Cenni su Wilde poeta

Cenni su Wilde poeta

Cenni su Wilde poeta

Cenni su Wilde poeta

Antica casa inglese, credit Mary Blindflowers©

 

Mary Blindflowers©

Cenni su Wilde poeta

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Oscar Wilde, oltre che un eccellente romanziere, come tutti sanno, era anche un poeta raffinato, un esteta capace di costruire con le parole trame delicate e ritmiche, a rima alternata o baciata in cui è possibile riscontrare alcuni elementi fondamentali: la prospettiva cristologica, il ricorso frequente alla mitologia greca e una forte tendenza alla satira incisiva e mirata, nonché la costante ammirazione della natura, tempio magico di ispirazione e bellezza.
Cristo, in cui Wilde si identifica anche nel De Profundis, nei giorni della sua caduta, rappresenta per il poeta un artista nel vero senso del termine, l’artista della realizzazione individuale, della compassione, della bellezza:

“Cristo è venuto al mondo per insegnare agli uomini che il fine della vita è l’autorealizzazione. Attraverso di lui, il singolo diventa pienamente se stesso.” (De Profundis).

La figura del Salvatore, non poteva dunque mancare nelle poesie. Ma Wilde la utilizzò per criticare lo sfarzo della Chiesa di Roma con cui si rivelò molto polemico:

 

Easter day

The silver trumpets rang across the Dome:
The people knelt upon the ground with awe:
And borne upon the necks of men I saw,
Like some great God, the Holy Lord of Rome.
Priest-like, he wore a robe more white than foam,
And, king-like, swathed himself in royal red,
Three crowns of gold rose high upon his head:
In splendor and in light the Pope passed home.
My heart stole back across wide wastes of years
To One who wandered by a lonely sea,
And sought in vain for any place of rest:
“Foxes have holes, and every bird its nest,
I, only I, must wander wearily,
And bruise My feet, and drink wine salt with tears.”

 

Giorno di Pasqua

Le trombe d’argento risuonarono attraverso la Cupola:
La gente si inginocchiò a terra con timore reverenziale:
E portato sul collo degli uomini, vidi,
Come un grande Dio, il Santo Signore di Roma.
Come un sacerdote, indossava una veste più bianca della schiuma,
E, come un re, si avvolse in un rosso regale,
Tre corone d’oro si ergevano alte sulla sua testa:
In splendore e luce il Papa tornò a casa.
Il mio cuore tornò indietro furtivamente attraverso ampie distese di anni
A Uno che vagava per un mare solitario,
E cercava invano un luogo di riposo:
“Le volpi hanno tane, e ogni uccello il suo nido,
Io, solo io, devo vagare stancamente,
E pestare i miei piedi, e bere vino salato con lacrime.”

 

Qui paragona il fasto del Signore di Roma, il Papa che come un re si veste di rosso, si carica d’oro, a Cristo che nel deserto beve vino salato con lacrime.
(Continua…)

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Thinking Man editore

Libri Mary Blindflowers

DESTRUTTURALISMO Punti salienti

Comments (3)

  1. Mariano Grossi

    Impressionante la perfezione formale di questi decasillabi a rima incatenata, mai banali, mai sdruciti, formali e al contempo ribelli nel loro grido di denuncia della distanza tra l’oggi cattolico e lo ieri cristiano.

  2. Peter Patti / massimo realus

    È importante in primis il contenuto. Ma presso certi grandi poeti moderni il lettore può notare anche la bella ed elaborata costruzione di un’impalcatura che, se non le ricalca al 100%, se non altro si rifà alle forme poetiche classiche.

    1. Destrutturalismo

      Wilde era un esteta e nella sua poesia inserisce tanti elementi della mitologia classica, ma non è una operazione solo estetica o contemplativa, bensì funzionale al contenuto che lega a elementi di una modernità sconcertante, le poesie piene di fiori e amore, non parlano di fiori e amore, a differenza delle nostre contemporanee “amore cuore”, gli elementi naturali e classici sono un mezzo, non un fine, servono a veicolare la sua personale visione del mondo e nascondono significati che sono proiettati nella modernità.

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