L’arte, sentimento e sistema

L'arte, sentimento e sistema

L’arte, sentimento e sistema

 

L'arte, sentimento e sistema

MB., copertina del quaderno degli appunti, Mary Blindflowers©

 

L’arte, sentimento e sistema

Mary Blindflowers©

L’idea che l’arte debba salvare il mondo e che gli artisti debbano essere in qualche modo degli esempi da seguire, si sta affermando sempre più nel linguaggio del politicamente corretto. Si crea così un mix micidiale tra sentimentalismo e messaggio edificante e salvifico. Diceva Wilde nel De Profundis:

a sentimentalist is simply one who desires to have the luxury of an emotion without paying for it.

un sentimentale è semplicemente colui che desidera concedersi il lusso di un’emozione senza pagarla.

And remember that the sentimentalist is always a cynic at heart. Indeed sentimentality is merely the bank holiday of cynicism. And delightful as cynicism is from its intellectual side… it never can be more than the perfect philosophy for a man who has no soul. It has its social value, and to an artist all modes of expression are interesting, but in itself it is a poor affair, for to the true cynic nothing is ever revealed.

E ricorda che il sentimentale è sempre un cinico in fondo. In effetti il sentimentalismo è semplicemente il giorno festivo del cinismo. E per quanto delizioso sia il cinismo dal suo lato intellettuale… non potrà mai essere altro che la filosofia perfetta per un uomo senza anima. Ha il suo valore sociale, e per un artista tutti i modi di espressione sono interessanti, ma di per sé è una cosa ben povera, perché al vero cinico non viene mai rivelato nulla.

A Wilde si può rimproverare il dandismo, lo spreco, la scarsa modestia, ma del resto, perché un genio dovrebbe vivere come vogliono i benpensanti? Per dare un esempio di vita morigerata? A chi? Un genio è tale perché crea, non ha doveri di sorta e non ha nemmeno il dovere della falsa modestia o di salvare il mondo. Tutto si può dire di Wilde ma non che fosse un ipocrita. E la sua lezione sul sentimentalismo è perfetta. Il sentimentalismo è una trappola per topi che crea emozioni artificiali sopra una coltre di cinismo interessato. Si tratta di emozioni a buon mercato, propagandate anche oggi sotto forma di lezioncine di vita, emozioni che, unite ad una forzatura ideologica, generano mostri da un punto di vista artistico.

Cosa c’è di più mostruoso delle tele nere di Glenn Ligon spacciate per rivendicazione dei diritti dei neri? Ecco sentimentalismo unito alla forzatura di un messaggio che, in questo caso non c’è, una tela dipinta di nero è solo una tela dipinta di nero e non ha in realtà nessun significato, è fuffa fritta, dunque non esistendo, il sentimentalismo si inventa un messaggio perché lo ha deciso il potere cinico del denaro. Qualsiasi oggetto in questo modo può significare qualsiasi cosa, una tela nera, due righine, una scultura a forma di mortadella, un cesso, un bidé, un poché, uno squalo sottolio, un cliché, un dindirindé, un letto sfatto, un coltello a scatto, insomma, chi più ne ha più ne metta, basta avere tanti soldi, gli agganci giusti e l’arte diventa portatrice di messaggi universali accordati al sentimentale zufolo del mainstream, così democratico, così buono, così pio, da monopolizzare ogni spazio possibile, proponendo il nulla pagante e facendoci credere con la trombetta dei buoni sentimenti, che una tela nera sia la manifestazione più evidente dell’evoluzione umana. Così l’arte diventa insana e caimana, ma la gente non lo sa e rimane a bocca aperta di fronte alle pseudo-filosofie del denaro e dei pascià, di fronte a una tela nera tuffata nel nulla cosmico della prostituzione dei musei e delle gallerie.

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DESTRUTTURALISMO Punti salienti

Thinking Man editore

Libri Mary Blindflowers

 

 

Comments (2)

  1. Mariano Grossi

    And instead we do love you, dear Wilde,
    for you were so pure, direct and wild!

  2. giuseppe

    Ecco perché ogni giorno che passa mi convinco che Giufà è un artista. Attenzione! non l’Autore che scrive di Giufà. Quello è un poveretto e non sa cosa fa. Non si rende nemmeno conto che è entrato in un meccanismo folle dove a tirare le fila è un genio della follia. Si Giufà è folle e a suo modo geniale. Sferra pugni sugli incolpevoli nasi dei Giudici che non sanno dare giustizia. Si fa beffe di malandrini e padroni. Irride i santi volendoli aiutare a compiere miracoli. Non piange la morte della moglie ma quella dell’asino. Giufà non ci propone un mondo migliore spostato in un al di là messianico o soltanto in un futuro ipotetico. Giufà vive questo mondo. Le sue contraddizioni . ne svela le ipocrisie. Si prende, senza chiedere permesso, quel che può. Non ha una morale da somministrarci, né un progetto escatologico di salvezza del mondo. Questo mondo lui lo vuole vivere e non gli interessa salvarlo. Povero Autore… trascinato in questa labirintite dell’essere non hai fatto caso che Giufà ti stava dettando le parole e tu eri solo uno strumento nelle mani d’un genio.

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