La passata di Pinco

La passata di Pinco

La passata di Pinco

 

 

La passata di Pinco

Professor Pinco©

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Premessa

Questo vuole essere un articolo accademico. Sì, avete letto bene: un articolo accademico, un piccolo saggio scritto dal famoso docente universitario di Scienze dell’alimentazione e della nutrizione umana, Prof. Pinco Ippolito Dei Jannari, scritto per una rivista di cultura critica antiaccademica. Eh sì! Sono accademico e antiaccademico. Sono lo Stato e l’Antistato. La rivoluzione e la controrivoluzione. Insomma per farla breve sono un Pinco Accademico, ovvero un ossimoro!

Ma andiamoci piano con i paroloni. Noi Jannari, accademici della premiata ditta “Pinco&Ippolito, Paga in contanti e non prende resto”, abbiamo la virtù di non dover ricorrere ai virtuosismi linguistici: noi, si parla e si scrive come si mangia!

A proposito, che ne direste di due spaghetti alla passata di pomodoro fresca? Aglio, peperoncino, olio extravergine (mi raccomando solo extravergine, che vergine non si usa più!). Ridete? Il mio Maestro, Prof. Cerusico Asclepio dei Cerusici, non teneva una lezione senza che non ci infilasse una barzelletta che faceva ridere solo lui!

Ma non disperdiamoci in facezie. Stavamo dicendo degli spaghetti con la passata. È ovvio – lo capisco perfino io, un Pinco – che per fare gli spaghetti con la passata ci vuole la passata (Questa frase sembra essere stata scritta da Chiara Valerio ma, ve l’assicuro, non è stata scritta da lei!)

Un po’ di storia

Il pomodoro è una bacca proveniente dall’America centrale, dal Sudamerica e dalla parte meridionale dell’America Settentrionale. Per gli Aztechi i pomodori erano gli xitomati e tomati erano tutti quei frutti tondeggianti, solitamente sugosi, che si somigliavano tra loro. La cucina azteca riservava un posto di primo piano alla salsa di pomodoro in quanto riteneva che i pomodori fossero dotati di proprietà afrodisiache. I francesi li chiamarono per questo motivo “pomme d’amour” e sir Walter Raleigh pare abbia donato una pianta di pomodoro carica di frutti alla regina Elisabetta dandole il nome di “apples of love”. In Europa le piantine di pomodoro furono portate dal condottiero spagnolo Hernán Cortés. In Italia i primi documenti storici che descrivono la pianta di pomodoro risalgono al 1548, quando Cosimo dei Medici, in quel di Pisa, ricevette dalla sua tenuta fiorentina di Torre del Gallo, un cesto di pomodori nati dai semi regalati alla moglie, dal padre, viceré del regno di Napoli. Tuttavia, a causa della dominazione spagnola, è la Sicilia a conoscere, prima tra le regioni italiane, le meraviglie della pianta dai tondi frutti purpurei e a farne grande uso per la preparazione di gustosissime salse, come testimoniato dalle sue antichissime ricette.

La Passata

Prima di procedere oltre bisogna rispondere alla domanda: cos’è la Passata?

Risposta accademica/antiaccademica: la passata è la passata. Può essere di lenticchie, di fagioli, di patate. Io voglio, accademicamente, concentrarmi sulla passata di pomodoro. E, da buon accademico/antiaccademico, descrivere l’origine storica della passata… (Continua)

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DESTRUTTURALISMO Punti salienti

Libri Mary Blindflowers

 

Comments (2)

  1. Giorgio Infantino

    Ma sempre con gli accademici ce l’abbiamo ? Comunque, fosse stata la passata di patata, sarebbe stato più stuzzicante per il mondo accademico e più rispondente al vero.

    1. Giuseppe Dr Ioppolo Via Aldo Moro N. 23/F

      Mi capitò questa di passata… Passata “des pommes d’amour” come la chiamavano i francesi. Che ci vuol fare se non portare pazienza? Come qualcuno disse Pinco è Pinco. Accademico/antiaccademico d’altri tempi! Prof. Pinco Ippolito dei Jannari

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