Il Mago di Oz
Mary Blindflowers©
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Il meraviglioso Mago di Oz, Frank Baum. La prima edizione venne pubblicata nel 1900 con le illustrazioni di W.W. Denslow. Si tratta di una meravigliosa favola simbolica in cui fin dall’introduzione, l’autore bluffa, strizzando l’occhio al lettore navigato:
The winged fairies of Grimm and Andersen have brought more happiness to childish hearts than all other human creations.
Yet the old time fairy tale, having served for generations, may now be classed as “historical” in the children’s library; for the time has come for a series of newer “wonder tales” in which the stereotyped genie, dwarf and fairy are eliminated, together with all the horrible and blood-curdling incidents devised by their authors to point a fearsome moral to each tale. Modern education includes morality; therefore the modern child seeks only entertainment in its wonder tales and gladly dispenses with all disagreeable incident.
Having this thought in mind, the story of “The Wonderful Wizard of Oz” was written solely to please children of today. It aspires to being a modernized fairy tale, in which the wonderment and joy are retained and the heartaches and nightmares are left out.
Le fate alate di Grimm e Andersen hanno portato più felicità ai cuori infantili di tutte le altre creazioni umane.
Eppure la fiaba delle passate generazioni, può ora essere classificata come “storica” nella biblioteca dei bambini; perché è giunto il momento per una serie di nuovi “racconti meravigliosi” in cui gli stereotipi del genio, del nano e della fata vengono eliminati, insieme a tutti gli incidenti orribili e agghiaccianti ideati dai loro autori per indicare una morale spaventosa a ogni racconto. L’educazione moderna include la moralità; quindi il bambino moderno cerca solo divertimento nei suoi racconti meravigliosi e rinuncia volentieri a tutti gli incidenti spiacevoli.
Tenendo presente questo pensiero, la storia de “Il meraviglioso mago di Oz” è stata scritta esclusivamente per compiacere i bambini di oggi. Aspira ad essere una fiaba modernizzata, in cui la meraviglia e la gioia vengono mantenute lasciando fuori angosce e incubi.
Quindi il lettore si attende una fiaba all’acqua di rose, finalizzata al solo divertimento dei pargoli, e invece… Invece le scene cruenti e gli incidenti abbondano, con descrizione di particolari che tendono al gotico e al sanguinoso, perfino, tant’è che tutto inizia con un ciclone e con un omicidio per caso.
Dopo un ciclone che si porta via la sua casa, Dorothy, la protagonista, atterra in un posto sconosciuto e ben presto si rende conto che ha ucciso senza volerlo la Strega dell’Est, cadendole sopra con tutta la casa, in pratica spiaccicandola come una sottiletta. Le scarpe d’argento della strega sono l’unica cosa visibile che resta di lei, ben presto destinata a scomparire per sempre.
Anche la storia del boscaiolo di latta è carica di spiacevoli incidenti. A causa dell’azione magica della Strega dell’Est, il boscaiolo di latta si ferisce più volte molto gravemente, si mozza la gamba sinistra e se la fa fare di latta, poi la gamba destra, le braccia e infine la testa, così diventa un uomo di latta completo, lo stesso che si commuove per un nonnulla, ma che non esita a tagliare la testa al gatto selvatico. Non mancano stragi di animali e scene violente di tutti i tipi.
E se sono assenti i nani classici, ci sono però creature che, pur avendo la stessa altezza fisica della bambina Dorothy, sono adulti. Poco importa poi se le fate vengono chiamate Streghe buone, si dà il caso, infatti, che la Strega del Nord e Glinda abbiano tutte le caratteristiche di due fate buone. La classica lampada dei desideri è sostituita da un “Golden Cap”, un copricapo d’oro che attiva delle scimmie volanti in grado di esaudire tre desideri di chi lo possiede. Certo, non c’è il classico genio, ma al di là della forma, la sostanza non cambia.
Perché allora Baum mente in prefazione?
Lo fa volutamente, con una tecnica narrativa che fa della contraddizione la sua ragione d’essere, una contraddizione che non è affatto fine a se stessa, ma ricercata con arte sopraffina. La favola infatti, contrariamente a quanto dichiara l’autore stesso ridendo sotto i baffi, non è affatto nata soltanto per divertire i bambini, o per educarli, ma ha una potente carica simbolica. Scomponendo i simboli si evince che Il meraviglioso mago di Oz, è una perfetta metafora del potere, della sua illusorietà, un gioco di specchi in cui ciò che viene detto non è mai reale o costruito a caso… (continua)
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DESTRUTTURALISMO Punti salienti