO Punti salienti