Tucci, Apologia del Taoismo

Tucci, Apologia del taoismo

Tucci, Apologia del Taoismo

Tucci, Apologia del taoismo

Tucci, Apologia del Taoismo, credit Antiche Curiosità©

 

Mary Blindflowers©

Tucci, Apologia del Taoismo

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G. Tucci, Apologia del Taoismo, Formiggini, 1924, un libro in copertina rigida di sole 81 pagine scritte molto bene, con un linguaggio semplice e scorrevole che spiega la filosofia taoista in modo sintetico ed efficace anche a chi potrebbe esserne eventualmente digiuno.
Il Taoismo più che una religione, termine del tutto inappropriato per definirlo, è un mistico modus vivendi che presuppone una visione contro-antropocentrica del mondo e insegna la consapevolezza dell’insignificanza cosmica dell’uomo.
Tucci avverte fin dalle prime pagine, di stare attenti a non confondere le grossolane superstizioni che circolano in Occidente sul Taoismo, con l’essenza di questo misticismo non teista. Il più grosso errore a cui molti ancor oggi si abbandonano, è pensare che il taoista sia soltanto un metafisico puro dedito alla sola meditazione, che si astragga completamente e da ogni esigenza etica e da ogni necessità pratica. Non è così, anzi, semmai è il contrario. La filosofia taoista si contrappose al tradizionale, rigido e patriarcale confucianesimo intriso di regole precise, aprendo la mente a nuovi metodi di ragionamento non dogmatici. Le regole, per esempio, sistematizzate in ogni religione, per il Taoismo non hanno senso perché ciascuna regola scritta e fissata, non può mai adattarsi a tutti, occorre renderla flessibile e piegarla alla situazione contingente, valutare caso per caso, non imporre, quindi niente comandamenti scritti sulla pietra, semplicemente un invito, tramite racconti metaforici, a riflettere sull’inutilità di tutte le teologie che pongono l’uomo al di sopra delle altre creature terrestri. Viene sfatata la concezione di uomo come eletto da dio, tipica dei grandi monoteismi, dando a tutte le creature la stessa importanza:

 

Nello pseudo-Lieh-tze troviamo un grazioso apologo inteso a porre in ridicolo quella falsa opinione secondo cui l’uomo ha sempre creduto di essere il re dell’universo e la creatura prediletta da dio. Perché ove per un istante si astragga dalla nostra qualità di uomini, mettendoci da un punto di vista superiore, ove cioè ci si immedesimi col Tao, secondo cui tutti gli esseri sono uguali, perché tutti sono il Tao, apparirà subito evidente la stoltezza di una simile pretesa. Tutti gli esseri, ammesso che abbiano la facoltà di ragionare, saranno portati dal proprio stesso io a considerarsi ugualmente il centro dell’universo…
Le zanzare vivono suggendo il sangue umano, le tigri ed i lupi si cibano delle nostre carni: dovremmo per questo dire che il Cielo ha creato l’uomo a profitto di questi insetti e di questi animali? (Tucci, p. 34).

 

Da questo consegue un rapporto di mistica ed estatica comunione con la natura che non invita però soltanto alla meditazione ma anche all’indagine, infatti molti taoisti furono alchimisti, veri e propri indagatori del mondo, simili ai nostri alchimisti medioevali che, tra errori e ricerche, riuscirono però a porre le basi della chimica:

 

Nasce quella intima e profonda comprensione della natura che è fatalmente preclusa a tutti gli animi freddi e piccini, a tutti gli esseri che non sanno intendere quel ritmo divino ch’è nell’universo. Il mondo è come dice Chuang-tze un grande concerto, in cui le note più varie si fondono in una sublime armonia, che suscita dolcezze infinite nell’animo del contemplante: stato ineffabile, in cui di fronte all’immensità della natura, nel gran tempio dell’infinito, l’anima sembra dilatarsi nell’universo in una ascensione luminosa, e rotti i confini della vita individuale risalire mediante la contemplazione all’unità del tutto (Tucci, p. 24).

 

Come naturale conseguenza di questa contemplazione della natura, ecco l’arte che deriva da un afflato mistico-creativo e la poesia taoista, molto diversa dai componimenti tradizionali. Nelle pagine taoiste non c’è più l’impersonale ammaestramento educativo, ma libera ed irrequieta individualità.

Dio poi non è necessario e nemmeno la paura della morte rispetto alla quale il Taoismo ricorda molto da vicino l’Epicureismo: Il taoista, è sicuro di non andare incontro a nessun Dio… La morte dell’individuo è un fatto naturale né più né meno come la nascita e la vita… la sua filosofia non è né triste né lieta…

Tucci ci trasporta nel magico mondo taoista, grazie all’arte della sua parola, in un libro splendido e ricco di spunti degni di approfondimento, uno di quei libri che potreste leggere e rileggere senza mai stancarvi.

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