
Pastina, credit Mary Blindflowers©
Veganesimo e contro-antropocentrismo
Fluo©
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Il veganesimo è o non è antropocentrico?
Io dico di sì.
L’antropocentrista pone l’uomo al centro dell’universo e pensa che la razza umana sia superiore, quindi in grado di regolare i destini del mondo.
Che alcuni vegani si definiscano post-antropocentrici o contro-antropocentrici attiene alla logica dei semplici giochi contraddittori di parole, perché se è vero che un vegano dice di aver rispetto per la vita animale al punto da non volersi cibare di carne, dunque rinuncia al concetto di superiorità umana rispetto alle altre creature, è anche vero che vuole sostituirsi all’ordine naturale delle cose, alle disposizioni della natura, facendo prevalere la sua logica buonista tutta umana, dunque nel tentativo teorico di superare l’antropocentrismo, finisce in pratica con il caderci dentro in pieno.
Un carnivoro di qualsiasi specie non ha nessun problema ad uccidere un erbivoro per cibarsi, perché deve sopravvivere. La catena alimentare stabilita dalla natura prevede un continuo ciclo di vita-morte attraverso la presenza di prede e predatori.
Il vegano si pone un ordine di stampo antropocentrico nel momento stesso in cui pensa che per l’uomo possa essere diverso, che l’uomo, a differenza di tutti gli altri animali, non sia tenuto a rispettare la catena alimentare, infatti il veganesimo che ormai è diventato una religione e anche un business, sostituisce alle esigenze naturali delle specie, la sua etica tutta umana che si commuove per la sofferenza dell’agnello, quando basta guardarsi attorno per rendersi conto che, come diceva Leopardi, la natura è matrigna, da una parte dà, dall’altra prende.
Insoluta poi la contraddizione del gatto e del cane che i vegani pretendono diventino vegetariani perché lo hanno deciso loro, non il cane, ovviamente. Esistono perfino cibi vegani per cani e gatti. Insomma, siamo al delirio antropocentrico, altro che post-antropocentismo e negazione dell’arroganza umana, senza contare poi che ogni buon vegano che si rispetti, ha in genere, esistono ovviamente le eccezioni, la pessima abitudine di chiamare “cadaveri” gli animali uccisi per esigenze alimentari, nel tentativo di umanizzarli. Il termine cadavere infatti è nato in riferimento all’uomo, non alle bestie. Lo si può usare per gli animali domestici, ma chiamare cadavere un agnello crea un impatto emotivo più forte rispetto al termine carcassa che è depersonalizzante, così poco umano, così poco emotivo. Tutti i comunicati vegani, infatti, anche nei social, giocano con le emozioni, usano toni forti, immagini tese a suscitare pietà in chi guarda.
Ma questi sono sentimenti tutti umani, che niente hanno a che fare con l’etica animale. Un lupo non ha pietà per un agnello perché, in primis, deve sfamare se stesso e ha pietà di sé, sa infatti che se non uccide l’agnello, muore di fame.
Ma l’antropocentrismo di un vegano non si alimenta soltanto di sensazionalismo in stile setta religiosa, va infatti oltre e si spinge nei sentieri della cattiva informazione. Ecco allora i saccenti mangiatori di erbette, dichiarare che la carne fa male, la carne fa venire il cancro, che i vegetali sono ottimi per la salute, che occorre consumare più frutta e verdura, eliminare del tutto la carne per vivere cent’anni.
Tutto falso.
L’MOS infatti dice soltanto che al consumo di carne processata, è associato un modesto aumento nel rischio di cancro, proporzionale alla quantità consumata.
Processata significa che è stata manipolata dall’uomo, si tratta di insaccati magari pieni di conservanti, carni in scatola, affumicate, salate, preparate in vari modi, etc.
Ancora l’OMS: “Secondo le stime del Global Burden of Disease Project e considerando il parametro più “estremo” per descrivere il peso di una patologia, ovvero il numero di decessi, sappiamo che ogni anno nel mondo circa 34.000 morti per cancro sono attribuibili ad una dieta con troppa carne processata e 50.000 ad un eccesso di carni rosse”.
Qui si parla di carni processate e di eccesso di carni rosse.
Ma a questo punto una domanda si impone, cos’è che fa male delle carni processate, le porcherie che ci aggiungono, le temperature a cui sono sottoposte oppure la carne in sé e per sé?
È proprio la lavorazione di queste carni a far sì che esse rappresentino un rischio per la salute.
Anche la pasta però non pare sia tanto sana, contiene infatti glifosati, sostanze che come quelle della carne processata “forse provocano il cancro”, infatti stanno nell’elenco 2A, esattamente come la carne processata, il Malathion e il Diazinon che sono insetticidi.
Il glifosato è una sostanza che sta ovunque, perfino nelle acque e i pesticidi considerati probabilmente cancerogeni, sono ampiamente usati in agricoltura.
L’elenco ufficiale 2A raggruppa sostanze di cui si sospettano effetti cancerogeni nell’uomo. Le sostanze che fanno venire sicuramente il cancro sono infatti nell’elenco 1A, non in quello 2A, e c’è molta differenza tra probabilità e certezza.
Anche l’accumulo di pesticidi nel fegato aumenta considerevolmente il rischio di cancro, esattamente come un eccesso di consumo di carne processata. Quindi se si mangia molta verdura spruzzata di pesticidi o molta pasta con glifosati, si hanno più probabilità di sviluppare un cancro. Questo non lo dicono i vegani. Come mai? Si arrogano il diritto mai scientificamente provato di dire che la carne fa venire il cancro, ma non dicono lo stesso dei pesticidi agricoli usati per coltivare i vegetali che si mangiano. Cattiva antropocentrica informazione per le masse.
Ah, una curiosità, nel gruppo 2A c’è anche il borotalco, con buona pace di mia nonna che lo ha usato per 90 anni. Non mancherà di certo qualche ben informato che confonda probabilità con certezza e dirà che il borotalco fa venire il cancro. Ma si sa il discernimento e l’intelligenza non sono di questo mondo.
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Mangia il lupo il buon agnello
io mi mangio il ravanello
perché io sono vegano
perché sono post umano
e non metto l’uomo al centro
poiché son vegano dentro,
raffinata è mia cultura..
“Ma ogni pianta è creatura!
Se recidi un ravanello
soffre tanto pure quello
forse peggio dell’agnello!
Dai! Pulisci il tuo cervello!”