Il famoso Premio Bachelite

Il famoso Premio Bachelite

Il famoso Premio Bachelite

Il famoso Premio Bachelite

The chandelier of the publishing house, mixed media on canvas 76 x 50 cm. by Mary Blindflowers©

 

 

Claudio Piras Moreno & Mary Blindflowers©

Il famoso Premio Bachelite

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Un bel giorno il grande scrittore R. Bachelite, stanco di stare nel limbo della sua cameretta affacciata su un ponte lungo e triste nell’aldilà, decide di tornare sulla terra.

Prima di partire raccomanda al diavoletto – che gli fa le ordinarie pulizie – di fargli trovare degli abiti lindi e pinti; indossa la sua camicetta nera appena stirata, i pantaloni buoni, due gemelli d’oro, acchiappa il suo calamaio ormai vuoto, e parte.

Fa dunque un saltino all’indietro, una piccola giravolta, la ripete un’altra volta e inizia a camminare. Passo dopo passo, ne conta otto in tutto, si ritrova a passeggiare nel famoso bosco di Ality, dove abitano poeti, navigatori, mangiatori di pastasciutta, faccendieri, banchieri, draghi, draghetti, streghe, pigne, portatori di pive, dive, insomma, un bel campionario di esseri mitici e meno mitici e tanti animali, come in ogni foresta che si rispetti.

Qui il nostro eroe, sente tra le fronde degli alberi un lamentio sommesso, una specie di mugolio canino: Uh uh uh, povero me, me tapino! Ora chi tampino? Uh, uh, uh! Bachelite si guarda intorno per vedere chi produce quello strano suono e nulla. Chi è là? chiede. Nessuna risposta. Soltanto lo stormire del vento. E ancora: Chi è là? C’è qualcuno? Serve aiuto? Silenzio tombale. Fa il nono passo e una vocina flebile flebile, neanche provenisse da un altro mondo, risponde: Sono quiiii.

Qui dove? Chiede Bachelite.

Qui, qui sopra, attaccato all’albero di prugne dove sono nato e produco i miei frutti. Tutti dotati delle loro eccellenti proprietà benefiche…

Bachelite sorride con aria esperta, alza la testa e tra i rami vede una specie di fagotto entro cui è rannicchiato un uomo dalla barba incolta. Ha occhiali dalla montatura di plastica sorretti da una grossa testa di legno e borse scure sotto gli occhi. Chi sei? chiede. Sono un poeta, risponde il fagotto.

Davvero? Caspita che fortuna! Torno sulla terra dopo tanto tempo e chi ci trovo? Un poeta. Non è meraviglioso?

Sì, lo è, risponde la voce. Comunque io ti aspetto da 54 anni!

Sul serio? E per far cosa?

Per venderti i numeri del mio cognome!

Bachelite ride. E che dovrei farci?

Non so, ma non ho altro, e tu mi devi aiutare!

E perché dovrei?

Senti, sbotta l’omino indispettito, nonostante la mia continua produzione di prugne, pubblicizzate in tutta la foresta di Ality, io muoio di fame. Perciò ho bisogno che tu acquisti i numeri del mio cognome!

E a quanto li vendi?

Se te li compri tutti, te li lascio a 3000 l’uno per un totale di 24.000, tranquillamente pagabili entro un anno solare. L’ultimo è in omaggio in cambio di una bottiglia di Stregatto per le ortiche.

Tremila lire a numero, mi pare eccessivo!

Macché tremila lire, tremila euro!

Ah, vero, i tempi sono cambiati. Comunque io, tutti questi numeri non li voglio. Neppure io ho troppi soldi… E lo Stregatto costa.

Va bene, lascia stare lo Stregatto, tanto è imbevibile. Comprati però quattronumeri, ad esempio il nove, l’otto, il sette e il sei.

E a quanto me li lasci?

12.000 euro.

Ma perché mai dovrei comprarli?

Perché ho bisogno di denaro t’ho detto!

Ma non hai un lavoro? Scusa, non produci di continuo prugne cagatorie?

Sì, sono un poeta ufficiale di Stato e ho anche più di un drago in cantina che sputa fuoco e ha una badante ucraina.

E lo Stato non ti paga?

Ho un po’ sprecato ultimamente… e le prugne non rendono più come un tempo, adesso ci sono lassativi migliori in circolazione; cosa vuoi, la moda e i tempi cambiano col vento.

Ah ecco…

Dai, che sono pure malato…

Ecco… E dunque vuoi 24.000 euro per tutti i numeri del tuo cognome. Caspita, devi essere un tipo importante quaggiù!

Sì, suppergiù.

Eppure muori di fame.

Sì.

Ma scusami un po’, se io mi compro tutti i numeri del tuo cognome, diventi uno zero o rimani senza, come si fa?

Purtroppo la necessità…

Va bene, ma prima di comprarti i numeri del tuo cognome devo sapere per cosa li sto acquistando, non ti pare? Mica compro a scatola chiusa…

Mi sembra giusto.

Allora leggimi una tua poesia.

Sia fatto, dice il poeta e batte le mani.

In quel preciso momento si avvicinano due draghi, uno gigantesco con una bombetta e una cassa di ferro in mano, e uno piccolino in sella a un triciclo.

La leggiamo noi, la poesia, dice il drago più grosso.

Bachelite acconsente con un’alzata di spalle.

Il drago grosso apre la cassaforte che ha in mano e tira fuori un pezzo di carta. Lo consegna al drago piccolino che con un inchino sussiegoso, inizia a leggere:

 

Riponendo i cd nel porta-cd,

qui pro qui quo qua, mi giro

pipì, le giuste corde tiro

ritorco e miro

e scrivo con la biro estratta da lì là in Canadà,

dove il sole non c’è più, pereppeppé,

dirondiro dirondà,

tafferugli taffettà, ciofechina ciofecà,

trallallero, trullallà…

(Ma come mi è venuta bene questa prugna qua)

 

Basta, basta così! Terribile! Smettetela! Facciamo una bella cosa, dice seccato Bachelite, prima di comprare i numeri del tuo cognome, e qui guarda negli occhi il poeta, ti do un numero che potrà esserti molto utile.

Cacciato dalla tasca uno zero, Bachelite lo consegna al drago più grosso che lo ripone nella cassetta di ferro. Il rettile, fumando dalle orecchie per la felicità, la riapre subito dopo e consegna il numero al draghetto più piccolo. Questo estrae degli occhiali da sole dal portabagagli del triciclo, li indossa con fare solenne e porge il numero al poeta che così ottiene il famosissimo e ambito Premio Bachelite, che è un po’ come la medaglia di legno per gli atleti, o un premio per aver ben servito. Perché, come tutti sanno, aggiungendo uno zero al nove si arriva inevitabilmente al dieci!

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Comments (2)

  1. Mariano Grossi

    Aggiungendo 0 a Nove
    son sicuro, ne ho le prove,
    arriviam fino a 90
    aritmetica è to panta!
    Ma leggendo sti poeti
    tu ti spappoli di peti
    come a indigestion di ceci!
    Dai, fingiam che valga 10!

  2. GIANCARLO

    MA CHE DIRE MEGLIO NON DIRE

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