Fallaci interpreti di Evola

Fallaci interpreti di Evola

Fallaci interpreti di Evola

Fallaci interpreti di Evola

La via della realizzazione, credit Antiche Curiosità©

 

Fallaci interpreti di Evola

Mary Blindflowers©

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Controcorrente edizioni per la serie Quaderni di testi evoliani n. 42, pubblica nel 2007 l’edizione riveduta e corretta di un libro pubblicato in prima edizione nel 1977 e riproposto con questo titolo: Julius Evola, La via della realizzazione del Sé secondo i Misteri di Mithra, a cura di Stefano Arcella.
Il frontespizio dell’opera è uguale alla copertina, il nome di Evola bello grande, il titolo, e il nome del curatore sotto. Inizio a leggere e mi accorgo che non è un libro di Evola, ma un saggio su Evola, allora mi chiedo, perché in copertina hanno scritto che Evola è l’autore, mettendo Arcella come curatore? Il curatore di solito scrive le note, è un supervisore di un progetto editoriale, non un autore, eh qui invece si confondono fischi con fiaschi, curatori con autori. Il lettore è ingannato. Tra l’altro nemmeno leggendo la quarta di copertina si ha sentore del fatto che l’autore non sia Evola. Nel testo infatti sono presenti solo 6 articoletti di Evola a fronte di un libro di 158 pagine, esattamente da pag. 45 a 87, ossia 42 pagine su 158!
Sorvolando su questo escamotage da marketing spiccio utilizzato dall’editore per vendere, inizio a leggere. Ebbene, la lettura suggerisce un altro inganno, e siamo a due.
Il pensiero di Evola viene piegato alla tesi implicita dell’autore che è quello che viene indicato come curatore, Stefano Arcella. Questi deve giustificare in qualche modo la credibilità del fascio, e lo fa in modo piuttosto goffo, antropocentrico, e in particolare romanocentrico, parlando del Mithraismo romano che giudica perfino più originale del Mithraismo iraniano. Scrive infatti che Evola:

vede nel mithraismo il tramite tra la tradizione romana e quella iranica, giudizio in parte fondato, perché fu quello il punto ideale e storico tra le due tradizioni, anche se oggi, come già detto, prevale la valorizzazione degli elementi di originalità del mithraismo romano rispetto all’originario culto iranico (p. 37).

E qui mi è venuto da ridere, può un culto imitato e assorbito da altri, essere mai più originale del culto originario da cui è nato? Certo che no. Solo chi ha idee razziste e manipolatrici può pensare questo, perché il suo scopo sottile è quello di valorizzare la sua cultura a scapito di altre a cui la sua si è ispirata. Lo scopo è quello di valorizzare il Genius romano, anche a costo di dire che Evola che ha parlato di derivazione del Mithraismo romano da quello iranico, è stato incompleto:

… la lettura evoliana è, al tempo stesso, spiritualmente profonda e scientificamente esatta, anche se, in certi punti, incompleta (p. 41).

Poi per dichiararsi vicino alle avanguardie, l’autore, insiste molto sul fatto che il pensiero di Evola si pone come alternativa all’accademismo dominante, caricando il testo di riferimenti dadaisti, citando un articolo di Giovanni Amendola in cui in un cabaret romano:

… i profumi orientali, le decorazioni dadaiste, la costruzione a cripta, lasciano scorgere un cenacolo in cui si intrecciano vari influssi culturali: l’arte dada…, le spiritualità orientali, l’architettura dei templi sotterranei, tipica degli antichi Misteri classici (p. 23).

Ma è quando cita Reghini che raggiunge il massimo dell’esaltazione fascistoide. Del resto l’articolo di Reghini aveva un titolo che era tutto un programma di valorizzazione dell’imperialismo:

Reghini concepì un movimento il cui contenuto ideale fu dichiarato in un articolo scritto nel 1913, e pubblicato nel 1914 sulla rivista Salamandra dal titolo Imperialismo pagano, nel quale si auspicava un rinnovamento tale da consentire al popolo italiano di riprendere il primato perduto, riaffermandolo in ogni campo (spirituale, morale, artistico, legislativo) e di ristabilire l’imperium non con la violenza delle armi, ma col divenire migliori di tutti gli altri popoli. Egli si appellava, in definitiva, al Genius del popolo italiano, ad un archetipo risalente ad un’età molto antica (pp. 17-18).

Ci sono tutti gli elementi della retorichetta fascista. Le idee sono antiquate e anche razziste, tipiche di chi vive di illusori anacronismi. Da perdere.

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DESTRUTTURALISMO Punti salienti

Libri Mary Blindflowers

 

 

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