Comunicazione segreta: su suspu

Comunicazione segreta: su suspu

Comunicazione segreta: su suspu

Comunicazione segreta: su suspu

Comunicazione segreta, credit Mary Blindflowers©

 

 

Mary Blindflowers©

Comunicazione segreta: “su suspu”

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All’interno della lingua sarda esistono i gerghi, nati dall’esigenza di permettere ai membri di determinati gruppi di comprendersi tra di loro senza farsi intendere da persone appartenenti ad altre categorie sociali o culturali.
Ad esempio i ramai di Isili, costretti a fare una vita itinerante ed un po’ zingaresca, usavano un loro linguaggio segreto che serviva a rafforzarne l’identità di gruppo. Lo stesso dicasi dei pastori che comunicavano tra loro in modo che gli altri non comprendessero quel che dicevano.
Suspu in sardo significa proprio comunicazione segreta tra due persone che, in presenza di una terza, usano un linguaggio incomprensibile, una sorta di gergo perché su fattu sutzessu, bisonzat de lu mantennere intro ’e su coro, bisogna mantenere dentro il cuore il fatto accaduto.
Le persone che si erano macchiate di qualche delitto o che avevano commesso qualche azione moralmente riprovevole come l’adulterio, usavano su suspu quando parlavano tra loro per ovvie esigenze di discrezione.
Il linguaggio gergale poteva essere parlato anche in famiglia dagli adulti che non gradivano far capire i loro discorsi, magari non troppo edificanti, ai bambini.
Su suspu non apparteneva soltanto alla malavita, infatti se ne servivano anche i ricchi ed i fidanzati.
Per la comunicazione gergale ci si poteva avvalere di frasi metaforiche e dell’alterazione delle parole mediante l’inserimento di una sillaba che poteva essere formata da una qualsiasi consonante o da un gruppo di due consonanti con l’aggiunta di una vocale che assimilava la vocale della sillaba precedente, ad esempio domo, casa, diventava dopomopo.
Oppure si invertiva semplicemente l’ordine delle sillabe, partendo dalla seconda sillaba preceduta dalla vocale della prima e finendo poi con quest’ultima, es. domo cambia in omodo.
Secondo i moduli di questo linguaggio gergale, in Sardegna c’erano coloro che componevano poesie il cui scopo principale era farsi beffe delle donne che tradivano il marito oppure di quelle persone, assai invidiate, che da povere erano riuscite a diventare ricche, magari contraendo un buon matrimonio d’interesse.
Mentre su suspu si parlava ad alta voce su suspu-saspa si pronunciava all’orecchio dell’interlocutore senza farsi sentire da terzi.
Forse qualche vecchio oggi sa ancora suspare, ma si tratta di un linguaggio ormai abbandonato, destinato, col trascorrere del tempo a confluire nell’ampio ventaglio dei ricordi tramandati oralmente.

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