Il controverso de Quincey

Il controverso de Quincey

Il controverso de Quincey

Il controverso de Quincey

T. de Quincey, Avventure di una monaca vestita da uomo FMR, 1975, credit Antiche Curiosità©

 

Il controverso de Quincey

Mary Blindflowers©

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The Spanish Military Nun di Thomas de Quincey, fu pubblicato a puntate sui numeri del Tait’s Edinburgh Magazine, nei mesi di maggio, giugno e luglio 1847, come spiega Jorge Luis Borges nell’edizione di Franco Maria Ricci, serie La Biblioteca Blu, 1975. L’edizione curata da Borges e tradotta da Umberto Melli, si intitola Avventure di una monaca vestita da uomo. Gianni Guadalupi ha tradotto l’introduzione di Borges che è gradevole e svelta, evita accuratamente sfoggi di pleonastica erudizione, per delineare il ritratto di un de Quincey oppiomane tra esaltazioni, declino ed insonnia.
De Quincey è un autore dallo stile sferzante e allusivo, carico di giochi di parole che si svolgono con stile rapido e sorprendente, ma è anche controverso, da una parte proto-femminista e anti-spagnolo, fino ad arrivare a punte di sferzante criticismo verso l’imperialismo della corona di Spagna, dall’altra, a sua volta, razzista.
Che sia un femminista ante-litteram lo si evince da varie cose, prima di tutto la protagonista è una donna attiva come e più di un uomo, Catalina.
La vicenda inizia nel 1592 quando un hidalgo spagnolo della fortezza di San Sebastiano viene informato dalla nutrice di “una sgradevole novità”, la nascita di sua figlia. L’autore fin dall’esordio imbastisce una polemica contro “la rancida aristocrazia spagnola”, definita anche esplicitamente “indolente e orgogliosa”, tanto che fin dai tempi di Noè non avrebbe mai lavorato “un solo giorno se non per mezzo dei suoi schiavi”. E, ribadisce l’autore, è stato proprio l’ozio, ad aver spinto i conquistadores a procurarsi altre schiavitù nel Nuovo Mondo. Il tono è sarcastico, sferzante. Grazie alle imprese di Cortés e Pizarro “una corporazione di gentiluomini sedentari, senza neppure disacallavare le gambe tre volte nobili, avrebbe potuto godere eternamente di tributi d’oro e d’argento, estratti da miniere eterne da un’eterna successione di nazioni conquistate o da conquistare. Intanto, mentre si convertivano in realtà queste visioni dorate, le hijas aristocratiche che costituivano il tormento ereditario dell’autentico signore castigliano, avrebbero seguito il cammino indicato dai buoni vecchi costumi, ossia sarebbero state rinchiuse a vita in un convento” (p. 16).
Il padre di Catalina, infatti, destina la figlia appena nata al convento perpetuo, ma Catalina non è pane per far ostie e quindi, un bel giorno, si ribella e scappa dal convento, vestendosi da uomo. La protagonista indiscussa del libro è dunque una donna, monaca mancata, che da sola riesce a sopravvivere in un ambiente spesso ostile contando sulla sua sola intelligenza, sulla sua forza ed astuzia.
Catalina non solo riesce in imprese che la narrativa tradizionale attribuiva agli uomini, ma si rivela più coraggiosa di loro, tanto che i due disertori che incontra per caso nel suo cammino, non riescono a sopravvivere, mentre la ragazza supera ogni difficoltà. E di fronte ad un cadavere non è Catalina che si spaventa al punto da morire, ma gli uomini, più deboli di lei:

Catalina, turbando l’equilibrio del cadavere, lo aveva fatto rotolare nella neve: il corpo gelato aveva risuonato come un cilindro vuoto di metallo; la faccia rivolta in alto, blu di decomposizione, i denti orrendi imbiancati dal ghiaccio, un atroce sorriso sulle labbra. La tremenda visione esaurì le forze del più debole, che cadde morto all’istante. L’altro parve compiere uno sforzo così violento, che Catalina pensò che l’orrore avesse agito su di lui come un benefico stimolante. Però non fu così. Era solo un ultimo spasimo di malsana energia. Subito dopo ci fu il collasso, il sangue cominciò a gelarsi; malgrado gli sforzi di Catalina il soldato si mise a sedere sulla neve e morì anche lui… (pp. 74, 75).

Catalina riesce a mantenere fermezza d’animo perfino sul patibolo:

Neanche ora si decise a servirsi della rivelazione del suo sesso; anche questa volta fu capace di esprimere il suo disprezzo per l’inefficienza con cui il boia le annodava la corda al collo, lo fece lei stessa con ineccepibile tecnica marinaresca… (p. 115).

De Quincey rovescia completamente la tradizionale immagine della donna passiva, debole e indifesa che deve essere salvata dall’uomo. Sono gli uomini in questo romanzo ad essere ridicolizzati assieme alla monarchia, alla giustizia e alle misogine tradizioni spagnole. Una buona parola l’autore la riserva pure ai medici, in una spassosa digressione sul brandy (pp. 98, 99).
Tuttavia, de Quincey rimane controverso, da una parte critica il colonialismo spagnolo, dall’altra non si fa scrupolo di mostrare un inaccettabile razzismo, scrive infatti nella nota al termine creola… (continua).

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DESTRUTTURALISMO Punti salienti

Libri Mary Blindflowers

 

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