
Ovino, credit Mary Blindflowers©
Giuseppe Ioppolo©
L’autore e il fan
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PERSONAGGI:
AUTORE (un po’ scoppiato)
FAN (rompiscatole)
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Fan: (al campanello) «drin…drin…drin. È in casa?»
(Voce cavernosa dell’Autore un po’ scoppiato): «Che palle! Chi suona a quest’ora all’alba?»
Fan: «Sono io, il suo ammiratore preferito».
Autore: «Stia fermo e non si muova, anzi si giri lentamente e mi dia il sedere».
Fan: «Che? Le devo dare il sedere? Ma sta scherzando? O è impazzito?»
Autore: «Non sto scherzando affatto… una scarica di pallettoni a sale ci vuole. Mi duole… sì, ma lei come si permette di svegliarmi a quest’ora all’alba?»
Fan: «Ma… sono già le ore 11,00 di una domenica d’agosto!»
Autore: «Appunto. L’alba o poco meno!»
Fan: «Mi perdoni sig. Autore…, avevo dimenticato che voi appartenete ad un’altra razza umana. Lavorate la notte… dormite il giorno».
Autore: «Perdigiorno ci sarà Lei… Io il giorno lavoro, lavoro sodo. Articoli di giornali, riviste mai viste, sonetti, canzoni, madrigali, commedie, racconti, per le mirabil virtù delle mie donzelle esaltate, compongo. Lavoro coi Fatti e L’ha da Venire. Propugno la pace, sotto la parola guerra scrivo mi piace. Una prece. Devo presenziare. Stare di qua e pure di là. E la mattina perepepè… ecco il trillo del fan che sdilinquisce per me. Ma non c’è. Ci fosse, farei come Minosse. All’inferno, all’inferno nei gironi dei rompi…!»
Fan: «Oh! Son mortificato, illustre Autore… dovevo rispettar le sue, di ore. Però, sa? Proprio ieri ho letto la sua intervista sulla terza pagina de L’ha da Venire e mi sono chiesto: l’ha da venire chi? Non ho dormito la notte. Ed eccomi qua a chiederle un’opera di misericordia: chi ha da venire? Ce lo può dire?»
Autore: «Ha da venì baffone… ha da venì! Così imparate il rispetto d’un Autore protetto… stampato e pubblicato dalla Grande Editoria, Ehinod, Montatori, Feltrisnelli, Latezza, Cazzanti, Borracceri, mica da quella monnezza che sta sotto le scale del vertice culturale!»
Fan: «Sì… sì, ho capito che lei è una cima d’intelletto. Ero sul punto di dire rapa, ma essendo passata la capra, la rapa è rimasta senza cima. Sa come sono le capre! Dicono sian ghiotte di cime. E assai spesso non fanno differenza tra cima d’intelletto e cima di rapa. Non ch’io voglia paragonare la sua illustre e austera figura d’autore ad una rapa senza capa o ad una capra senza rapa. Sia mail!»
Autore: «Lo credo bene, uomo disadattato e meschino, in sempiterna ricerca del mito, dell’afflato divino, miseramente naufragato nel vino. Non fosse che il suo nuovo idolo sono io, quasi un Dio, l’avrei già mandato a cagare nel cesso. Io, io sono Autore di successo!»
Fan: (Tra sé, come rivolgendosi ad un pubblico inesistente ma non per questo meno plaudente). «Wow, fantastico, proprio con questo dovevo incappare! Ci sarà di che divertirsi signori!» (E, cercando il volto dell’Autore) «Ecco, lo vedete! Costui è Scrittore, Poeta, saggista. Maestro magno della parola scritta. Sa un po’ di tutto ma, la sua specialità è l’aria fritta. Orsù, grande Maestro, ci somministri una piccolissima parte del suo estro. Io fan un po’ fanatico, un po’ lunatico sto già sull’attenti, non faccio commenti! O forse che sì? Bellissima, gufissima, carinissima».
Autore: «Ho la strana sensazione d’essere, da questo strano soggetto, vagamente irriso. Alla cattiva sorte dovrò, ordunque, far buon viso? Io, l’Autore della grande, immensa editoria, mi consumo in una ben strana entropia. Eppure le mie opere corrono, il nulla condito col niente stravende, la gente acquista, non parla, non vede, non sente! Cosa dovrò ancor fare per piacioneggiare di più al sistema?»
Fan: «La vena… la vena. Oh! Sommo, Oh! Divino… dinnanzi a cotanta sapienza, un inchino!»
Autore: «Questo secondo me, sfotte. Ci fa o c’è? Dionisio lercio!»
Fan: «Tecchetè… tecchetè, il sommo fa per tre… Ambarabà Ciccì Coccò, tre civette sul comò che facevano timore alla figlia dell’Autore. l’Autore s’ammalò, Ambarabà Ciccì Coccò».
Autore: «Stolto ignorante più d’un tonno, non fosse per i nobili natali che sostengono la mia genia, già t’avrei invitato a lavar col sangue quest’offesa… Non ho una figlia. Ad averla, semmai, è mia moglie!»
Fan: «Le doglie… le doglie! Nel cielo muto distoglie le poetiche prose un Autore beccocornuto».
«Buuuuuuuuuum taratatààà».
(Rumore di spari. La gente accorre). «Povero fan! (qualcuno grida), «l’Autore è morto!»
Autore: «So vivo. L’occhio vede, l’orecchio sente, il cuore batte. Epperò non sono più io, che pena! Sono il sistema! Sono l’autore muto, ancora più muto del beccocornuto».
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DESTRUTTURALISMO Punti salienti