
Disegno su quaderno degli appunti, Mary Blindflowers©
Risposta a Massimo Burdi
Mary Blindflowers©
Scrive un signore di nome Massimo Burdi, rispondendo a un mio commento, nel gruppo fb Athena’s world:
Casti è nella storia della letteratura ma non nel canone. Per il secondo Novecento, il canone è ancora molto mobile e da definire. Per ora si può dire sicuramente che Eco è uno dei nostri autori più letti e tradotti all’estero. Secondo lei, la fortuna di Eco fuori dall’Italia la ha decisa il potere? Quale? Lo stesso potere che avrebbe deciso che Dante sia l’autore italiano più conosciuto nel mondo? Un altro? Lei dice che il potere della politica e della finanza ha sempre deciso cosa il pubblico debba leggere, e questo è semplicemente falso. Il marketing ha successo per gli scrittori alla moda, non per quelli che verranno letti fra due o tre secoli. A dimostrarlo, ci sono le riscoperte che oggi sono considerati classici: Kafka è molto più letto oggi che quando era in vita, e non credo che abbia mai fatto comodo a nessun potere; idem Gadda, Guido Morselli e molti altri.
Siccome il gruppo mi ha censurato e impedito di rispondere, rispondo qua. Sulla prima affermazione rispondo con Casti stesso che ne Gli animali parlanti scrive, Canto VIII:
81 Il grossolano inganno in varie guise
Dell’Asino ignorante al par che vano,
Chi censurò, chi motteggiò, chi rise.
Pur falso sempre e vile il cortigiano
Adulator, non sempre fino e destro,
L’Asin chiamò d’educazion maestro.
82 Gran danno, che sì bella ed util opra
D’autor sì illustri e di sì gran cervelli
L’oscurità dei secoli ricopra.
Se ciò non fosse, i Locke e i Machiavelli
E i Rousseau e i Mably e i Filangieri
Per fama non andrian forse sì altieri.
Che cosa è un canone?
Si dice che un autore rientra nel canone quando Qualcuno decide che quell’autore abbia prodotto qualcosa di particolarmente significativo, qualcosa di fondamentale da un punto di vista letterario o culturale.
A questo punto una domanda sorge spontanea. Chi stabilisce il canone?
La classe accademica in accordo con le case editrici e con il potere politico ed economico. Gli accademici hanno deciso così che un autore come Machiavelli, per esempio, rientri nel canone, anche se incarna disvalori assoluti: l’inganno, la mancanza di moralità, il cinismo, l’uso di mezzi spietati per il controllo dello Stato, l’uso della forza e della violenza per affermare il potere del Principe, la manipolazione, l’abbandono delle virtù tradizionali, etc.
Casti invece, che andava contro tutti i suindicati disvalori, ha messo alla berlina la monarchia assoluta, i poeti di corte, i cortigiani finti e l’ipocrisia delle menti servili e limitate, l’assurdità della guerra, etc, non rientra nel canone, perché davvero poco funzionale al potere e al valore del colonialismo guerresco. Quindi Casti non si studia nelle Università, mentre Machiavelli sì, ovvio, perché bisogna assecondare sempre il potere politico e gli accademici lo sanno, quindi agiscono di conseguenza anche nello stabilire un canone.
Nel secondo Novecento il canone, come dice lei, sarebbe “ancora mobile da definire”. Certo, ma la storia non cambia, il canone lo decidono sempre potere, denaro, e accademici, quindi siamo punto e a capo.
Rispondo alla domanda su Eco. Sì, la fortuna di Eco in Italia e fuori dall’Italia è stata un atto di potere e una grande operazione di marketing voluta dal partito, dall’università e dalla grossa editoria, gli stessi che stabiliscono i canoni e decidono arbitrariamente chi sia scrittore e chi no. Nessuno vende se non trova un editore che gli stampa milioni di copie, gli paga il marketing e lo traduce per poi distribuire i suoi libri in tutto il mondo. La gente compra quello che vede e se vede il libro della Rowling o quello di Eco ovunque, dopo che gli è stato detto in tutte le salse che si tratta di capolavori, grazie alla propaganda di regime, la gente compra perché vede solo quello e non ha scelta. Viene manipolata dagli stessi che hanno deciso che Machiavelli rientra nel canone e Casti no.
Lei è sicuro, caro Burdi, che tra due tre secoli leggeranno ancora Eco? Io non ne sarei tanto sicura.
Non è vero che il marketing ha successo solo per scrittori alla moda, il marketing fa vendere tutto. Eco stesso ammetteva che se il suo vicino di casa avesse scritto un libro valido, nessuno se ne sarebbe accorto, quindi Eco stesso ha basato tutto sul potere del marketing e aveva la sfacciataggine di dircelo, basta leggersi “Apocalittici e integrati” in cui dice esplicitamente di disprezzare le masse a cui pur tuttavia vuole vendere i suoi libri. Eco stesso era uno scrittore alla moda, e lo sapeva.
Ora riporto l’altra sua frase: “Kafka è molto più letto oggi che quando era in vita”. Ebbene, la informo che Kafka non ha mai saputo di essere Kafka, proprio perché aveva un potere pari a zero e gli accademici non si preoccupavano di certo della sua esistenza, come non si preoccupano dell’esistenza di chiunque non faccia parte della loro cerchia. In vita Kafka era un semplice signor Nessuno. Fu solo l’iniziativa privata di Max Brod a farlo diventare famoso dopo la sua morte. Se Brod non avesse avuto la sensibilità di promuovere il suo amico Kafka, oggi noi non sapremmo nemmeno che è esistito. Fosse stato per i suoi amati canonizzatori, anche Kafka avrebbe potuto cadere nell’oblio, nella tomba dei tanti, troppi, poeti dimenticati. Su Gadda e Morselli ho scritto degli articoli che potrà trovare in questo blog e più diffusamente nella rivista Destrutturalismo, che decisamente non rientra nei canoni che lei ama tanto e che invece io snobbo da sempre.
Buona canonizzazione.
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DESTRUTTURALISMO Punti salienti